31 lug 2014

Transformer 4: l'Erà dell'Esagerazione (no spoiler)

il poster tamarrissimo
Esterno - Una prateria piena di dinosauri che a stento stanno nell'inquadratura, viene bombardata da delle Astronavi potentissime e incazzatissime.
Esterno - Una strana struttura di metallo ultraresistente viene ritrovata da qualche parte nell'Antartide.
Interno - Due uomini si incontrano davanti a un cinema dismesso, di qualche decennio fa, per comprare dei rottami d'annata e farci su dei soldi.
Esterno - Un poker di gnocche sopra una Jeep torna a casa dopo una sfolgorante e emozionante giornata di studio.
Il montaggio schizofrenico di Micheal Bay ci proietta nei primi minuti di Transformer 4 con un breve riassunto di quello che è appena successo: Il mondo è abituato all'idea dell'alieno.
Non di quelli verdi macrocefali che ogni tanto si portano via una mucca, no, degli alieni di metallo  che si trasformano in macchine o aeroplani. Passati cinque anni dalla battaglia di Cicago avvenuta nel terzo film, vediamo un uomo, Cade Yeager, che si dichiara inventore però con la stazza di Mark Wahlberg nessuno ci crede, disoccupato, senza un soldo e con una figlia: Tessa, gnocchissima e minorenne, possibilmente inquadrata da dietro. Vive in una casa in mezzo al nulla in Texas con un capanno pieno di oggetti arrugginiti. La sua vita e il film cambia quando, dentro un cinema abbandonato, compra per pochi spicci, un Camion arrugginito, che lo spettatore più sbadato riconosce come Optimus Prime.
Una volta portato a casa, scambia due parole con Tessa sui suoi doveri; "Prima lo studio e poi il divertimento!...bla bla bla" anche se il pubblico in sala, ha già capito che la giovane non è più vergine. Quindi si mette a lavorare sul camion che scopre non essere un Tir comune. MA DAI!
Dopo aver disarmato un missile finito nel motore, il grosso autocarro si trasforma in un enorme robot, ancora traumatizzato dal precedente episodio. Vorrebbe sparare all'uomo e fare terminare il film due ore prima, invece rinsavisce e riconosce il buon intendo dell'inventore che ha cercato di salvarlo. Optimus è conciato veramente male e Cade vuole ripararlo anche se non sembra in grado neanche di riparare un posacenere. Comunque iniziano a esserci troppi minuti senza una esplosione e per Michal Bay è intollerabile!.
La casa di Cade viene circondata da una ventina di auto. Sono degli uomini della CIA capitanati da un intermediario dal viso torvo, mossi con lo scopo di portare via il capo degli Autobot. I modi degli uomini sono bruschi e violenti, minacciano persino di sparare a Tessa per conoscere l'esatta ubicazione di quell'enorme robot. La loro organizzazione è dotata di una tecnologia in grado di rintracciare i trasformer a fanta-chilometri di distanza e poi hanno difficoltà a trovarne uno dentro un capannone.
Ovviamente Optimus salta fuori dal capannone sorprendendo tutti, nonostante sia mal-funzionante e friabile, riesce a fuggire mentre un elicottero cerca di colpirlo con i missili, nonostante continui a mantenere una traiettoria lineare, fiacca e sia un bersaglio enorme. Si vede che è lo stesso pilota che continuava a mancare Godzilla nel film di Emmerich.
Cabe riesce a scappare assieme alla figlia, grazie al suo fidanzato Dyson che il padre ignorava di avere, mentre il pubblicò già sapeva e lo aveva già taggato su Facebook.
La fuga è rocambolesca, si snoda nel traffico urbano dove saltano via auto e robot su diverse inquadratura, alcune rallentate per fare vedere agli spettatori quanto è bella la computer grafica. In effetti la sua porca figura riesce a farla, soprattutto per tenete in piedi il festival dell'assurdo.
Sia l'enorme Tir che il gruppo di Cabe riescono a scappare e nel deserto incontrano altri Autobot sopravvissuti al genocidio compiuto dalla Cia. Ritroviamo Bumble Bee e altri tre robot mai visti prima, però stupidi esattamente come gli altri.
Nel frattempo abbiamo il piacere di conoscere Joyce, il capo della fantomatica KSI che muovendosi nei suoi lussuosi uffici e parlando con i suoi dipendenti, inizia a assomigliare sempre di più a Steve Jobs. Certo è solo una mia impressione.
Con la sua guida la KSI è riuscita a creare autonomamente delle copie fedeli dei Transformer, grazie a un materiale brevettato dall'azienda chiamato: "Transformio". Un metallo talmente elaborato da poter essere programmato da qualsiasi Mac book, ehm, Computer. Una vocazione quella di Joyce che vorrebbe portare la produzione di robot per sostituire completamente gli esseri umani in campo bellico. Robot che si trasformano in fuori serie che si lanciano in guerra. Trasformarli in carri armati o Hammer, No eh?. Certo, i Carri armati non possiedono quel Design innovativo e glamour.
Se fino a qui la trama poteva avere dei risvolti artificiosi, aspettate di vedere il resto del film che svilupperà ulteriori dettagli, che non vi svelo causa Spoiler, daranno quello spessore alla pellicola che servirà a costruirci sopra una battaglia incasinatissima. A risolvere ogni cosa ci saranno scene di combattimento interminabili con sequenze d'azione movimentate che saltuariamente rallenteranno per darvi la possibilità di mangiare qualche poc-corn.
Non sono mai stato contro questo tipo di film; Nasce per una specifica utenza e più volte, nel corso del film, continua a ricordarvelo. Abbiamo dei robot giganti che parlano e si comportano come dei bambini di 10 anni, un capo carismatico che non dialoga, ma comunica con frasi che vogliono sembrare epiche. Dei protagonisti umani con atteggiamenti spesso infantili e una trama costruita per condurre ogni singolo elemento della storia verso una devastazione esagerata.
Tranformer 4, esattamente come i precedenti: E' un film per bambini e se avete voglia di tornare nuovamente bambini, allora potrete anche divertirvi guardando lo spettacolo di città trasformate in parco giochi per robot, auto e muoversi e saltare all'impazzate su strade interminabili, battaglie combattute senza regole con armi bianche e da fuoco senza Logica e i Dinobot, anche se il loro look risulta più "sporco" di quelli originali. Una giostra di esplosioni, fuoco e metallo trasformabile dove Micheal Bay ne controlla ogni meccanismo con il suo solito stile esagerato e chiassoso.
Transformer 4 è un prodotto usa e getta del moderno cinematografo, un giocattolo tecnologico come lo erano gli stessi giocattoli dei Transformer negli anni 80.

23 lug 2014

Xperia Play: Due anni dopo.

Possediamo oggetti che ci seguono nella vita di tutti i giorni. Alcuni li pensiamo indispensabili e tra questi c'è il telefonino. O meglio, qualche anno fa si chiamava "telefonino", serviva solamente per telefonare in mobilità. Era una specie di magia che poteva farci comunicare con gente di tutto il mondo, ma visti i costi si usava lo stretto necessario e per fare scendere di casa la ragazza per uscire, si mandavano due squilli. Poi sono arrivati gli smartphone, l'evoluzione più o meno naturale del telefonino, e non si usano per fare delle banali telefonate, ma per navigare in internet, cazzeggiare su Facebook, guardare Instagram, Twittare, leggere le notizie, fare pagamenti...eccetera, eccetera.
Anche io faccio parte di quella popolazione che vive con lo Smarphone; mi serve per lavoro e mi piace usarlo per scopi antisociali. Esattamente come faccio ora con il Pc.
In questi giorni il mio precedente smartphone rifiutava di accendersi, manteneva spesso comportamenti ribelli nei miei confronti e non si comportava molto bene con alcune applicazioni. Insomma mi sono guardato in giro e ho provveduto a comprarne un altro, prima che questo mi lasciasse, come si dice, a piedi.
Non sono ne un fanatico Apple e neanche Sansung e non sono neanche uno di quei Geek che girano con un dispositivo da 700 euro in tasca. Nel mercato attuale si trovano tanti buoni prodotti sotto i 200 euro, se non è troppo esigenti. Io mi accontento, quando gira twitter, reddit, 9gag e un altro paio di applicazioni assolutamente inutili, sono soddisfatto.  Ah già, deve telefonare.
[caption id="attachment_1125" align="aligncenter" width="347"]Ciao amico giochino Sony Xperia Play Gaming Fail Phone[/caption]
Questa vecchia (2 anni circa ) gloria si chiama: Sony Ericson Xperia Play.
Un prodotto della Sony che prometteva di portare il gaming portatile verso un nuovo mondo. Nel suo piccolo c'è riuscito, proiettandolo in un mondo di merda. Il progetto si rivela subito fallimentare, anche se l'idea dello smarpthone con integrato un Pad da console non è del tutto da scartare. Il prezzo iniziale di 500 Euro è decisamente alto, vende poco e in poco tempo si svaluta pesantemente. La Sony smette di supportarlo a tempi record e questo simpatico dispositivo entra, assieme al Ngage della Nokia, nella categoria degli smartphone dimenticati per il Gaming.
Sono molti i motivi che hanno portato al fallimento questo dispositivo; Prima di tutto era nato come una PSP/telefonino quando, in realtà, nessun gioco della playstation portatile era in grado di girare sul dispositivo. Previo uso degli emulatori, sia chiaro. Poi i giochi in grado di funzionare con il pad sono pochissimi e bisogna cercarli accuratamente nello store Android, magari consultando qualche forum. In più non possiede quell'hardware che, ai tempi, poteva fare la differenza e grazie alla spietata guerra che avviene ogni mese nel mercato della telefonia, l'Xperia Play è stato doppiato in velocità da nuovi dispositivi, nel giro di qualche mese. Evidentemente la Sony credeva ancora di poter dire la sua vista l'esperienza con Playstation, purtroppo la casa giapponese è stata del tutto assente nella crescita del suo device, quasi disconoscendolo come un figlio non voluto.
La cruda realtà è che, la maggior parte dei possessori di smartphone, non sono avvezzi al gaming. O meglio, sono disposti anche a video-giocare ma senza compromessi e possono anche fare a meno del Pad. Basta osservare i dati di download del solo Angry Bird; semplicemente impressionanti. Il target dei produttori di giochi per il mobile è quello di abbracciare più utenza possibile, creando titoli accessibili a tutti. Facili, divertenti, immediati. Anche il successo del controverso Flappy Bird ha evidenziato il tipo di utenza media che fa il bello e il cattivo tempo nelle classifiche dei più venduti. Solo a sentire che è stato rimosso dal mercato perché:"dava dipendenza" (ammesso che sia vero) indica bacino di un'utenza a cui frega veramente poco di usare un Pad e si compiace di picchiare lo schermo con un dito, per far volare un uccello disegnato male.
Per giocare seriamente, ci sono le console.
Ho voluto l'Xperia Play per pura curiosità anche se ero a conoscenza dei problemi di compatibilità. Complice il costo abbordabile di 150 Euro, l'h0 comprato nuovo da un negozio Tedesco e ho avuto modo di tastare con mano quello che ho appena scritto. L'euforia di giocare con il Pad è svanita nel giro di qualche mese, ostinandomi inutilmente a dargli un senso. Ho continuato quindi a usarlo come un normale smartphone sino all'altro ieri, quando ha iniziato a dare segni di "vecchiaia". Devo comunque ammettere che, anche se non si è rivelato un valido Gaming/fonino, ha saputo reggere l'utilizzo nel tempo.  Si è rivelato robusto e affidabile, molte volte mi è scivolato di mano schiantandosi a terra con quel suono agghiacciante che ti credere:"Alè, si è spaccato tutto", eppure si è sempre riacceso. Buono anche per fare filmati e fotografie, purtroppo una di queste cadute gli ha fatto perdere l'utilizzo della telecamera frontale, che comunque non ho mai usato. Nella sua lunga vita (se seguiamo il mercato, la vita media di uno smartphone è sei mesi...) ha subito ben due cambi di batterie maggiorate (2200 mha), tre cambi di Firmware, con tanto di Root, tutto grazie a delle guide di XDA-developer, fatte da appassionati. Purtroppo ha sempre sofferto di poca memoria interna che, benché alcune Rom riuscissero a gestire meglio dell'originale, non ho mai ottenuto un compromesso valido. Il suo utilizzo in Dashboard era agile e veloce ma alcune volte subiva dei drastici cali di prestazioni, fastidiosi e inspiegabili. L'idea di Sony andava sviluppata con più cura, specialmente nella ricerca nell'hardware e non lanciata cosi a cazzo sul mercato, come una bomba mai esplosa.
Prima di comprare uno smartphone leggo i forum e guardo le recensioni video, anche in Inglese, alcune volte in altre lingue, non le comprendo ma dal tono di voce del redattore posso tradurre la qualità del prodotto, almeno penso di riuscirci. La maggior parte delle volte, sai cosa compri, sai cosa cerchi ma solo il tempo è grado di dirti se hai fatto un buon acquisto. Non c'è nessuna recensione in grado di assicurarti se ti troverai bene con questo o con quell'altro dispositivo.
Nel mio caso Xperia Play mi ha soddisfatto pienamente ed è con un po di tristezza che lo metto da parte.
Comunque, vi ripeto, sono uno che si accontenta.
 
 

16 lug 2014

Privato e personale.

Enzo è un ragazzo timido ma sa quel che vuole dalla vita.
Possiede un buon livello di cultura e legge molto ed è laureato con 110 e Lode. Lavora come creativo in una Agenzia Pubblicitaria e non vede di buon occhio i social network. Troppa gente li prende a cuor leggero e condivide informazioni che andrebbero tenute private. Si, lui ha un'account di Facebook a cui dedica attenzioni quotidiane, ma lo usa principalmente per comunicare con gli amici e specialmente, per ricordarsi i compleanni di amici e parenti. Almeno quelli iscritti. Non ha mai condiviso foto che riguardavano la sua vita privata e non ha intenzione di farlo nell'immediato futuro. Le diapositive delle vacanze le seleziona con cura, di solito ne scatta più di duecento, poi quelle che non sono mosse, quelle spettacolari, quelle meritevoli e con un soggetto interessante le sceglie accuratamente per stamparle. Quella ventina di foto le custodisce gelosamente in Album fotografici che stanno, piano piano, conquistando lo scaffale della sala.
Anche il suo stato sentimentale lo tiene per lui, ogni vicenda personale rimane segregata nei suoi pensieri. Quanto esce l'argomento Privacy con gli amici, Enzo la difende con tutte le sue forze: Ogni uomo del mondo, ha il diritto e l'obbligo morale di vivere nell'anonimato. Avesse qualche soldo in più farebbe causa a Google Street, anche se adottano un efficace sistema di censura, che sfoca le targhe e i volti delle persone, è comunque un attacco alla privacy di ogni cittadino. Cittadini che sono continuamente osservati da sempre più numerose telecamere, pronte a farsi gli affari degli altri e infrangere un diritto sacrosanto! Molte vite coinvolte in un gigantesco Grande Fratello che nessun ha chiesto di parteciparvi.
Un sistema che andrebbe combattuto dal mattino alla sera e eliminato dalla faccia della terra!. Immediatamente!
Una notte Enzo subisce un furto. Era uscito la sera per andare a una conferenza, appunto sulla Privacy, quando rientrando nel suo appartamento se ne accorge. I ladri sono stati veloci. Hanno scassinato la porta con abilità, chissà quante ne avranno aperte di quel tipo, poi sono entrati e hanno portato via tutto quello che aveva di valore. Non era molto perché non teneva gioielli o contanti in casa. Però il suo bel TV da 40 pollici e il suo portatile Apple sono spariti, assieme a una copia dell'Urlo di Munch che evidentemente pensavano fosse autentica e alla Playstation 4. Dopo lo stupore iniziale, Enzo chiama i Carabinieri denunciando il fatto. La collera gli sale sulla pelle e benché non sia mai stato un tipo violento, vorrebbe prendere a calci nel culo i ladri d'appartamento, sino a farli morire di emorroidi esplosive.
Dal giorno della denuncia passano tre giorni e nulla si viene a sapere, saranno stati degli Zingari? Un ladro Professionista? A nulla portano le indagini che sono state fatte, con le poche prove a disposizione. Enzo è fuori di se, violato da sconosciuti che hanno violato la sua abitazione privata.
Il quarto giorno si reca dalla stazione dei Carabinieri per vedere se ci sono stati sviluppi.
"Nulla ancora, mi spiace" - gli viene detto
"Ma come? Non vi siete presi la briga di guardare le registrazioni delle telecamere? Sicuramente saranno passati davanti, ce ne sono un mucchio la fuori! Cosi potevate identificarli e scoprire dove abitano, magari hanno pure un account Facebook con cui si vantano con gli amici per la roba che mi hanno rubato! E che cazzo, siamo nel 2014 e con tutte queste tecnologie questi ladruncoli riescono a farla franca! Non è ammissibile!"
Vedete, combattere per la Privacy è una bella cosa ma, se ti fottono la Playstation 4, la Privacy non vale più un cazzo.

15 lug 2014

Gli Eroi della Tempesta.

Gli eori della tempesta nella loro potenza musicale.
C'era una volta Warcraft 3. Un gioco amato da molti. Alcuni di questi amatori decisero di cambiarlo leggermente e renderlo, come dire, più dinamico. Animati da pura passione costruirono una mappa, chiamata: Defend of The Ancient e cambiando qualche cosa qua e la, modificarono la struttura del gioco, seguendo una propria idea. C'era un pizzico di Tower Defence, le immancabili meccaniche del gioco di ruolo, un velo di arena all'ultimo sangue, senza bisogno di consumare eccessivamente la sfera del mouse, allora utilizzata per far funzionare questa periferica Quello che era un progetto amatoriale, si diffuse grazie a internet e alla comunità di nuovi giocatori sparsi in tutto il mondo. In periodo in cui il gioco strategico voleva dire spostare un numero incredibile di truppe, soldati, zerg e quant'altro, nacque DOTA. Da una mod amatoriale divenne una moda, quindi una canzone di Basshunter e infine un E-sport. Passarono gli anni, nasceva World of Warcraft nell'anno zero dei Mmorg e uscirono tonnellate di giochi strategici. Ma Dota nel suo piccolo angolino che si era ritagliato, sopravviveva silenzioso.
Quindi il team che contribuì alla creazione del gioco si divide o qualcosa di simile, al momento non ho velleità da Storico e sto narrando i fatti in maniera superficiale. Fatto sta che qualcuno degli ex sviluppatori del gioco assieme a amici e chissà chi creò:League of Legend.  Anche in questo caso rimase un titolo invisibile per un pò di tempo, anche se gratuito. Arrivò il giorno, non so come e forse posso intuire il perché, che LOL divenne un fenomeno mondiale e non solo un acronimo di: Un Sacco di Risate. Si iniziò a parlare di competizioni con premi consistenti. con l'anima di DOTA, essendone un clone più immediato da comprendere e da giocare, raggiunse quel milione di giocatori nel mondo. Le riviste del settore iniziarono a catalogarlo come :"MOBA". Multiplayer Online Battle Arena.
La Valve, che fino a quel momento se ne stava in disparte a fare su qualche milione di dollari con Steam, iniziò a comprendere quanto il fenomeno si stava diffondendo e fiutò l'affare con una mossa furbetta degna di Law & Order e si accaparrò i diritti di DOTA, picchiandosi in tribunale contro la Blizzard, divenuta improvvisamente gelosa di una mod amatoriale. Dopo un'eternità di tempo passato in beta, nella lista dei titoli free to play su Steam comparve DOTA 2.  Ecco quindi quella dualità sempre stata cara ai conflitti tra giocatori.
Da una parte palate di merda contro League of Legend, facile, minimale e adatto per ai bimbiminkia dell'altra parte botte di stronzi ai Dotari, altezzosi e con un sistema di gioco lento, macchinoso e noioso. Polemiche e critiche utili solo a alimentare quella guerra tra fanboy combattuta nei Forum a emoticon idioti e ban.
Senza intralciarsi tra di loro e ottenendo la loro schiera di giocatori professionisti, entrambi i titoli vivono alla grande grazie a un buon supporto delle loro software house e prosperarono anche grazie a uno shop interno, che senza intaccare la competizione, scambiano denaro sonante per l'estetica dei propri eroi giocabili.
La Blizzard però, ancora offesa per quello sgambetto della Valve, operava di nascosto. Mentre ai mortali gli sventolava davanti espansioni del suo Mmorpg e subiva milioni di critiche contro Diablo 3, nei loro laboratori segreti dell'area 51 nel Nuovo Messico, metteva in piedi il proprio Moba: Heroes of The Storm.
Proprio in questi giorni mi è arrivata la chiave per L'Alpha e per questo motivo ho messo in piedi tutta questa traballante favola per farne una panoramica.
Il titolo della Blizzard sembra dissociarsi completamente sia dal gioco Valve che dal figlio della Riot Games. Benché sia presente una componente di tower defence e lo scopo del gioco sia precisamente lo stesso, lo svolgimento e le meccaniche sono mescolate. Si è voluto fare un gioco per tutti e il più semplice possibile. Frenetico e con pochissimi tempi morti. Niente gioco tra corsie, rimosso praticamente il Gank degli eroi singoli. Niente Jungle o fast farming spietato. Niente shop di oggetti comuni o leggendari.
Il gruppo di eroi condividono l'esperienza, tanto che il punteggio in alto non è la differenza di kill nella squadra, ma quella dei livelli. Le battaglie sono frenetiche e viene favorito il gioco di squadra, escludendo ermeticamente la possibilità che qualche eroe primeggi. Non si muore per una torre, bensì per attivare un bonus che possa favorire la propria squadra. Non esiste la posizione statica; tutta la squadra se vuole vincere, deve essere dinamica e spostarsi in base agli eventi della mappa.
Sono state riviste ogni singole componenti del Moba e ricostruite su una personale visione della Blizzard.
Qualsiasi paragone con Dota o Lol è fuoriluogo perchè l'unica cosa che hanno in comune sono, forse, le torrette.
Questo si traduce in una semplice conclusione, essendo un titolo classificabile come "Moba"e con una personalissima giocabilità, può benissimo convivere con la concorrenza, non primeggiando in particolare.
Potrei concludere con:"Se volevo un gioco frenetico dove lo scontro massivo primeggia sulla tattica da torretta, HotS fa per voi." Invece finisco aggiungendo che:"Tutti i titoli nominati sino adesso sono gratuiti e accessibili a tutti, sceglietene uno e giocatelo senza paragonarlo agli altri. Sono sicuro che troverete quello che fa per voi."

9 lug 2014

Il ruolo del Dito Medio

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Alzare il dito medio è un gesto di ribellione, di sfida, quasi una liberazione. Tempo fa era un gesto maleducato, oggi è nella normalità, come bere l'acqua dalla bottiglia o far giocare il proprio bambino appena nato con il Pitone domestico. Dalle Very Important People ai Very Comuni mortali, tutti hanno un motivo per alzare il medio. Tutti vogliono mandare affanculo qualcosa o qualcuno. Fanculo il sistema. Fanculo il governo, fanculo quello e fanculo quell'altro. Liberarsi almeno mentalmente di una condizione, può renderci più liberi per qualche secondo, giusto il tempo di mandarla affanculo.
Cosa significa mandare affanculo qualcuno o qualcosa? Se escludiamo gli orgogli feriti, non significa assolutamente nulla. Esattamente come non vuol dire niente quel dito medio. Meglio alzare un dito simbolico che il culo dalla sedia e cercare di fare qualcosa in concreto.
Quotidianamente si vedono persone di successo come Rapper, Attori, Cantanti, Cantanti Rapper, Attori Rapper, immortalati nelle foto con lo sguardo incazzato e il dito medio in bella vista e mi sono sempre chiesto chi o cosa vogliono insultare. Forse il sistema? Quel meccanismo che funziona meglio se lubrifichi gli ingranaggi con denaro liquido? Ma se sono anche loro le ruote dentate che contribuiscono a farlo funzionare!. Si sentono forse vittime di questa macchina che li usa, li sfrutta e poi li butta via, esattamente come un metalmeccanico con un contratto a tempo determinato. Perseguitati da paparazzi che li inseguono ovunque e rendendo la loro vita privata un inferno, anche se lo show business li vuole sempre al centro dell'attenzione, senza far distinzione tra pubblico e privato.
Forse vogliono mandare affanculo quelli che non hanno mai creduto in loro, non importa che grado di parentela appartenga, che sia un semplice amico o la madre, fanculo come se piovesse. Se sono diventati quello che desideravano, non hanno certo bisogno di guardare il passato, come se fosse per loro un peso. Approfittare della propria situazione di personaggio famoso per vendicarsi dei torti subiti millenni prima non sembra molto un gesto da vantarsi. Ammenochè non sei un mafioso.
Fanculizzano forse i loro fans?
La fuori ci sono miliardi di persone che comprano i miei dischi, che se ne vadano tutti affanculo e comprino qualcos'altro! Mi fanno schifo i loro soldi!. Non penso, o almeno sarebbe controproducente e paradossale. Comunque non lo escluderei a priori.
Quel gesto è diretto alla Polizia? Lo stesso messaggio ha costruito alla creazione dell'acronimo A.C.A.B. e mandiamo a fare in culo pure loro, che vogliono imporre l'ordine con la violenza in questo mondo violento. Certamente ci sono altri modi meno brutali per fare rispettare le leggi!.
Certo, in un mondo popolato da gente pacifica.
A tutti quelli che hanno scelto come mestiere un compito cosi difficile e rischioso, andate affanculo!
Non penso sia neanche questo.
La mira dell'insulto potrebbe essere diretta alle Leggi. Numerose e contorte, elaborate regole che servono solo a tutelare chi le ha create. Create per renderci tutti uguali e con gli stessi diritti ma ingiuste per chi non ha abbastanza denaro per permettersi di infrangerle. Vaffanculo alle Leggi. Tipicamente quando qualcuno se la prende con il sistema giudiziario è perché si vorrebbe fumare uno spinello senza essere perseguito penalmente. A furia di tirare delle testate contro l'altissimo muro della giustizia, qualche mattone sta cadendo e la liberalizzazione della marijuana sembra essere sempre più vicina. Però non grazie al dito medio, ma al suo rapporto tribolato con la medicina, più naturale per le terapie che vederla rollare dentro un foglio di carta.
Non è certo importante scoprire a chi è diretto quel dito, perché rimane un gesto dettato dalla moda più che da una forma di ribellione, lo Status Symbol della persona disinibita che vuole farsi strada nel mondo con grinta e tenacia. Per stare al passo con questi tempi frenetici, anche io mi adatto a questa forma di comunicazione.
Andate tutti a fare in culo.
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6 lug 2014

In questo periodo non si sente parlare altro che di Calcio. Il mondiale ha inflazionato ogni discussione nei bar ed è diventato il soggetto preferito nelle prime frasi per iniziare un discorso. Se qualche mese fa si iniziava parlando del tempo, oggi si inizia con:"Eeeeh il Brasile non è più quello di un tempo...". Vivo in un paese che respira e assimila calcio tutto l'anno, figuriamoci quando iniziano manifestazioni simili. Non importa se l'Italia è fuori o dentro i mondiali, il Soccer mantiene sempre interesse, specialmente in questo periodo estivo, in cui si dovrebbe discutere di altro. Come ad esempio del caldo (che sinceramente non è ancora arrivato), della gnocca a spiaggia (che è arrivata), i Saldi di Steam (che purtroppo sono già andati).
Ok sono Italiano, ma non sono molto esperto del Calcio. Conosco le regole e so decifrare un fuori gioco 7 volte su 10 ma conosco pochissimo i suoi protagonisti, ignoro dove giochino e non tifo nessuna squadra in particolare. Seguo il mondiale solamente quando sono assieme ai miei amici, alcuni Nerd, altri Sportivi, e lo prendo come una occasione per stare assieme. In questo periodo siamo verso le semifinali e non faccio altro che sentire quanto alcune partite, considerate importanti, siano state noiose e non degne delle squadre protagoniste. Per questo motivo ho ideato alcune incognite che potrebbero rendere questo Brasile 2014 decisamente più interessante.
1°: L'invasione Aliena.
Nello stadio scende una enorme astronave e dagli schermi di tutto il mondo giunge un messaggio tradotto in ogni lingua:"Umani, abbiamo osservato questo sport e vi diamo una possibilità. Se riuscirete a battere la nostra squadra non invaderemo il vostro mondo assoggettandovi alla nostra schiavitù!". La sfida quindi è stata lanciata, tutti i governi del globo si riuniscono e in pochi giorni assemblano una squadra di calcio fortissima, composta da giocatori professionisti scelti accuratamente grazie a un sondaggio su Facebook. Il tempo di mettere gli uomini in campo e dalla navicella scende un gruppo di undici robot.  Snelli ma robusti. Per la prima volta al mondo si usa la prova televisiva, va bene non usarla durante il campionato o al mondiale, ma per salvare il culo all'umanità si. Siamo mica scemi. Arriva il fischio d'inizio. Gli alieni sembrano bravi e inizialmente fanno due goal, però la tattica avversaria risulta meccanica e prevedibile, la squadra della terra adotta una nuova strategia e riesce a insaccare, prima del fischio finale, cinque pappine. La partita è vinta e il mondo è salvo, miliardi di giocatori festeggiano ubriacandosi oppure, uscendo di casa e ubriacarsi. Negli schermi di tutto il mondo appare una donna bellissima, nell'intero pianeta non esistono esemplari cosi belli:"Noi siamo la razza Figegnu del pianeta Bellagnoc , siamo miliardi di femmine dallo stesso aspetto e vi avremo assoggettati ai nostri bisogni sessuali, che sono elevati. Fortuna per voi che avete vinto la partita, non siete più destinati a soddisfarci sessualmente. Arrivederci". L'astronave piena di miliardi di gnocca scompare per sempre nello spazio.
Qualche miliardo di uomini sulla terra smette di festeggiare. La squadra vincitrice di campioni e leggende viene linciata negli spogliatoi.
2°: Sudden Death.
Un dirigente della Fifa annoiato e dalle idee geniali, aggiunge una regola per rendere la finale più emozionante. Ogni 10 minuti di gioco, un giocatore per squadra deve abbandonare il gioco. In questa maniera, al novantesimo, rimangono in partita due giocatori per squadra; il portiere più un attaccante. Se con questa configurazione nessuno farà goal, si procederà ai supplementari dove verranno eliminati i rimanenti atleti. La partita si concluderà ai rigori con esattamente zero giocatori. Aspettando che qualche intervento divino, tipo una folata di vento, spinga la palla nella porta vuota.
3°: Il Robot in mezzo al campo.
Si viene a sapere che, tutti gli stadi del Brasile, sono stati costruiti per un uso futuro militare. Infatti nelle loro profondità sono cavi e possono ospitare un robot gigantesco costruito per la difesa del mondo, contro la minaccia dei rifiuti spaziali lasciati dalla Mir. Nelle ultime partite però, questa esigenza si fa più urgente e esattamente come avveniva nel cartone Trider G7, il robot viene posizionato al centro dello stadio, con la testa che spunta fuori. Può succedere quindi che, durante il corso di una normale partita se a un'astronauta della MIR gli viene un attacco di coliche, il sistema di difesa scatta e il Robot deve intervenire velocemente. L'intero complesso quindi dovrà essere sgomberato nel minor tempo possibile, prima che tutto lo stadio si apra, facendo decollare l'enorme automa. Certo è un sistema scomodo e fastidioso, che potrebbe interrompere la partita sul più bello, però è anche in grado di salvare la terra da tutta quella merda spaziale.
Un sacrificio che vale tutto il suo prezzo.
4°: Punteggio nuovo.
Una cosa che ho sempre trovato ingiusta nel calcio è che la distanza con cui si fa goal o la sua realizzazione non influenzi il punteggio che la palla provoca produce in rete. E' antidemocratico che un goal fatto dall'altro lato estremo del campo valga quanto un banale rigore. Ecco quindi arrivare un regolamento nuovo di zecca, da qualche creativo Fifoide, che renderà giustizia al calcio.
Goal da fuori aria: 2 Punti (finalmente)
Goal su rimessa dal fondo: 3 Punti. (Cosi anche i portieri aspirano a diventare capocannonieri)
Goal fatto con rimpallo su arbitro 2 Punti (almeno serve a qualcosa quell'omino in più)
Goal che buca la palla della rete: 4  Punti (vedremo volare palloni sempre più veloci)
Goal che entra in rete dopo 9 rimpalli: 9 Punti (un punto a rimpallo)
Palla che entra in rete assieme a tre giocatori: 3 Punti (vedo già i giocatori saltare dentro come i tonni nelle reti dei pescatori)
Goal su Rigore: Mezzo punto. (Tanto vale spartirti il punto giocando a bim bum bam)
Goal con rovesciata: 2 Punti (favorisce un gioco più spettacolare)
Goal con capriola carpiata e sforbiciata doppia in volo: 4 punti. (gioco ancora più spettacolare)
Goal dopo aver toccato 2 pali o la traversa: 3 punti. (cosi non sono più visti come ostacoli)
Autogoal: 1 punto, ma dipende dall'esecuzione (vedi tutto regolamento sopra)
Goal eseguito da giocatore con cartellino giallo: Mezzo punto (cosi impari a fare fallo)
Goal eseguito da Balotelli: mezzo punto (è solo per fare provocazione)
Goal su Fuorigioco: 0 punti ma dipende da come è stato eseguito.
Goal eseguito mentre si fa aereoplanino: 3 Punti (Avremo cosi un gioco decisamente diverso)
 
 
 

2 lug 2014

Ne rimarrà soltanto uno. Di film...

Sean connery insegna a uno svampito Lambert come ci si comporta davanti alla telecamera
Abbiamo una strana concezione dell'immortalità.
Riusciamo meglio nell'interpretare a livello teorico un concetto come l'infinito, che sul lato pratico. Non siamo sufficientemente dotati per dare conferma alle nostre teorie e la nostra condizione da mortali ci rende spettatori, vittime del tempo. E' proprio il tempo passato che si è trascinato via un cult cinematografico, che ha lanciato la frase:"Ne rimarrà soltanto uno" inserendola nelle lista di citazioni che un buon cinofilo dovrebbe conoscere, quel film si chiamava:"Highlander" con Cristofer Lambert. Un attore che viene ricordato per questa pellicola, assieme al'inguardabile : "2013 - la Fortezza" e al suo ruolo di Rayden nella prima incarnazione cinematografica di Mortal Kombat. La storia si sviluppava attorno alla vita di questi Highlander, nati migliaia di anni fa e che grazie alla loro immortalità sono riusciti ad arrivare sino ai nostri giorni (gli anni 80) sopravvivendo alle epidemie e alle guerre per affrontare il "giorno dell'adunanza" in cui ogni immortale ancora vivo si sarebbero affrontati sino a che:"non ne rimarrà soltanto uno". Lambert aveva un duplice ruolo nel film, quello dell'immortale e quello dello spoilerman, (ATTENZIONE SPOILER) essendo alla fine ovviamente l'ultimo Highlander a rimanere in vita. Per sfruttare la scia commerciale del titolo, negli anni successivi sono usciti altri due seguiti, gettando luci e ombre, ma sopratutto ombre, sul passato degli Highlander e finendo per sputtanare l'anima della serie, che sarebbe stata più a suo agio in un unico episodio, il primo. Decisamente più godibile la serie televisiva di sei stagioni, conclusa con un film:"Highlander The Source", secondo Wikipedia, ancora inedito in Italia.
Come si fa a uccidere un immortale? Semplice, basta tagliarli la testa, magari con una spada.
Il concetto di immortalità, secondo l'immortale Wikipedia è espresso cosi:"L'immortalità (o vita eterna) è il concetto di sopravvivere in eterno, o per un periodo di tempo indeterminato, senza affrontare la morte, o superando la morte stessa". Questa definizione rivede completamente la condizione degli Highlander, relegandoli a semplici mortali leggermente più longevi del normale
Se sei un immortale non devi morire. Punto.
Non esistono decapitazioni, lacerazioni, slogamenti di polso che reggono. Certo una persona che ha la certezza assoluta di rimanere sempre in vita non è un soggetto facile da trattare a livello cinematografico, anche a livello narrativo. L'eterno è noioso e prevedibile.
La stessa immortalità degli antichi dei Greci è continuamente messa in dubbio dalla nostra epoca. Il giorno che ce li saremo dimenticati e diventeranno una nota a fondo pagina nei testi di astronomia, specialmente nella pagina dei pianeti e delle stelle.
Moriranno esattamente come sono sparite altre credenze, ritenute anch'esse immortali. Attualmente il tempo sta vincendo alla grande su qualsiasi campo ed è un avversario che non concede favori a nessuno. Dicevo che abbiamo una strana concezione dell'immortalità, perché tutti i personaggi immaginari che millantano di possederla, prima o poi cadono nell'oblio. Sepolti dalle epoche e dalle generazioni che verrano.
Strana la vita.
Proviamo a vedere l'immortalità attraverso una definizione più onesta, tipo :"Durevolezza cagionevole".
Ne rimarrà soltanto uno; il Tempo.