29 ott 2014

Portami con te, nel tuo mondo scarabocchiato.

Nei lontani anni ottanta c'è stato un periodo musicale innovativo e florido, dotato di una impronta che ne ha caratterizzato lo stile e il carattere. Sono gli anni in cui è nata Music Television assieme ai Videoclip; le note di una canzone non rimanevano nel pentagramma, mutavano in colori e espressioni. Il successo di una canzone era effimero e poteva durare qualche settimana; a meno che non ti chiamassi Micheal Jackson o Madonna. Numerose le canzoni che sono sopravvissute all'epoca, alcune memorabili, altre discutibili, certe inutili. Se dovessi sceglierne una in particolare, per salvarla dall'oblio, prenderei:"Take On Me" degli A-Ha.
Primo premio per melodica, testo e arrangiamento. Si potrebbe usare come testimonial degli anni ottanta; LA canzone che può rappresentarli nel migliore dei modi,, grazie anche al suo video;uno dei più belli del decennio.
Un videoclip che qualsiasi artista ha il dovere di invidiare.


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Il filmato parte con una sequenza disegnata di una confusa gara di Sidecar (!!!). Compaiono dei piloti sulla linea del traguardo, un contachilometri, la partenza della competizione con tanto di omino che la annuncia alzando il braccio. Le moto sfrecciano sul tracciato senza didascalie.
BROOOOM!
Ecco ne ho aggiunta una io.
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Il gran premio del sidecar è un fumetto che sta leggendo una ragazza dentro un Bar di Londra, seduta al banco a bere caffè. Potrebbe sembrare una scena di banale vita quotidiana, invece una ragazza che sfoglia un fumetto di motociclisti stona parecchio. Si vede che in edicola era esaurito Cioè.
vlcsnap-00186Girando la pagina compare Morten Harket (il cantante degli A-ha) disegnato nella sua posa migliore, quella in cui nessuna entità animale femminile può resistergli. La giovane osserva il disegno con libidine, pensando quanto fosse bello se quel ragazzo fosse vivo. Saranno le sue cose o il caffè corretto alla Vodka, il disegno fa l'occhiolino e allunga una mano verso di lei.
vlcsnap-00187La mano tratteggiata le fa cenno di seguirla, all'inizio lei è reticente e si guarda in giro come per dire:"Che cazzo hanno messo nel caffè?" poi la prende con delicatezza e viene trascinata in un mondo di scarabocchi in bianco e nero. Fortuna per lei che non leggeva Hulk.
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Una volta dentro quel fantastico mondo di schizzi d'artista, il cantante corteggia la bionda mentre canta, oscillando la testa con stile. Lei è innamorata e darebbe la vita per lui; il fascino del giubbotto di pelle.
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Quando il gruppo suona il ritornello di questa canzone, la coppia gira attorno a uno specchio evidenziando una buona dose di fantasia e creatività in grado di spaccare il culo ai moderni video musicali, nonostante i trent'anni sul groppino. Il corteggiamento del cantante prosegue e la sua capigliatura, disegnata e vera, ipnotizza la giovane mentre il resto del band suona in disparte, ignorati da tutti.
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A disturbare questo romantico momento giungono alcuni motociclisti dall'aspetto incazzato e con dei sghiribizzi sulla faccia. Armati di una chiave inglese, si avvicinano alla coppia per svitare la capigliatura del cantante.
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Segue un confuso inseguimento tra corridoi bianchi su sfondo bianco. I motociclisti cercano di prendere la ragazza per portarla in un Hentai e imprigionarla con dei tentacoli . Il resto della band continua a suonare indisturbato, fregandosene delle sorti del cantante della sua amichetta.
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Orientarsi in quel labirinto in matita tratteggiata a cazzo di cane è difficile, per questo la coppia si infila in un vicolo cieco.
Prima dell'arrivo degli uomini malvagi, Morten apre una finestra spaziotemporale tra i due mondi e invita la ragazza a uscire, da vero gentiluomo. La bionda si infila dentro ritrovandosi nel bar, sporca di inchiostro e con i capelli stropicciati. Con i segni ancora addosso della matita nera, raccoglie il fumetto e scappa dal bar a gambe levate, lasciando interdetta la cameriera, privata della sua mancia.
 
[caption id="attachment_1346" align="aligncenter" width="480"]vlcsnap-00193 La mancanza di un Mac sulla scrivania, evidenzia quanto erano difficili gli anni ottanta.[/caption]
 
Impaziente di sapere come va a finire la storia, una volta raggiunta casa, la ragazza si autospoilera il finale del fumetto e scopre che il bel moretto viene pestato a morte dai motociclisti armati di chiave inglese, quindi promette a se stessa di non comprare più quel genere di fumetto di merda.
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Per fortuna a quei tempi non c'era ne Twitter ne Facebook, altrimenti questa scena si sarebbe svolta in maniera differente. Quando la prima lacrima di tristezza scivola giù dal suo volto, succede il miracolo di San Bonelli.
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Morten appare improvvisamente nel corridoio, gli scarabocchi a matita gli provocano dei dolori lancinanti. Per raschiarseli di dosso, inizia a dare le spallate contro il muro e violente testate sulla parete. Tra bernoccoli e ematomi, con enorme sforzo riesce a cancellarsi di dosso tutto l'inchiostro.
Pareva brutto usare la gomma pane.
vlcsnap-00196Dopo una faticosa lotta contro il pavimento, Morten si alza esageratamente sudato e stanco, però in carne e d'ossa. Con un sorriso beffardo sul volto si avvicina alla ragazza e la prende per mano, mentre la tastiera suona le ultime note.
Nella notte i due condivideranno alcuni schizzi, che non apparterranno certo a un fumetto.
Pliiin pliiiiin.
Le ultime due note finali.


Un'esperienza musicale unica, un viaggio immaginario degno di essere vissuto e gustato. "Take on Me" si merita tutto il successo che ha avuto ed è stato un piacere celebrarlo nel mio Blog, anche se temo di non avergli dimostrato il dovuto rispetto.
 
 
 

27 ott 2014

L'educazione mutante.

Lungi da me a fare una critica sui metodi di educazione di oggi; non ho figli e non sono ferrato nel discorso.
Sono nato agli inizi degli anni 70 e cresciuto in un mondo diverso da quello moderno, anche se stiamo parlando di un paio di decadi. I miei genitori mi hanno educato con l'unico metodo che conoscevano: imposizioni, sgridate e dove non arrivava la parola, arrivavano gli schiaffi. Niente maltrattamenti, solamente un'alzata di mani quando la situazione diventava ingestibile.
Quasi la prassi per quei tempi, oggi farebbe subito alzare la cornetta del telefono azzurro.
E' chiaro che questo metodo di educazione non era infallibile ed è stata riscritto completamente nei giorni d'oggi. Se in meglio o in peggio non saprei dirlo. Affermare che sono cresciuto in un altro mondo può sembrare bizzarro, però alcune mie esperienze possono dimostrarlo:
A quei tempi i miei genitori mi dicevano sempre:"Bere l'acqua dalla bottiglia è maleducazione! Non si fa!" c'erano due motivi per questo divieto; il primo era che se altri volevano bere dalla stessa bottiglia, condividevano anche il tuo dna, il secondo perché il gesto non era elegante e facevi la figura del cafone. Quindi noi bambini bevevamo nel bicchiere con rispetto per paura di venire puniti.
Poi cosa è successo?

Esce in commercio la bottiglia da mezzo litro, piccola e personale; ecco che tutti si mettono a bere dal collo della bottiglia senza paura di tramandare i germi ai posteri. Gli Spot si riempiono di testimonial che ingollano litri di acqua senza usare bicchiere e il gesto diventa sportivo e pratico. Diventa naturale bere anche della bottiglia da un litro.
Se facevo una cosa del genere,qualche anno prima prendevo scapaccioni.
Noi bambini degli anni 80 siamo cresciuti con una tecnologia spartana però in continua evoluzione, quando il computer era un pezzo di fantascienza che costava un'esagerazione e limitato a un briciolo di memoria. Per giocare andava benissimo e in fin dei conti si comprava per quello e non per fare i compiti di certo. Inevitabile che attorno a questa nuova tendenza, utilizzata allora da pochissimi, siano nate delle imposizioni che ne volevano limitarne l'utilizzo.
Il bello è che, a distanza di anni, gli stessi genitori trasgrediscono a quelle regole a cui noi dovevamo ubbidire. Tipo:

"Utilizzare computer per troppo tempo fa male!" - Negli anni 80 giocare per più di due ore a Monty Mole per Commodore 64 era un impegno non da poco, perchè serviva mezzora di caricamento buona per caricarlo. Faceva male poi a cosa? Al Pancreas? Alla cistifelia? alle Gengive? Al metacarpo?.


"Non state troppo vicini alla televisione quando usate il computer (Nb: allora si collegava alla Tv con il tubo catodico) la vista potrebbe peggiorare" - Ogni bambino Commodore-munito o Spectru-munito giocava talmente vicino alla tele che poteva baciarla senza alzarsi. Eppure quelli che oggi portano gli occhiali, tra i miei conoscenti, sono gli stessi che li indossavano prima di avere un computer.
"Un giorno di questi prendo quell'affare (il computer) e lo butto dalla finestra" - Provate oggi a levarglielo il Pc ai miei, buttano voi dalla finestra.
"Giocare con i videogiochi è una perdita di tempo" - Forse negli anni 80 poteva avere ragione, se escludiamo il divertimento intrinseco del passatempo, ma nel mondo di oggi?

Lee Jae Dong - Campione di Star Craft 2- Il 10 novembre 2013 Lee vincendo 45000$ si posiziona al primo posto della classifica dei giocatori che hanno vinto di più nella storia degli e-sports (notate, non porta gli occhiali).
Non solo giocare con i videogiochi è diventato una disciplina, si possono vincere anche dei bei soldoni. Fermo restando che preferisco sempre intrattenermi tra sparatorie online e battaglie fantasy digitali che stare a guardare Carlo Conti o I Bellissimi di Rete 4.
Una giorno di qualche anno fa, mia madre entra nella mia cameretta e mi accusa:"Sei sempre attaccato a quell'affare (l'oggetto a rischio volo dalla finestra) esci fuori e fai quattro passi!" - Cosi, sono uscito e ho fatto quattro passi, fino alla sala giochi. Ero un caso perso, ne sono consapevole.
Parlando di passatempi, in quella decade tutte le famiglie avevano una televisione, mia nonna continuava a averla in bianco e nero; per lei era come vivere ancora negli anni 50 e per questo non la cambiava.
Le prime vittime di questo nuovo focolare domestico eravamo noi bambini, che pur di non lasciarci ipnotizzare da quel buco luminoso, si inventavano scuse elaborate e assurde. Molte imposizioni nascevano perché i genitori le avevano sentite in televisione, pensate il paradosso.
La cazzata più grande della storia della Rai è stato quando qualcuno ha dichiarato che, guardare i cartoni di Goldrake poteva manifestare nei ragazzini, comportamenti violenti a lungo termine. Se pensiamo che Jhon Lennon è stato ucciso da uno spostato che stava leggendo un libro, noi che guardavamo quei cartoni animati cosa saremo mai diventati? Quale futuro da criminali ci attendeva?.
Tutta questa polemica non ha generato altro che critiche inutili e una ancora più inutile interpellanza parlamentare verso un'arte che ha continuato a crescere regalandoci nuove storie e nuovi protagonisti, ancora più violenti di Goldrake e Mazinga, comunque altrettanto carismatici:

(notate, neanche loro portano gli occhiali)
Obblighi e divieti cambiano con il tempo e ogni bambino sarà costretto a seguire per crescere nel migliore dei modi e preparasi per quel futuro incerto, che comunque incerto è sempre stato. Non dev'essere stato facile fare il genitore negli anni ottanta cosi come non deve esserlo nel 2014, spero che le nuove generazioni imparino quanto prima dai loro genitori quello ho imparato io dai miei:
"E' sbagliato dire a un bambino che una passatempo fa male quando tu fumi un pacchetto di sigarette al giorno. Sei poco credibile..."
Sono cresciuto in un altro mondo, ora mi credete?
 
 

23 ott 2014

Quei bos finali che potreste incontrare nella vita.

La nostra vita certo non è un videogioco ma alcune volte questa strana realtà regala molte similitudini con il nostro passatempo preferito. Serve un discreto spirito di osservazione per individuare gli stessi boss finali presenti nei videogame, che potremo incontrare tutti i giorni:


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Il Re scheletro nell'armadio.


Una serata speciale con una ragazza speciale. Sembra andare tutto per il meglio. Il cibo è ottimo, il locale è disegnato attorno a voi, l'atmosfera è perfetta, siete dentro un film romantico.
Lei vi guarda sorridendo; è uno spettacolo nel suo abito che cela le curve seducenti del suo corpo. Il suo viso ondeggia dolcemente davanti a voi. Chiacchierate del più e del meno sottovoce, tra una portata e l'altra, portando il discorso a un livello molto intimo.
Avete il sapore del filetto di Lonza in bocca quando, dopo aver gettato un occhio sopra il menù, arriva Il Re Scheletro nell'Armadio.
E' una ragazza con uno sguardo incredulo, che diventa stupito dopo che vi ha visto. Sta puntando verso di voi e si avvicina con sbarazzina ingenuità. In due pesanti falcate raggiunge il vostro tavolo e vi saluta:"Ciao! Non pensavo fossi il tipo da questi locali, a me non mi ci hai mai portato!"
Guardi il Re Scheletro con imbarazzo, vorresti non conoscerlo anche se sai esattamente chi è.
Alzi la mano e la muovi come per allontanare quell'incubo e non riesci a dire nulla, ci pensa lei:"Noi andavamo sempre in pizzeria...ah ma scusate, non voglio disturbarvi, godetevi la serata! Ciao ciao!"
Il boss abbandona il campo di battaglia con un sorriso beffardo.
Vi guardate in giro prima di incrociate lo sguardo feroce della vostra compagna. La sua voce, prima un dolce sussurro, scocca brutalmente una domanda:"LEI, CHI E'?"
Non potete ammettere che è la vostra Ex, che avete lasciato qualche giorno fa, dopo che vi siete messi con lei. Non potete neanche confessare che c'è stato un periodo che andavate a letto con entrambe. Un bel periodo, si chiaro. Elaborate velocemente una risposta ricca di immaginazione e improvvisazione:"Pensa che coincidenza! E' una mia amica fin dalle elementari, siamo come fratelli!". La vostra voce è tremula, siete poco credibili.


Sapete che è solo questione di secondi prima che la cena romantica si trasformi in una serata di sospetti, che vi bombarderanno sino a notte fonda.
Il Re scheletro nell'armadio ha vinto una battaglia, non la guerra.




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Il Cervello Madre.


In quel periodo della vita in cui si convive con i genitori, la vita è più facile e tutto scorre via con una velocità disarmante. Arriva, prima o poi, quel Sabato sera in discoteca dove credete di sapere tutto su di voi e su quanto alcool riuscite a assimilare, però i fatti lo smentiscono. Tra un bicchiere di birra, uno di Vodka e uno di quella sostanza nera molto forte, vi ritrovate a terra stesi dal mondo trasformato in giostra, mentre i vostri amici, dalla risata facile e con i baffi della Moretti nei globuli rossi, commentano con entusiasmo il vostro disastroso stato .
La serata diventa ancora confusa dopo che avete preso un spinta, da qualcuno, da qualche parte perché cercavate di rimorchiare una qualche ragazza, già impegnata da un qualche fidanzato, che una memoria frammentaria lo ricorda grosso, muscoloso e incazzato.
Il culmine della serata arriva sulla via di casa, quando abbracciati ai vostri amici intonate una canzone completamente a caso, tipo la colonna sonora di E.T o il richiamo di Epona di Zelda. Sull'ultima nota arriva un blackout e vi risvegliate sull'uscio di casa, davanti al boss finale:
Il Cervello Madre ha due pugni infilati nei fianchi e lo sguardo infernale. Le sue braccia vi trascinano in camera e vi sbattono violentemente sul letto.
Quegli occhi fiammeggianti vi torturano nel sonno e li rivedrete il mattino, quando vi sarete svegliati a mezzogiorno, con un mal di testa da Guinness e l'impronta di un pugno scolpita sulla guancia destra, diventata livido viola. Nel vostro inventario manca anche un dente.
Mother Brain non vi da tempo di riprendervi e attaccherà con tutte le sue armi, tutti i cannoni caricati a frasi comuni, compreso il classico:"Questa casa non è un albergo!"
Sconfiggerlo non sarà facile e servirà molta abilità, nel frattempo giurate a voi stessi di non alzare più nessun bicchiere di Alcol.
Almeno sino al successivo sabato sera.




mandria zombie


La Mandria di Zombie.


Dovete pagare un bollettino che vi stavate quasi dimenticando. Non sapete come sia stato possibile ma avete questa incombenza che dovete fare quello stesso giorno, l'ultimo prima della scadenza. Cosi vi recate velocemente ne più vicino e unico ufficio postale della zona, cercando di fare meno fatica possibile, nel più breve tempo possibile. Sono le ultime ore del pomeriggio e la sera sta già facendo capolino abbattendo il sole che tramonta da qualche parte alle vostre spalle. Voltate l'angolo con il bollettino tra le mani, pronti a infilarlo sotto il vetro del primo sportello disponibile, quando compare il Boss finale.
Una marea di zombie pensionati accalcati, uno davanti all'altro, fermi davanti all'unico sportello aperto. Sentite che si lamentano mugolando e ondeggiano privi di vita, rimanendo in piedi accatastati per un delicato sistema di equilibrio, che si può rompere con un debole spostamento d'aria. Sono pronti a assalire la prima persona che gli passa davanti saltando la coda, divorandogli le budella e mangiargli il cervello. Sembrano inermi e passivi, però nella loro collettività trovano la forza di essere pericolosi. Vi mettete dietro di loro, pazienti e aspettate il vostro turno che sembra non arrivare mai. Gli zombie si muovono in un'unica direzione, l'unica che conoscono. Sbuffano e ogni tanto vi guardano, pronti a saltarvi addosso se fate una mossa sbagliata. Nel frattempo, dentro un vetro antiproiettile, un'impiegata postale, passiva quanto gli zombie, assolve la sua mansione nel modo più lento possibile, usando il solo dito indice sulla tastiera, un tasto per volta. Anche il computer affronta i calcoli svogliatamente, sbuffando ogni virgola mobile.
La mandria di Non-ancora-morti viene smaltita gradualmente rosicchiandovi il vostro tempo, le armi sono inutili, fuggire è impossibile. L'unico gesto che vi è concesso è avanzare lentamente, un millimetro per volta.
Tornerete a casa più tardi vittoriosi, con le prime luci dell'alba.


 

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Il Bambino Cosmico.


Che voi siate genitori o giovani fancazzisti, potrebbe capitarvi questo terribile boss finale che da vicino, non sembra cosi pericoloso. Possiede le fattezze di un bambino innocuo; testa perfettamente tonda con un mazzetto di capelli in perfetto equilibrio verticale. Statura minuscola e corpo gracile, una maglietta di Spongebob rivela la sua età, i jean strappati rivelano le sue febbricitanti attività fisiche. Si avvicina a voi invisibile, per via della sua statura minuta.
Vi accorgete di lui per la sua vocina acuta, che penetra nei timpani come una punta del trapano dentro un bombolone alla crema:"Scusi signore!" - vi guardate in giro – "Signore?"
E' sotto di voi, pronto a combattere. La sua strategia vi è sconosciuta, finché non inizia a piombarvi di domande:"Perchè avete il berretto?"
Siete tenuti a risponderci per educazione. Sempre siano maledetti i costumi che hanno gettato le basi della civiltà moderna!:
"Per ripararmi dal sole"
"Perchè non usate gli occhiali da sole?"
"Perchè ho già quelli da vista..."
"Perchè avete gli occhiali da vista?"
"Perchè mi manca qualche diottria"
"Perchè vi manca qualche diottra?" - sempre ammesso che il bambino sappia cosa sia una diottria.
"Perchè ho un occhio più debole"
"Perchè è debole?"
La lotta non concede pause e nessun genitore interviene per interromperla, siete alla completa mercé del Bambino Cosmico.
"Perchè mi fai tutte queste domande?" osate domandargli.
"Perchè SI!” - Una granata che mette disordine nei vostri pensieri e lascia un cratere tra le vostre parole.
"Perchè avete la barba?" - la lotta riprende.
"Perchè me la faccio crescere" – l'educazione anche.
"Perchè ve la fate crescere?"
"Per assomigliare a una persona malvagia e brutta"
"Perché volete assomigliare a una persona malvagia e cattiva?"
"Per evitare che bambini come te si avvicinino a tempestarmi di domande” - Evidentemente non è servito.
"Perché eviti i bambini?"
Elaborate una sopraffina manovra di fuga che vi permetterà di salvarvi da questo malefico boss e riavere, finalmente, la vostra vita.
“Perché volete riavere la vostra vita?”
Non c'è via d'uscita, ll Bambino cosmico sconfigge qualsiasi adulto, persino i suoi genitori che lo hanno abbandonato, pur di non subire le sue domande.




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Il Capitano Cluster.


Sono millenni che possedete una macchina digitale. La portate sempre con voi nelle occasioni speciali, una cena, un matrimonio, la rappresentazione teatrale dell'amica che volevate portarvi a letto e (purtroppo) è rimasta sempre una buona amica, il compleanno di un amico caro, il matrimonio di un vostro ex amico caro che si è sposato con la ragazza che lavora a teatro, l'ingresso nell'Apple-Store dopo ore di coda. Avete milioni di foto custodite gelosamente in un hardisk da svariati trilobyte. Le avete catalogate con cura e ad ogni scatto avete dato un nome, un tag, una collocazione temporale e vi siete presi la briga di aggiungerci una breve recensione. Un lavoro mastodontico che ha portato via metà della vostra gioventù e parte della vita adulta e chissà quanta ve ne porterà ancora via. Siete pronti a caricare ulteriormente il database, scaricandoci dentro un'altra tonnellata di foto, quando sentite un rumore sinistro e meccanico.
Tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke
Proviene dall'interno dell'hardisk e non è per nulla rassicurante.
Tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke tikke.
TIKKE!
TiiiiIiIiIiiiIiK!
Vi accorgete del pericolo troppo tardi, il Capitano Cluster si sta manifestando e inizia la sua opera di distruzione. Non riuscite a mettere in salvo il vostro lavoro di una vita. Dall'interno del computer parte un processo di distruzione misterioso, avvengono esplosioni di anti-materia dentro la scatola di metallo rilucente, ogni cosa al suo interno viene ridotta in polvere da forze magnetiche e mistiche. Ogni singola componente interna si ferma con un ultimo rintocco.
Il vostro passato in digitale vi saluta e non lo rivedrete mai più. Un Boss crudele che può colpire inesorabile, durante i fine settimana.




metalgear comodino


Metal Gear Comodino.


E' notte, dormite placidamente nel vostro letto come il primo giorno in cui avete conosciuto il sonno. Siete in armonia con Morfeo, il dio dei sogni, che vi concede un idillio onirico privo di incubi e degno del paradiso. Un dolce limbo che viene infranto da un bisogno primario. La vescica vi sta avvertendo di una emergenza, se non correte subito al bagno entro trenta secondi esploderà con una deflagrazione in grado di inondare l'universo di urina. Svegliati improvvisamente, scatta l'atto di coraggio nato dalla necessità e saltate giù dal letto con sicurezza, la casa è vostra, la conoscete a memoria. Potete farci una planimetria disegnandola su un fazzoletto, appesi a testa in giù, mentre una scimmia vi solletica i pieni nudi e la donna barbuta tenta di baciarvi. Nessun angolo ha segreti, non è un problema raggiungere il bagno nella completa oscurità. Muovete i primi passi frettolosi verso l'uscita della cameretta, quando il piede destro sbatte violentemente sul boss:
Metal Gear Comodino.
Un mostro meccanizzato, rettangolare, dotato di due cassetti tattici, pieni di calzini, profilattici dimenticati e armato di quattro blindati e letali spigoli. Uno di questi vi frantuma il dito del piede.


Una male arriva inaspettato e scavalca i postumi del sonno che rilassano il corpo. Lo sentite in tutta la sua ferocia e con grande difficoltà soffocate in silenzio il dolore, per non svegliare il condominio. Nel buio vi rendete conto di quanto siete stupidi, Metal Gear Comodino è un nemico che va affrontato con la luce accesa e un paio di scarponi da montagna.




donkey kong


Donkey Kong:


Siete comodamente seduti dentro un divano, vi avvinghia meglio di un'amante appassionata. Il vostro cervello rimane spento davanti alle immagini che scarrellano in televisione, siete prossimi al sonno più profondo e non avete programmi migliori per la serata. Siete dei professionisti della trasgressione. Questo boss finale è silenzioso. Arriva improvvisamente, anche se enorme e dalla corporatura massiccia, non fa nessun tipo di rumore e giunge alle vostre spalle senza che ve ne possiate accorgere.
Nello schermo compare un oggetto di uno spot televisivo, generalmente legato alla vostra passione o al vostro passatempo. Può essere una nuova console, cosi come un nuovo cellulare, una bici ultraleggera, un lettore mp3 dal design accattivante o un SUV enorme dai consumi incalcolabili, una action-cam per gli sport da pantofole. Non importa, da quel momento lo volete avere a tutti i costi. La scimmia Donkey Kong vi assale, non potete divincolarvi dalla sua stretta. Le vostre difese cadono nella sua morsa, mentre vi stringe senza lasciarvi respiro, prende posto sulla vostra schiena e li rimane. L'unica maniera per allontanarla è comprare l'oggetto del vostro desidero, che il giorno prima non avete neanche considerato e i vostri amici non vi avrebbero convinto neanche ad affittare.
Quando arriva la scimmia gigante, nessun esorcismo potrà levarvela, solo se la colpite di striscio con la vostra carta di credito si allontanerà. Nessuno può dire per quanto tempo.




doctor squaraus


Il Malvagio Doctor Squaraus:


Siete a un compleanno di un amico per una di quelle rimpatriate con persone che non vedevate da tempo. L'atmosfera è gioiosa, il cibo è abbondante come le chiacchiere e le risate. Vi state divertendo parecchio e vorreste che la serata non finisse più, accettate anche di andare in discoteca dopo la cena, posto che non frequentate oramai da quella volta che siete tornati orizzontali. Una volta pagato il conto, uscite e vi mettete alla giuda verso la Movida, siete intenzionati a fare il giro dell'orologio, quando improvvisamente dietro l'abitacolo compare il Malvagio Doctor Squaraus!. Con un gesto deciso vi attacca nel basso ventre. Dal vostro stomaco sentite delle contrazioni e una strana forza demoniaca si muove al suo interno. Un potente incantesimo sta attraversando le vostre viscere e piegate il corpo colpito da feroci spasmi. Decidete di cambiare destinazione e vi dirigete a tutto gas verso il bagno più vicino, che è quello di casa vostra, che poi è quello che conoscete meglio e vi da più sicurezza. Il Doctor Squaraus oramai pilota ogni vostro movimento e siete in sua completa balia, l'unica salvezza è raggiungere la tazza nel più breve tempo possibile. Raggiungete la massima velocità e pilotate il vostro mezzo meglio di Lewis Hamilton e raggiungete casa in tempo record, spinti dalla forza demoniaca, mentre i tecnici della Mercedes vi applaudiscono.
Con grande sollievo sconfiggete il dottore dal vostro trono di ceramica, iniziando un rituale che durerà per molto tempo. La serata con gli amici è sfumata e il giro dell'orologio lo farete e piegati nello sforzo. Solamente all'alba di un nuovo giorno vi accorgerete, con raccapriccio, che la carta igienica è finita.
Nessuno in bagno vi potrà sentire urlare.




veloxciraptor


Il Veloxciraptor Meccanico:


State percorrendo sulla vostra auto il solito itinerario. Tutto sembra rimanere nella normalità, il motore fa le fusa come un gattino, la strada scorre placida sotto di voi e una piacevole brezza ribelle entra nell'abitacolo dal finestrino aperto, schiaffeggiandovi in faccia il profumo dell'estate. Non avete bene idea di quanto state andando veloci; il contachilometri non è nei vostri interessi e il vostro piede si è addormentato sopra l'acceleratore. Alla radio trasmettono una canzone che vi piace, volete alzare il volume quando notate qualcosa di strano. Buttate l'occhio sullo specchietto retrovisore e lo vedete. E' il temibilissimo Veloxciraptor con il suo occhio meccanico. La bestia mostra i suoi scintillanti e affilatissimi denti in un sorriso sinistro, mentre due uomini vestiti di bianco e blu scrivono qualcosa in un taccuino; sono i domatori della bestia che la tengono imprigionata dentro una gabbia metallica arancione. Pensate di essere fuggiti dalle grinfie del mostro e terminate il viaggio verso casa.
Qualche giorno dopo, ricevete una simpatica raccomandata dal colore sporco. All'interno c'è una foto dove si vede chiaramente il posteriore della vostra auto e in particolare, la targa. Mentre vi state domandarvi del perché dovrebbero mandarvi a casa il numero della targa che già conoscete a memoria, trovate dentro la busta un tagliandino con un importo da pagare, entro una certa data. Secondo il Veloxciraptor stavate andando ai 50,10 chilometri orari in una strada dove il limite era 50.
Uno dei pochi boss che, da sconfitto non è lui a darvi dei punti, ma siete voi a perderli.
Sulla patente.




zefirotto


Zaffirotto:


State passeggiando in centro, quando percepite una vibrazione nella vostra tasca. Buttate dentro una mano e cercate di estrarre il vostro amato cellulare di ultima generazione, comprato dopo mesi di sacrifici o ricevuto come regalo per il compleanno. Intimamente è il vostro migliore amico e quando strisciate le dita sullo schermo, vi sentite bene.
Tirarlo fuori dalla tasca richiede più impegno del solito; la conformazione dei pantaloni è ostile, alcune pieghe formano una barriera che blocca il dispositivo tra la vostra coscia e la tela dei jeans. Date uno strappo deciso con la mano, il gesto è troppo avventato e la mano scappa fuori controllo, la stretta sul dispositivo è debole e vi sfugge sgattaiolando tra le dita. Dopo due capriole carpiate, tentate di prenderlo affidandovi ai vostri riflessi e lo mancate due volte, acchiappate l'aria con stile. L'amato Smartphone si schianta al suolo a faccia in giù con un suono secco, vi viene un tuffo al cuore. Siete sconvolti e andate a soccorrerlo, sperando che si sia fatto un graffietto appena percettibile. Raccogliete delicatamente il dispositivo e quando lo girate, siete consapevoli della tragedia. Lo schermo che credevate indistruttibile e resistente anche contro il martello di Thor, quella prodezza tecnologica nata dall'unione tra Vulcano e Giunone, quello scudo impenetrabile di vetro e Zaffiro, ha una enorme crepa propagata tipo ragnatela sulla superficie.
L'arma di Zaffirotto l'ha colpito in profondità e ci vorrà del tempo per guarire; in Genere una settimana lavorativa. Spedite l'amato dispositivo da qualche parte nel mondo, da solo, in una remota assistenza, dove elfi dalle mani magiche lo sistemeranno fuori garanzia, chiaramente.
Il Boss si allontanerà, sconfitto, una volta che il vostro tesoro sarà tornato dall'assistenza completamente guarito.
Zefirotto comunque sarà sempre nei paraggi e conviene rimanere attenti.




obliterator


L'Obliteratore.


Gran bella cosa i mezzi pubblici, anche se difficilmente arrivano in orario. Prendete il Buss perché non avete voglia di combattere con il traffico del centro. Avete fretta cosi vi infilate nella prima corriera diretta nella vostra destinazione, senza biglietto, tanto il tragitto è breve e il rischio di venir scoperti, minimo. Una volta dentro vi guardate in giro; seduti ci sono dei giovani che si scambiano foto su Facebook dal cellulare, due anziane che parlano di quanto erano belli gli anni 50, un gigante vestito bene che continua a guardare l'orologio, una donna che legge un libro e il solito tipo brillante che parla con il conducente, di quanto è bravo con le donne. L'autobus parte con uno strattone, cercate un posto per evitare i sobbalzi del viaggio, ne trovate uno vicino ai giovani socialmente asociali. Appena vi sedete compare alle vostre spalle il Boss. Non sapete da dove sia sbucato, forse ha usato un portale interdimensionale.
L'Obliteratore è immenso, vestito di un abito scuro e armato di un letale bucafogli.
“Lei” - E' una accusa formale - “Non l'ho vista obliterare il biglietto”.
Cercate di giustificarvi:”Ah mi scusi, non sapevo, sa, prendo poco i mezzi pubblici”
“Non ci sono problemi, la capisco” Non è vero - “Mi dia qui il biglietto che glielo oblitero io” e allunga una mano robusta.
Sudate freddo e cominciate ad avere i tremori, inoltre, siete a corto di scuse per continuare la conversazione: ”Si un attimo...” fate finta di cercarlo nella giacca, poi nei pantaloni, quindi dentro la suola delle scarpe.
“Eppure ce l'avevo qui” dite al mondo più che a voi stessi, mentre l'Obliteratore vi osserva passivo e con la mano tesa.
“Guardi, le giuro che l'ho comprato...” continuate a dire, il gigante non vi crede, lui sa che non lo avete.
Ravanate per qualche minuto nelle tasche, lui è un robot che non ha emozioni e vuole solamente un pezzo di carta valido. “Le giuro che...”
“Se non ha il biglietto o l'ha perso, per me non fa nessuna differenza, deve pagare la contravvenzione” - dice sfilando un blocchetto di carta dalla giacca:“Mi spiace, c'è una multa di 90 euro”.
Nel frattempo il pulman si ferma, le porte automatiche si spalancano sbuffando e i vostri riflessi scattano fulminei. Scappate ma l'Obliteratore vi precede, conosce i vostri pensieri e vi blocca con la sua stazza, urtate nella sua giacca di acciaio e vi divincolate, gli girate attorno e correte verso la libertà. Due braccia enormi cercano di prendervi, sventolano dietro le vostre spalle. State correndo in strada e l'Obliteratore vi sta maledendo ma non vi insegue, fuori dal mezzo pubblico è privo dei suoi poteri.

21 ott 2014

Tutti i vantaggi di una connessione di Merda.

connessione di merda


Nell'entroterra in cui vivo sono presenti tante cose belle. Il paesaggio, ad esempio, spoglio di cemento e privo di inquinamento. I monti ti guardano senza farti ciao quando, al mattino, alzano il sole sopra le loro vette e la sera lo trascinano dietro le loro spalle. La natura ti avvolge con entusiasmo quando i cinghiali ti attraversano la strada, con al seguito una cucciolata di piccoli cuccioli da trenta chili l'uno. Ti sorprendono i caprioli che sbucano dalla verzura improvvisamente, sfiorando il parabrezza. Stupisce il riccio che cerca di mimetizzarsi con l'asfalto nella notte e lo scopri dopo averlo grattato via dai pneumatici. Due passi nel verde possono schiarire i pensieri e rasserenare l'animo tribolato, di questa vita frenetica. Tanta bellezza ha uno prezzo altissimo da pagare, almeno per un nerd come me: Una connessione adsl di merda.
Lontano ben Sette chilometri dal centro abitato, dove la civiltà ha portato 20 mega di download, nella mia rurale periferia il provider locale (indovina chi) non vuole rischiare di potenziare questa rete vetusta, metti mai che acquisisca nuovi clienti.
Da anni vivo con questo deficit digitale e le alternative valide, purtroppo non ne esistono, almeno per i gamer online. Certo, potrei abbandonare casa mia, pagata con qualche sacrificio e un mutuo infinito e andare in affitto in una abitazione adeguatamente connessa; grazie al cazzo aggiungo. Oppure potrei sottoscrivere un abbonamento 3G di qualche operatore telefonico ma la limitazione dei gigabyte di dowload su un Pc con installato Steam è limitante (se vogliamo anche con una console next-gen, che appena la accendi si fa qualche giga di aggiornamento). Chiarisco subito che, per connessione di merda, intendo non solo la velocità di connessione castrata sui 650Kb (1 Giga si scarica in una manciata di secoli) ma anche un valore di Ping elevatissimo, dovuto alla saturazione della linea. In pratica, tutti i piccioni viaggiatori della centralina telefonica sono oberati di lavoro e volano pigolando e cagando giù in quota.
A ogni modo, non sono una persona pessimista e credo non sono cosi disperato, in giro c'è di peggio! Ci sono molte famiglie al mondo che non hanno ne l'acqua corrente ne cibo, eppure sono allacciati con la fibra ottica.
Potrei quasi invidiarli.
So che avrete difficoltà a crederci ma possedere una connessione di merda come la mia, porta inaspettatamente dei piccoli benefici, sia per la salute che per il portafoglio. Non mi credete? proverò a convincervi:


 

IMMUNITÀ AI SALDI DI STEAM


Ho molti amici che, durante i saldi di Steam, dimagriscono la carta di credito davanti a quella schermata piena di numeri in percentuale giganteschi. Non so se ci giocheranno mai o se sono consapevoli di cosa stanno comprando, rimangono vittime del perverso meccanismo di prezzi vantaggiosi. Più lo sconto è alto più è probabile che acquistino il titolo. Alcune volte, dopo aver sbiadito la Visa, si accorgono di possedere già il gioco appena acquistato e se ne dimenticano il giorno dopo, davanti a una nuova carrellata di sconti e giochi mai visti, con offerte vantaggiose. Un incantesimo che non funziona, con gran dispiacere per i vertici di Steam (mi spiace Gabe!, dammi una adsl cazzuta e ti compro tutto), per chi ha una connessione di merda come il sottoscritto. La maggior parte dei titoli appetibili nei saldi ha un grosso peso in termini di dimensioni. Molti superano i 7 giga e anche solo SETTEGIGA per me vuole anche dire lasciare il PC in dowload acceso fino alla prossima stagione glaciale. Neanche dovessi sminare dei Bitcoin. Un tempo di attesa troppo elevato che mi fa passare qualsiasi voglia di provare al titolo acquistato. Quindi, prima di possedere un gioco, guardo le sue dimensioni e se sono troppo elevate, lo lascio li dov'è. In termini monetari è un gran risparmio perché è difficile trovare un gioco dalle dimensioni modeste; le software house sono come i bambini, fanno la gara di chi ce l'ha più grosso.
 

DIVENTARE FILOSOFI.


Scrivete un indirizzo sulla pagina del vostro browser preferito, non importa che sia Chrome, Opera, Explorer, Firefox, Safari, si comportano tutti ugualmente con una connessione di merda. (se proprio voglio fare una preferenza. uso Chrome; quando la pagina non si apre, compare un disegno di un simpatico T-rex) Prima che la pagina si carichi completamente rimarrà bianca per un determinato periodo di tempo. Possono essere due minuti o oppure un'ora, tutto è incerto quando si ha una adsl medioevale. Rimarrete a osservare quella schermata candida, inizialmente con impazienza, quindi con curiosità, poi succederà qualcosa di fantastico; smetterete di aspettare e sarete soggiogati dallo schermo, il bianco entra nei vostri pensieri che diventeranno bianchi e vuoti come lo schermo. Avrete la mente sgombra e priva di influenze. Ricorderete l'infanzia, i primi passi, il giorno in cui vostro padre ha levato le rotelle alla bici, il primo bacio, il primo amore, il primo giocattolo, il primo Headshot, siete liberi di pensare. Andrete lontano con l'immaginazione, scoprirete verità sulla vita che non avete mai considerato, analizzerete la vostra anima dall'alto svolazzando nei cieli della filosofia. Nel fluire armonioso di ricordi e pensieri, abbraccerete una serenità che finirà bruscamente con l'errore 404.
 
 

NESSUNA SCUSA PER LE SCONFITTE.


Le partite online, specialmente quelle negli sparatutto, hanno alti e bassi. Gli alti sono le vittorie sfolgoranti che migliorano la giornata e ti proiettano nell'entusiasmo infantile, dagli adulti dimenticato. I bassi sono quando perdi amaramente una deathmatch o subisci da solo un'aggressione di un intero Clan, svoltando l'angolo. Per le vittorie, sappiamo bene o male tutti come comportarsi; urlare il nome dell'amata dalla finestra e insultare gli avversari. Noi giocatori con la connessione di Merda, però per le sconfitte, possiamo attribuirne la colpa unicamente alla Lag, perché è fotuttamente vero. Nelle nostre partite l'incognita di un Deja vu alla Matrix è cosi frequente da diventare normalità e grava sui nostri mouse ogni secondo, giustificandoci in caso di sconfitta. Se siamo un curatore in un mmorpg a caso, tanto si comportano tutti nella stessa maniera con una connessione di merda e il vostro gruppo viene massacrato dal boss, non sarà dovuto a incompetenze nelle vostre cure ma alla onnipresente lag, diventata imprevedibile.
Abituati a delle condizioni di gioco cosi ostili, quando avrete (se arriverà quel giorno) la possibilità di passare a una connessione migliore, diventerete talmente bravi da sfonderete i culi ai passeri, anche con il monitor spento.
 

PIÙ TEMPO PER LA CREATIVITÀ.


Se vi sentite un pochino scrittori (oltre che giocatori laggati) nel tempo in cui aspettate di vedere un filmato di due minuti su Youtube completamente caricato, potrete aggiornare il vostro blog con i vostri pensieri, le vostre storie o dei racconti di fantasia. Non siete più schiavi di un portale che vi incolla allo schermo con protagonisti eccentrici o utili guide per photoshop, siete padroni del vostro tempo e lo impiegherete in attività che giovano alla vostra creatività, come aggiornare il vostro dimenticato Blog. Dopo che avrete terminato un sfolgorante racconto, ottenuto successo mediatico e convertito in un romanzo cartaceo da milioni di copie, il video su youtube sarà completamente caricato e potrete finalmente vederlo.

TETTE SENZA BUFFERING.


Accedere con una connessione simile in quei particolari siti, in cui migliaia di video mostrano persone che si riproducono per spettacolo, può stupire. Una volta premuto il tasto play il filmato si palesa dopo qualche minuto. Si vede l'attore che entra in scena dicendo qualche frase formale per giustificare la successiva sveltina, tipo:"temo di aver lasciato il frigo aperto", quindi l'attrice che si slaccia l'ultimo centimetro di stoffa che la copre e partono con le danze, lo stupore non arriva dalla scena di sesso che oramai è cosa normale, quasi monotona in questi portali, bensì dalla velocità in cui viene caricato il filmato. Nonostante risulti impossibile guardare in tempo reale un video su Youtube, lo streaming del porno riesce a essere visto senza interruzioni, anche su una connessione di merda.
Non che io li visiti, me l'ha detto mio cugino...
 
 

17 ott 2014

E venne a noia.

Per gustarsi un film bisognerebbe guardarlo con più occhi. Un paio dell'adulto, due del bambino e due dell'anziano. Tre punti di vista differenti che includono il cinismo della maturità, la spensieratezza dell'infanzia e la saggezza dello spettatore navigato. Se la pellicola non piace alla parte adulta, può essere piacevole per le altre due, dai gusti differenti. Guardando  "E venne il giorno" la triade l'ha valutato all'unanimità sterile, noioso e insignificante. Per quale motivo?:
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Prima scena: esterno. Due ragazze cazzeggiano al parco di Philadelphia, quando una di queste vede qualcosa di strano. Un uomo cammina all'indietro, dopodiché nel giro di qualche secondo, tutte le persone del parco si fermano e assumono un comportamento assente, rimanendo ferme senza fare nulla, neanche recitare. L'adulto rimane spiazzato dall'introduzione e spera che questa epidemia non sia l'ennesimo clone degli zombie. Il bambino, invece, vorrebbe qualche esplosione e purtroppo non scoppia nulla. Al saggio farebbe piacere qualche dialogo intelligente e si deve accontentare della lezione del professor Eliott Moore...
vlcsnap-00161In una classe anonima insegna a un manipolo di giovani, le bellezze della scienza e se ne esce con la notizia terrificante; tutte le api del paese sono scomparse, volatilizzate, misteriosamente svanite. Quindi ha la brillante idea di chiedere ai suoi alunni una spiegazione, casomai tra loro dovesse manifestarsi un nuovo Einstein. Le risposte sono le solite:"Colpa dell'inquinamento", "Riscaldamento globale", "Qui non c'è lavoro, sono andate a all'estero", "Le ho ammazzate tutte io". "Sono a casa di tua mamma". Cose così.
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Jake, invece è un giovane arrogante che tiene in scacco centinaia di ragazze grazie al suo mento intersecato e, delle api a lui non gli importa un cazzo. Sarebbe più angosciato se, a sparire, fosse stata tutta la gnocca. Il disinteresse dell'alunno scatena a Elliot un interessante discorso sull'impotenza della scienza contro la natura; una forza incomprensibile per l'uomo e spaventosa per la donna che scopre un ragno nel lavabo. Prima che qualche alunno possa fare qualche obiezione, entra nell'aula la vice-preside che annuncia un'emergenza.
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ATTACCO TERRORISTICO!


Secondo delle fonti attendibili, cioè i telegiornali, la città di Philadelfia è sotto un attacco a opera di terroristi stanno mettendo in circolazione una sostanza che porta al suicidio. Le notizie sono frammentarie e senza dettagli rilevanti, comunque è abbastanza per fare evacuare la gente dalla città. Eliott raggiunge velocemente casa, prende sua moglie Alma sottobraccio e scappa da qualche parte. Si scatena il panico generale, ogni cittadino Aericano viene avvertito con dei consigli per difendersi dagli attacchi dai soliti espertoni televisivi:"Chiudetevi in casa e bevete tanta acqua".
Emergono i dettagli di questa epidemia che non sono distintivi per rendere più interessante il film.


vlcsnap-00164Alcune persone invitate all'anteprima del film.


Le piante producono una neurotossina in grado di mandare in corto circuito il cervello umano, fino a arrivare a suicidarsi. Una vendetta contro l'uomo che ha l'abitudine a fumarle. Il bambino è deluso perché non vede quelle pirotecniche esplosioni che avrebbero giovato al film, il saggio è contrariato dallo sviluppo della storia, l'adulto rimpiange i non morti. L'epidemia, che dovrebbe avere risvolti drammatici e un pochetto horror, raggiunge vertici di grottesco grazie ad alcuni imbarazzanti scene:


vlcsnap-00165Cosi risparmio i soldi del barbiere.


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Micio micio! vieni a mangiarmi che ho finito il Kitekatte.


Sicuramente mi sto sbagliando e sono stato condizionato da questo libro:



Che consiglio di leggere.


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Walhberg!  Vai, più drammatico!, ora avvicinati contro il muro lentamente, bravo!, sgrana più gli occhi, si! più sgranati!
Buona la prima!


Dopo la camionata di gente che si toglie la vita cercando una posa spettacolare, il film giunge all'epilogo senza fantasia e con interminabile monotonia. Lo spettatore subisce un'ora e ventisei minuti di passivo intrattenimento. Niente epidemia globale per l'adulto, niente detonazioni per il ragazzino, niente metafore per l'anziano. Il milione di api morte sono le autentiche vittime di questa commedia fantascientifica. Eppure la locandina sembrava promettere altro:



Ricorda molto:"Io sono Legenda" e forse per questo che ha strappato con l'inganno, qualche biglietto in più del dovuto. Ennesimo film insoddisfacente del Sig. Shyamalan che nasce da un'idea sfruttata qualche milione di volte, sviluppata senza troppa creatività e rovinata irrimediabilmente dal finale. Il regista non si sia fatto un'auto critica prima di distribuire un simile prodotto? Non si sarà chiesto:"Sarà abbastanza interessante?", "Aggiungiamo qualche capezzolo per aumentare gli incassi?", "Verrà capito il dramma delle Api?"


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No, perché a Jake delle api, non gli importa un cazzo.

11 ott 2014

Sin City: il fottuto sequel.

un uomo e una donna nuda. decisione difficile
Notte calda nel mio paese.
Il caldo di Agosto sta ancora baciando in bocca questo Ottobre, un lungo e articolato lavoro di lingua. Guido la mia auto cubica nelle strade deserte mentre la luna con una faccia perplessa, spara in tutte le direzioni il suo alone urina. Qualsiasi sano di mente questa sera andrebbe con la ragazza, in qualche fottuto posto romantico per cercare qualche inutile di paradiso in mezzo a qualche parola.
Invece no.
Mi fermo davanti alla casa di un amico, una via anonima con un paio di bar, entrambi chiusi. Vado alla porta e pesto il campanello, ha il suono di un'ape che precipita colpita da un missile terra aria.

Lui apre la porta con uno scatto, mi guarda e mi chiede:"Che cazzo vuoi?"
Non lo avevo avvertito e non sono solito fargli sorprese.
"Andiamo al cinema, c'è un film al cinema che spacca!"
"Non me ne frega un cazzo!"- fa lui facendo per chiudere la porta, sulla sua mano destra c'è un tatuaggio cazzuto; un teschio sopra un coltello di Chef Tony -"Questa sera ho altro da fare; inizia la nuova stagione di Grey Anatomy".
"Che cazzo dici Alex? Sto parlando del seguito di Sin City!"
Il suo volto si accende, la porta si riapre -:"Potevi dirmelo prima cazzo!" - In un attimo è vestito per la serata e con questo cazzo di caldo ci vuole davvero poco.
"Porca puttana, quando inizia? riusciamo a arrivare in tempo?" - Mi domanda mentre entriamo in macchina.
"Inizia tra venti minuti, non ti preoccupare che ce la facciamo" L'auto parte e appiccico qualche metro di pneumatico sull'asfalto. Guido veloce senza paura di morire, nessuno si deve intromettermi nella mia traiettoria, chi osa farlo viene punito accecato dagli abbaglianti, se ci riprova è un uomo morto.
Generalmente sono sempre donne, per questo le lascio andare.
Una manciata di chilometri ci separano dal cinema e più volte supero i limiti di velocità, sperando che non ci siano sbirri nascosti da qualche parte o autovelox infilati nel culo di qualche scatola metallica. Pesto sull'acceleratore con tutta la forza, il motore ringhia feroce superando la barriera del suono.
Mi pare di aver letto che si abbatte verso i cinquanta chilometri orari, più o meno. C'è scritto su wikipedia.
Entriamo nella città; è buia, cupa, silenziosa e sembra abbracciarci come un parente che desidera la nostra morte. Una città triste, dove le prostitute preferiscono lavorare a maglia. In giro ci sono giovani che vagano senza destinazione e un paio di camion della spazzatura. L'odore dei rifiuti si mischia a quello del Kebab. O forse sono io che ho lasciato le scarpe da lavoro nel bagagliaio.
Giriamo un paio di vie cercando un parcheggio, quando vediamo una panda uscire da un buco. Mi avvicino con arroganza mentre un anziano con una Volvo cerca di rubarmelo. Gli mostro il ferro e il vecchio si allontana sgranando la marcia. La Volvo scivola dietro l'orizzonte; nel parcheggio non ci sarebbe mai stata.
Chiudo l'auto e raggiungiamo il cinema, è deserto. In giro c'è una fottuta crisi che blocca la gente a casa dalla paura o forse c'è qualche cazzo di partita di calcio. Non sono uno sportivo.
Raggiungo la cassa e compro due biglietti:"Due per Sin City e dammi dei posti come si deve, baby"- Dico alla cassiera bionda da due enormi occhi blu. E' sprecata in quel posto, starebbe bene a casa mia, sopra di me, sopra il mio letto.
"Cosa intende per come si deve?" - Mi domanda mentre quelle gemme blu mi scannerizzano.
"Intendo due cazzo di posti dove il film si vede fottutamente bene" - rispondo io infilando due bigliettoni sotto il vetro antiproiettile. Succedono cosi tante sparatorie al cinema?
"Ah, ok allora Fila Efffe sala 6" - Mi allunga due biglietti e mi getta un'ultima occhiata. E' innamorata e magari ci vediamo dopo, come è probabile che non ci vedremo mai più.
Dopo che un nano pelato ci strappa con cattiveria i fottuti biglietti, entriamo nell'anticamera del cinema, siamo in anticipo. Alcune macchinette sibilano immobili contro i muri. Scaffali illuminati espongono bibite e patatine. No grazie ho già mangiato, non sono il tipo da assimilare queste porcherie.
Raggiungo una commessa dietro un bancone e prendo una confezione di due chili di poc-corn al cioccolato. Sperando che mi bastino per la durata del film. Il mio amico compra tre litri di Thè all'Amianto e infila un paio di banconote per comprare qualcosa da mangiare. Ci vogliono tre persone per estrarre dalla macchinetta la confezione, formato condominio, di patatine.
Trascinandoci dietro le nostre vettovaglie entriamo nella sala, dove uno schermo per noi troppo piccolo, mostra delle insulsi spot pubblicitari. I posti sul biglietto non soddisfano i nostri canoni di perfezione. Cosi vaghiamo di sedia in sedia finché non riusciamo a vedere quello schermo, come cazzo si deve. Finisce che io mi siedo in G19 mentre il mio amico in W21, per fortuna la sala è vuota e non serve ammazzare nessuno per ottenere i posti. Dopo il carosello di cazzate, che a noi non frega un cazzo, la sala si spegne e parte il film. Neanche un trailer prima, giusto per scaldare l'attesa, peccato.
Sfila una interminabile sequenza di nomi, titoli di case cinematografiche che si pavoneggiano per aver fatto un fottuto film che dura meno delle loro scritte sullo schermo. Patetici stronzi che vogliono due minuti di notorietà.
Questa volta il film è diviso in tre storie distinte, alcune senza continuità, una decisamente inutile. Lo stile del primo è stato ereditato e, anzi, migliorato con quella dovuta maestria che viene apprezzata da chi ha amato Sin City. Le voci fuori campo che raccontano e commentano la storia ci sono, è quella caratteristica che ho apprezzato nell'opera di Miller, più di tutte le altre.
I personaggi sono carismatici e decisamente cazzuti. Qualcuno lo conosciamo già, qualcuno invece è morto, questo però non gli  impedisce di apparire ogni tanto, Jessica Alba c'è ancora e sembra più gnocca e più brava a ballare. La storia che da il titolo alla pellicola è la più godibile e intrigante:
Il solito uomo duro, pronto a ammazzare per avere dei buoni benzina, incontra la sua ex in un bar malfamato, che poi è quello frequentato da qualsiasi classe sociale di Sin City. Il duro, con la faccia squadrata come una stufa in ghisa (per inciso, l'attore che lo interpreta è il fratello maggiore dei Goonies, quando cazzo di tempo è passato?) viene stregato dagli occhi affascinanti della ragazza.

Quella notte, ritorna a casa e se la trova a letto, completamente nuda. Dopo un iniziale tentennamento dovuto ai loro trascorsi tribolati, entra sotto le coperte e se la fotte senza mezzi termini. Anche se il film è vietato ai minori, le parti intime più interessanti sono oscurate da un intelligente e artistico effetto bi-cromatico, che poi è lo stesso che domina incontrastato per tutta la durata del film. Dopo il coito notturno, il duro è cotto come un adolescente che ha visto per la prima volta i Pokemon ed è pronto a assecondare ogni suo desiderio. Scopre che la sua nuova fiamma viene maltrattata dal suo attuale marito, convinto di salvarla da questa fottuta situazione, assolda Marv per farsi aiutare a irrompere nella villa del marito stronzo e spaccare qualche testa. Però le cose non stanno proprio cosi e il duro con la mascella di Pininfarina si ritrova in un pericoloso (e fottuto) gioco di potere. Uomini statuari a prova di proiettile dalla parlantina volgare, con un passato violento che vengono manipolati da una donna: Morti di figa senza vergogna.
La storia centrale termina,  lo apprezzo in silenzio mentre rido per le scene violente, volutamente grottesche e fenomenali, anche se il sangue è uno schizzo bianco e fa pensare a uomini riempiti di latte.
Si prosegue e finalmente Jessica Alba abbandona il ruolo della ballerina spogliarellista che non si spoglia mai, per il ruolo di ragazza incazzata che vuole vendetta e continua a non spogliarsi. Tornano vecchi rancori, torna Bruce Willis con i capelli.
Sin city ha alti e bassi, quest'ultimi vengono sempre perdonati per via dei primi. Due ore sono volate via, la sala si accende nuovamente, accanto a noi le frattaglie di quello che abbiamo appena consumato, davanti a noi un bel film che ci abbandona salutandoci tristemente con i titoli di coda. Usciamo dalla sala commentando lo spettacolo appena visto, siamo entrambi entusiasti, era quello che volevamo vedere.
Esco dal cinema buttando gli occhi sulla cassiera, sembra stanca, posso capirla; non deve essere facile stare seduta tutta la sera e stampare dei biglietti che poi ti strapperà in due un nano. Un lavoro che non invidio.
L'auto scorre verso casa, conosce la strada. Non servono le luci, la luna illumina tutto, pennellando di strano il paesaggio familiare. E' troppo presto per una birra e troppo tardi per una rissa. Lascio l'amico a casa e alla sua cazzo di Grey Anatomy. Poi rombo verso casa, parcheggio nel vialetto, butto un'occhio al cielo dove non sembra succedere un cazzo.

Entro in casa, lancio le chiavi da qualche parte e mi siedo davanti al computer, sono ispirato per scrivere una recensione del film. Mi piacerebbe farla articolare, una di quelle che vengono scritte in quelle cazzo di riviste che leggono solo gli intellettuali, dove si parla di tutto e di nulla, però con eleganza.
Clikko su worldpress e davanti alla pagina vuota del mio Blog, scrivo:

"Sin City una donna per cui uccidere" mi è piaciuto molto.


E non serve aggiungere altro, cazzo.

5 ott 2014

Lucy -100% Cervello

Lucy_(film)
Nonostante i ripetuti avvertimenti di amici, parenti e della cassiera del Diperdi, sono ugualmente voluto andare al cinema per vedere quest'ultima fatica di Luc Besson. Eccomi qui, in questa mattina di Domenica, a fare un riassunto, quasi senza Spoiler di quello che mi è sfilato davanti agli occhi, in quello schermo enorme dove sarebbe stato più opportuno vederci comparire un eroe in calzamaglia.
Molti si aspettavano, incluso il sottoscritto, una specie di Marvel Movie; colpa di un trailer che anticipava la storia di una ragazza normale che acquisisce dei supepoteri per poi ,magari, prendere a calci nel culo delle lucertole giganti, come qualsiasi supereroe che si rispetti.
Lucy è una ragazza normale come tante, leggermente più gnocca. Un giorno aiuta un amico che ha conosciuto in discoteca a Taipei e si ritrova in un brutto film di Luc Besson. La storia inizia con una buona dose di suspance e genera quel tipo di curiosità che porta a vedere cosa succede dopo e, soprattutto, come la ragazza acquisirà i superpoteri. Un pubblico smaliziato è solito aspettarsi una genesi di tutto rispetto purché il film arrivi in quelle scene spettacolari piene di computer grafica e frasi con tante parolacce. Mentre Lucy si trova coinvolta in un giro di pietruzze dal colore blu che avete già viste in un telefilm, un professionale Gordon Freeman ci spiega che l'intera umanità usa solamente il 10% del proprio cervello.
La prova schiacciante è la creazione di questo film.
Davanti a un pubblico di studenti, ricercatori e semplici fancazzisti, continua ipotizzando quando possa diventare potente se la percentuale di utilizzo dovessero, a livello teorico, salire progressivamente. Il solito laureando di turno, alza la mano facendo una domanda che si stanno ponendo tutti glli spettatori in sala:"Quando arrivano le scene di combattimento con i super poteri?". No.
In realtà chiede:"Cosa dovesse succedere se il cervello venisse sfruttato al 100%?"
Gordon Freeman assume quello sguardo tra lo stupito e l'orsetto Teddy e risponde:"Siamo nella più completa fantascienza!" - Fino a qui ci arrivavamo tutti Freeman, bella zio, batti il cinque.
Tra uno spiegone e l'altro, Lucy assume accidentalmente la droga blu mentre sta per essere usata come corriere, involontario. La sostanza gli entra in circolo in una giostra di colori e fantasia in computer grafica, mentre lei soffre alterando la forza di gravità. Quando l'intero processo di assunzione è completo, iniziano finalmente a manifestarsi i primi super-poteri. Un numero enorme compare sullo schermo.

20%


La percentuale di pubblico che se ne andato in quel momento.
Lucy inizia ad avere il pieno controllo del suo corpo; non percepisce dolore, ha i riflessi migliorati e un sguardo catatonico. I suoi sensi aumentano di sensibilità e se ne aggiunge qualcuno in più, come la possibilità di percepire tutte frequenze radio e video, quindi vedere gratis tutti i canali di Sky. Il suo cervello si evolve imparando più velocemente, apprende in poco tempo il Mandarino, per facilitare gli spettatori che erano stufi di vedere tutti quei dialoghi tra cinesi senza i sottotitoli.

30%


Se ne va quel gruppo di giovani che sperava di vedere una tetta di Scarlett Jhoanson.
Lucy diventa più potente e assume quei poteri che, secondo la storia, possediamo anche noi, basta solo sfruttare meglio il nostro cervello. Evolvendosi meglio di qualsiasi altra bionda, impara quindi a guidare l'auto e il film concede finalmente una buona scena di azione tra le strade di Parigi. Mano a manco che la percentuale sale, scopriamo che tutte facoltà straordinarie non sono cosi pazzesche e rientrano nelle facoltà di una normale ventottenne, gnocca, tipo; la manipolazione degli uomini, il cambio di colore dei capelli, l'abilità di girare il mondo a scrocco, orientamento eccezionale nell'utilizzo dei social network.

50%


La famigliola che sperava di vedere Lucy prendere a calci in culo dei cattivoni vestiti da lucertole, se ne va mentre i bambini piangono. Il padre invece è dispiaciuto per la mancanza di tette.
I toni del film assumono delle tinte dark e imprevedibili, Besson vuole fare uno scherzetto:"Non sapete cosa vi combino io, hi hi hi!" se la ride dietro la telecamera, mentre trasforma Lucy da probabile super-eroina, in topa da biblioteca. Gli spiegoni scientifici si fanno più insistenti mentre le scene di azione entrano in scena, forzate come introdurre un elefante nella gabbia del criceto. Lucy diventa cosi potente da poter far tutto, decisamente troppo potente anche per un cervello evoluto.
Potrebbe risolvere le scene finali alzando un sopraciglio, preferisce invece diventare ospite di un documentario alla Discovery Channel.

70%


Abbandonano la sala un gruppo di anziani che interpretando il titolo in una certa maniera, pensavano di vedere una film hard.
Non ci sono più speranze per il film, sfilano gli ultimi momenti in qualche scena di azione banale, dove il cattivo di turno cerca di ottenere vendetta nella solita maniera dei cattivi di turno; Con estrema calma.
Anche se avete facilmente intuito il destino del malvagio antagonista, quello che spiazza totalmente è la conclusione del film, che lascia al pubblico una serie infinita di interrogativi, che un cervello utilizzato solamente al 10% come il nostro, non potrà mai risolvere.

100%


Il pubblico svuota la sala appena iniziano a sfilare i titoli di coda. Insoddisfatta, torna a casa fregandosene di chi ha fatto il film.
Via di mezzo tra azione, commedia e hero-move, Lucy non raggiunge nessun traguardo di decenza tra questi generi. Non annoia certo, però delude. La protagonista perde qualsiasi carisma durante il corso d'opera e le poche trovate interessanti, sfumano per giungere affrettatamente a quel messaggio finale, che perde qualsiasi significato dietro a una scelta caotica di contenuti.
Qualcuno potrebbe obiettare:"Almeno non è uno di quelle solite Americanate con i super eroi in calzamaglia"
E' vero; E' una Francesata con una super eroina con i pantaloni.