30 apr 2013

Il Cinema in crisi? e te credo!

Forse è un male solamente nostrano, quello che affligge una forma di intrattenimento con più di 100 anni di età chiamata Cinema.
Si parla tanto di calo delle presenze nelle sale cinematografiche e non si parla mai nel dettaglio, delle cause che hanno portato a una simile crisi nel settore. Sempre che di "crisi" si può parlare.
Si fa presto a dare la colpa alla Tv e a Internet. E ' vero.
Sono dei mezzi alla portata di tutti e hanno portato via al Cinema il Trono di protagonista dell'intrattenimento.  Parte della colpa la possiedono anche loro, permettetemi, non è sempre vero che chi guarda la tv, non va al cinema. Cosi come non è vero che, chi guarda i film in streaming non va al cinema.
E' facile fare i calcoli sulle copie scaricate o viste in streaming e sottrarle agli incassi portati dal potenziale spettatore.
Facile e sbagliato. Perché chi scarica:"Vacanze di Natale in Kenia", forse non è disposto di vedere un simile film al cinema, pagando 7 euro.
Non è solo la concorrenza sleale la causa del calo di interesse verso "la sala buia".
Secondo una mia critica ho elaborato una serie di cause, derivate direttamente a chi fa cinema e non all'esterno, che incidono nella crisi che sta attraversando questo settore.
E sono:
1. La terza dimensione:
Pagare 10 euro e vedere un film in tre dimensioni, buio e magari sgranato, certo ci vai una volta e forse non ci torni più. Il richiamo enorme:"3D" stampato in alcune locandine dei film è cambiato,  per dare spazio alla frase:"Anche in 3d" di certo accetta con piacere dallo spettatore. Le sale in grado di proiettare le tre dimensioni fluide e cristalline sono veramente poche E' una tecnologia costosa che le multi-sala di piccole o medie dimensioni, fanno fatica a ottenere, rimediando con quella terza dimensione in più "economica" dai molti difettucci, come gli occhiali di plastica, che gravano di 1 euro in più sul biglietto e devi pure buttare all'uscita della proiezione.
Il bello è che si parla già di cinema 4k, quando i costi dell'attuale terza dimensione sono ancora da ammortizzare.
2. La pubblicità:
Chi entra nel cinema in orario e si siede nel suo bel posto prenotato su internet (tanto criticata dal sistema cinematografico) non si trova solo la comodità di avere la sua poltroncina preferita sotto il culo e lo schermo posizionato esattamente dove si vuole, nel proprio angolo di visuale, comunque si deve sorbire quei 10 /15 minuti di pubblicità che vede già. quotidianamente, in televisione. Pazienza fossero degli spot creati ad hoc per il cinema, ma sono le stesse réclame che interrompono il quizzone e prima del Tg.
Per quale motivo?, non bastano i 10 euro del biglietto?
Trovo di cattivo gusto trasmettere al cinema la pubblicità di Sky, che quelle offerte vantaggiose ti sussurrano nell'orecchio:"Vedi quanto sei coglione, sei andato al cinema a vedere un film con 11 euro, quando con la stessa cifra potevi stare a casa e guardarti mille film"
3. Il rispetto verso lo spettatore:
Pochi produttori mantengono il rispetto verso la propria opera cinematografica e ritengono che, l'uscita nelle multi-sale sia più una conseguenza del passaggio del film nel mercato casalingo.
Lo spettatore sembra una vittima sacrificale che usano per valutarne il successo nel prossimo futuro. Cosi mentre esce una pellicola in sala, su internet si diramano notizie che, nella versione Home che uscirà tre mesi dopo, il film durerà 1 ora in più e avrà contenuti che renderanno pertinenti scene che, al cinema, non si potranno comprendere appieno.
Non per essere scortese, però quei cazzo di minuti extra vorrei vedermeli al cinema, già che pago il biglietto.
4. Le Turbo-Uscite.
E' risaputo che un film non tornerà mai al cinema, se non vince qualche oscar o dopo una trentina d'anni. Oramai le uscite settimanali sono molte e i film scorrono via come le lacrime nella pioggia (citazione cinematografica giusto per rimanere in tema) se per caso sei impegnato e in quella settimana non puoi andare al cinema, il film che volevi vedere lo devi aspettare per il mercato casalingo. Sono troppe le pellicole che escono settimanalmente, come fanno i produttori ad aspettarsi che noi le guardiamo tutte?
Certo, per un patito del Cinema è una manna, però i patiti sono veramente rari.
Non sarebbe male una specie di abbonamento modello Sky, paghi tot al mese e guardi tutti i film che vuoi.
Sono poche le sale che fanno una cosa del genere e sono poche quelle convenienti.
5. Fidelizzazione.
E' giusto portare un utente al cinema per vedere la propria opera letteraria preferita, divenuta opera cinematografica, certo non è giusto costringerla. Alcune serie sono state divise più parti, anzi, in troppe parti (Hunger Games ad esempio), teoricamente obbligando lo spettatore a tornare in sala. Capisco la divisione della storia, capisco il marketing, però ci stiamo avvicinando paurosamente al modello delle serie televisive che, mai come in questo periodo, stanno diventando opere di ottima qualità a un costo più conveniente.
6. Spoiler.
Non si può andare a una prima al cinema con in testa già il finale chiaro e la storia illustrata in ogni suo angolo grazie ai servizi televisivi o alle recensioni sui giornali o su internet. Un conto è muovere qualche critica sulla pellicola, istruendo lo spettatore in cosa si troverà davanti, un conto è rovinargli l'effetto sorpresa. Il modo migliore è quello di non leggere nulla a proposito di quel determinato film. Certo alcune volte risulta veramente difficile, perché può uscire fuori l'argomento in contesti completamente diversi. Come quei DJ radiofonici della propria radio preferita, che nelle loro scorribande verbali, si lasciano spesso a spoiler inaspettati.  Si dovrebbe vivere dentro un bunker isolato, fino alla prima del film.
Quale sarà il futuro del cinema? Se guardiamo le nuove tecnologie e le nuove tendenze che ogni giorno invadono la nostra quotidianità non si fa fatica a pronosticarlo: Film della Disney di Supereroi e Guerre Stellari. Gli altri, tutti a casa.

28 apr 2013

Sprovveduti si nasce, si muore competenti.

Domenica al laghetto, regna della pace che risulta innaturale alle nostre orecchie, quel silenzio orchestrato dalla natura, con accordi in bemolle di cinguettii e scale di civette in la maggiore, una musica che si ascolta senza lettore mp3, con una buona qualità audio e senza invasive cuffie infilate nella tromba di Eustacchio.
Improvvisamente accade quello che non dovrebbe accadere, in acqua si vede una persona. E' un ragazzo che tenta di nuotare; si muove, continua a salire e scendere dalla superficie circondato da schizzi, la sua voce rompe il concerto di madre natura
"AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, AFFOGOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!"
Il primo istinto è quello di buttarsi immediatamente, raggiungerlo, rassicurarlo mentre si trascina a riva sano e salvo e poi chiedergli se ha una sorella che può contraccambiare il favore.
Il problema è che non sapete nuotare. Non l'avete mai imparato, arrivate da una zona cittadina senza il mare e con le piscine usate per la coltivazione delle angurie fuori stagione.
La pozza d'acqua più grossa che avete visto è stata una pozzanghera in autostrada che, attraversandola, vi ha celato la visuale sul parabrezza per due lunghissimi secondi.
Non sapete nuotare:"Tanto che cosa ci vuole?, basta sbattere le gambe" pensate mentre vi tuffate.
Risultato del fine settimana: due morti affogati.
Sembra una storia ridicola, quasi una macabra barzelletta, di quelle raccontate agli amici dopo qualche birra media. Eppure accade di frequente attorno a noi, ogni giorno.
Quante persone non sono neanche in grado di aiutare se stesse e tentano di aiutare il prossimo? Troppe.
Non le salva dalle grazie della provvidenza perché sono sprovvedute tanto quanto le persone che vogliono salvare. Il ragazzo che stava affogando nel lago ha pensato la stessa cosa del suo salvatore neofita:"Tanto che ci vuole a nuotare?, basta muovere le gambe!".
Tante volte vengono citate, a vuoto, le parole della bibbia, :"Ama il tuo prossimo, come te stesso", una frase banale che molti ripetono e ricordano per abitudine.
Se non conosciamo noi stessi, i nostri limiti e le nostre conoscenze, siamo noi che abbiamo bisogno di aiuto e non il prossimo. Questo non è egoismo, ma rispetto verso di altri.
Se il salvatore diventa vittima è comunque artefice della sua incolumità di una colpa che è difficile configurare in una buona azione, anche se è sprovveduto e lo fa in buona fede.
Dalla condizione di innocenza si esce sempre in malo modo.
L'esempio del ragazzo affogato è estremo, ma rende bene quanto possa essere stupido e inutile un azione simile.
So che ve lo state chiedendo tutti:"Tu cosa avresti fatto, nella stessa situazione, incapace di nuotare?"
Impossibile rispondere, prevedere il panico, gli oggetti attorno a me, le persone presenti, il tempo di reazione, le emozioni scaturite, la prontezza dei riflessi. Potrei farvi un elenco delle azioni più probabili da compiere; dipende molto da troppe incognite. Quindi non potrei rispondere in maniera veritiera a questa domanda.
Il concetto comunque è dirigere qualche attenzione verso le proprie debolezze, piuttosto che in quelle altrui.

Road Runner (e il suo beep beep)


La sua corsa è inarrestabile.
Dotato di una inarrestabile carica; Road Runner è quel cartone animato che è rimasto impresso a tante persone. Molti bambini (e anche grandi) hanno tifato per questo simpatico e odiato struzzo, mentre altri non vedevano l'ora di vederlo come stufato, nelle pentole della sua unica nemesi per eccellenza: Willy il Coyote.
Non so se in realtà, lo struzzo in natura ha come antagonista questo selvaggio quadrupede e non penso di aver mai visto un documentario sull'argomento, certo è frutto di una creatività invidiabile e considerato che sono vicende che scorrono davanti ai nostri occhi, anche se solo disegnate, possono scatenare inevitabilmente le solite critiche o le solite domande senza risposta: cosa ha fatto di male quel povero Coyote?
Vuole solo mangiare, si chiama sopravvivenza. Vive in un posto arido dove l'unica cosa commestibile viaggia ai 200 chilometri orari ed è sempre più difficile da acchiappare. Un'ingiustizia senza limite se aggiungiamo il fatto che Beep Beep possiede  abilità soprannaturali ed è in grado di correre più veloce di un treno, passare dentro gallerie dipinte a mano, vincere la forza di gravità, che nella sua condizione di struzzo, non conosce molto bene.
Una lotta infinita che ancora oggi prosegue nelle tv nazionali e mondiali, senza mai un vincitore e con solo un vinto; il povero Coyote.

Un cartone divertente anche se il suo motivo di fondo, ha un significato ben preciso. Non sto parlando di sopravvivenza, perché il Coyote non è cosi isolato come potrebbe farci pensare, in realtà è connesso con un mondo nascosto.
Nessuno potrebbe vietargli di ordinare una pizza, spedendo una delle sue lettere, generalmente destinate alla Acne. Se riescono a mandargli enormi robot da assemblare, pattini razzo e altri gadget al limite dell'assurdo a tempo zero, non vedo perché non dovrebbero mandargli del cibo fresco.
Tutta quella fatica per cacciare mangiare Road Runner  è assurda, questo piccolo e velocissimo struzzo non è un semplice elemento per la catena alimentare.
Road Runner non è cibo, bensì un'Idea!
Quale idea?
L'idea in generale; quella geniale, quella stupida, quella in grado di far partire un progetto, un viaggio, una storia, una svolta.
L'idea più agognata che può colpire chiunque, anche se nel momento e nel luogo sbagliato.
Beep Beep per il Coyote è l'idea per l'uomo che gli sfugge di mano, corre più veloce di lui e chissà dove è in grado di arrivare, lo porta in posti isolati e remoti contro la sua volontà.
Sfuggente e veloce, in un attimo ce l'hai sulla punta della lingua e l'attimo dopo è sparita, quando ecco che fa capolino sopra una montagna, sopra un promontorio e ti fa la pernacchia, fuggendo via ancora più veloce se si cerca di raggiungerla.
L'idea che devi faticare per inseguire e non è detto che riuscirai a trovarla e prenderla. Il concetto che porta alla creazione che noi tutti seguiamo perché  noi tutti, siamo un concetto di creazione, nati da un'idea, inseguita per tanto tempo da un qualche coyote sprovveduto.
Quali altri cartoni possiedono lo stesso concetto di fondo?
Non sono molto aggiornato nella situazione televisiva e possono aggiungere con una certa dose di sicurezza che Scrat della serie cinematografica: L'Era Glaciale è mosso dagli stessi istinti di Willy E. Coyote. La ghianda non è il suo pasto è un concetto. Adesso ha una forma definita, più ci avviciniamo e cambia, si definisce e sparisce di nuovo, l'abbiamo adesso tra le dita e ci sfugge nuovamente appena di muoviamo.
Anche in questo caso non è una caccia, ma una ricerca interminabile verso un'obiettivo mutevole e schivo.
Scrat penso che sia l'erede più prossimo al nostro Coyote e nel profilo della ghianda si può facilmente riconoscere la forma dell'odiato struzzo. Un passaggio di generazione direi quasi naturale.
La prossima volta che guarderete una di queste serie, non prendetevela se il Coyote è cosi sfortunato, piuttosto ricordate se anche voi, avete mai inseguito un'idea con lo stesso accanimento. Perchè Willy E. Coyote non finisce mai di farlo.

20 apr 2013

Oblivion: Commentato senza Spoiler.


Possiamo leggere tutte le critiche e le recensioni in rete o sui giornal, ma se un film non lo vediamo, non possiamo mai sapere se ci potrà piacere o meno. Il più delle volte le pellicole le gradiamo con un cenno del capo, alcune volte con delle accese discussioni con gli amici, altre volte vorremmo indietro i soldi del biglietto e dare un pugno in faccia al bigliettaio, giusto per sfogare il nostro disappunto e vendicare tutti quei biglietti strappati inutilmente.
Certo l'importante è arrivare dentro la sala, sedersi ubicato tatticamente nel centro della sala, tirare un bel respiro e godersi i film che segue dopo la pubblicità interminabile, senza spoiler nella testa.
Oblivion, perderebbe qualche punto di interesse se se vi dicessi che somiglia a un altro film, che se non avete visto ma vedrete dopo di Oblivion, avrete uno spoiler anche del film confrontato, quindi mi limito a scrivere il necessario, aggiungendo qualche mia discreta opinione:
Città devastate, luoghi dell'america irriconoscibili di un futuro desolante, strane strutture che una volta erano palazzi e antiche costruzioni che nel nostro tempo erano pizzerie, uno spettacolo di devastazione stranamente in due dimensioni.
La voce di  Tom Cruise spiega cosa è accaduto:"L'umanità è arrivata a un punto in cui non erano più presenti dei parcheggi e senza parcheggi  non sapeva più dove mettere l'auto, cosi arrivò una decisione unanime ma necessaria; l'Atomica.
Lanciarono un centinaia di bombe atomiche e crearono ettari e ancora ettari di parcheggi, ma morirono migliaia di persone". L'umanità davanti a un bivio, aveva finalmente i parcheggi che gli occorreva per continuare a vivere, ma non avevano più le auto per riempirli.  Questo più o meno, la trama sintetizzata.
Potrebbe far pensare a un film post-bellico, apocalittico, disastroso-fantascientifico, scritto da un studente scazzato, nel mezzo di una noiosissima lezione di matematica, tuttavia i nostri occhi vedono ricevono una aspettativa diversa.
Un 
 Tom Cruise in forma e dirotta tutte le attenzioni della pellicola verso di lui; è il fulcro del tornato dove turbinano tutte le vicende di Oblivion. E' tecnico, soldato, amante, marito, apicultore, esploratore, ingegnere, geometra, architetto, pizzaiolo, ribelle, leader e tante altre professioni disponibili per i personaggi della Lego.
Se da una parte sono presenti tecnologie illibate e perfette, dal bianco candore, dall'altra esiste una razza di miserabili che vive nel sottosuolo all'ombra di un mondo in estinzione, dove non ha neanche la luna; se la sono mangiata gli Alieni, perché avevano fame e avevano finito le Crostatine.
Una Terra dove l'ottimismo non può esistere, ma c'è Tom Cruise, con il suo bel sorriso e le sue competenze, i suoi sogni e il un passato misterioso.
Due ore di misteri che vengono svelati da eventi narrativi sparpagliati tra le macerie e qualche scena d'azione aggiunta per i soliti che vogliono vedere la computer grafica.
Delusi invece, quelli che volevano vedere le tette, mi spiace ma Tom Cruise ne è sprovvisto.
C'è un momento in cui Tom perde il suo ruolo di protagonista e la scena gli viene rubata da un ubiquo Morgan Freeman; un grande smacco per l'attore dalla risata facile, per questo motivo, si prende la successiva ora e 14 minuti primi come interprete, baciando una ragazza di 20 anni più giovane e sparando laser con una espressione elaborata diverse ore davanti allo specchio.
Improvvisamente la telecamera si sposta su un terreno brullo, forse è il deserto, forse è una spiaggia senza mare, forse una lettiera senza gatto, chissà, si vede solo sabbia, quando improvvisamente appare una persona.
Chi è costui?
E' Tom Cruise.
Cosi impari a fottermi la scena, Morgan!  
Nel finale si vede quello che sembra essere uno spoiler.
Pellicola certo affascinante senza essere pretenziosa, Oblivion è un cockail di generi miscelati con fantasia, senza che alcuni di questi domini sugli altri. Alcune volte banale, altre volte intrigante, la pellicola catalizza l'attenzione dello spettatore per due ore in una storia rocambolesca che prende in prestito alcuni B movie degli anni 50 e qualche puntata dei Twilight Zone (Np per i pù giovani: non è una zona delimitata per i vampiri, ma una serie di telefilm d'annata, che vi consiglio tipo: adesso)
La domanda è lecita: Ho voluto indietro i soldi del biglietto per Oblivion? Certo che si, non perché non mi sia piaciuto il film, ma perché sono ligure e guardarmi un film gratis al cinema, può risultarmi gradevole.

14 apr 2013

Il triste mietitore.

Mai come nei videogiochi, il tema della Morte è trattato con cosi tanta sicurezza e in dettaglio. Non è  solo una svolta nella trama o una scusa per eliminare uno scomodo errore nella trama, ma può essere una regola basilare per il bilanciamento del gameplay o una punizione per correggere e migliorare le abilità del giocatore.
La morte è una condizione fisica da cui si può tornare con molta facilità, o un permanente limbo con la sola scelta di ricaricare il save precedente o il penultimo checkpoint, insomma è qualcosa di concreto che rende più prudente il giocatore e, tipicamente, più nervoso. Nella vita reale, come siamo messi?
Potrò parlarne sino allo svenimento, scrivere libri e citare centinaia di filosofi che hanno discusso, prima di me e senz'altro meglio, di cosa accade Dopo, senza averne però una conferma, quindi inutile argomentarci su. Sappiamo solo che è la fine naturale di questa eternità che porta da qualche parte e, ognuno di noi, ha un'idea di come potrà andare a finire, forse condizionata dalla religione, forse condizionata dalla moglie.  Quello che fa pensare è come viene affrontata, ultimamente, questa triste compagna che grava sopra di noi ogni giorno, ferie incluse. Le popolazioni civili (e parlo dell'Italia, perché ci vivo) si credono immortali e affrontano la dipartita di uno di loro, come un'evento eccezionale, un muto rispetto verso l'ignoto che salutano in chiesa o con un asterisco nei Forum su internet. Siamo immortali, finché non moriamo.
Un pò come gli Immortali del film Highlander, che erano cosi poco eterni da poter morire, esattamente come tutti gli altri, con la sola condizione di venir privati della testa. Anche Achille era immortale, ma colpito sul tallone, unico punto debole è morto esattamente come un mortale. La verità è che non siamo mai stati in grado neanche di immaginare l'immortalità, anche gli antichi Dei Greci e Romani, immortali pure loro, sono morti dimenticati dai mortali e divenuti comparse in spot televisivi, metafore nei libri oppure Boss di fine livello in God of War.
La vita eterna non è una condizione in grado di essere metabolizzata dall'umanità. Lo possiamo vedere tutti i giorni e, se siamo arrivati al grado di civiltà dei nostri tempi, al livello di tecnologia che ci sta modificando gradualmente è proprio grazie al cambio generazionale.
Fa strano dirlo, ma è anche grazie alla morte se l'umanità sta crescendo, quindi, perché temerla?
Perché con le nostre tecnologie, con la nostra avanguardia nelle medicine e con i nostri filosofi, non siamo ancora stati in grado di raggirarla. Uno smacco per l'uomo moderno (inteso come umanità) difficile da digerire.
Non possiamo sconfiggerla, però tentiamo di rimandarla più possibile e molte volte ci riusciamo. Anche se gli stiamo mancando di rispetto, puntandole un dito accusatorio alle volte esagerato.
Si guarda più la bara del morto che quello che ha fatto in vita, ci accorgiamo di chi se ne andato, quando sentiamo la porta sbattere e mai prima.
Siamo egoisti in tutte le direzioni, democraticamente.

FAQ: Frequenti Abusati Questioni: 1° Parte

Quante volte abbiamo sentito o letto, le solite lamentele banali dovute a quel nuovo modello di cellulare oppure a qualsiasi altra novità in campo informatico?
Tante e direi troppe.
Mugugni comuni che continuano a tormentare il popolo senza ricevere una concreta e quantomai definitiva soluzione, una forma di diniego che si può tradurre come una semplice paura del cambiamento, mai come in questi tempi, cosi repentino.
Ho captato qualche mugugno comune e molto usato nei forum di tutto il mondo, seguito dal rimedio che noi tutti almeno una volta, abbiamo pensato di inoltrargli con magnanimità:
"I telefoni Touch fanno schifo, preferivo tastiera fisica!"
Rimedio: Puoi telefonare anche con questo.
"Il Touch dei Cellulare di ultima generazione fanno cagare, si lasciano tantissime ditate sullo schermo touch!"
Rimedio: Anche i telefonini che non possiedono il touch hanno le ditate sullo schermo,  che tecnicamente non dovresti mai toccare. Se vuoi un cellulare con lo schermo intonso, chiama dalle poche cabine telefoniche.
"Windows 8 fa cagare, meglio il 7"
Rimedio: Per scrivere queste cagate, basta anche Windows xp.
"I giochi in cui devi essere collegato a internet sono una seccatura!, come faccio se non ho una connessione?"
Rimedio: Non ci giochi.
"Quando faccio una partita online, trovo sempre tanta gente che usa cheat (bara) usando e mi uccidono sempre, senza darmi la possibilità di arrivare primo in classifica!"
Rimedio: Secondo me, sei tu che sei scarso.

"Compro sempre giochi originali ma devo sopportare dei drm (protezioni anti copia) pignoli e fastidiosi!
Rimedio: Pensa che io vado sempre puntuale al cinema, pago 10 euro per uno spettacolo in 3d di plastica e mi subisco 10 minuti di pubblicità buona, prima che inizi lo spettacolo.
"Call Of Duty non è reale e possiede dinamiche nelle sparatorie troppo assurde!"
Rimedio: Arruolati nei Marines e infilati nel primo conflitto a fuoco.
"Mass Effect è molto più bello di Diablo 3"
Rimedio: Anche io preferisco la Mozzarella alla Torre di Pisa.
"La fotografia su pellicola è molto più bella di quella digitale"
Rimedio: Poi vanno in giro a fare le foto con l'Ipad.