24 mag 2015

Mia nonna lovva mio nonno.


Da tempo su Facebook circola questa toccante testimonianza, anche se difficile capire se autentica o falsa, questo documento, scritto da una nonna, racconta brevemente il suo passato e descrive i maniera semplice e efficace cosa per lei è l'amore, includendo un piccolo incoraggiamento finale. Giusto per incoraggiare le persone indecise o intrattenere quelle si stanno annoiando.
Il testo completo è riportato qui di seguito:
”Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di una donna la amava e la rispettava sempre. Un giorno ero al mercato, io e nonno ci eravamo appena conosciuti e siamo andati a spasso tenendoci la mano. Ad ogni bancarella qualcosa mi meravigliava, bracciali, orecchini, colori, era tutto bellissimo ma a quei tempi i soldi mancavano e non potevo permettermi nulla. Quando mi riaccompagnò a casa mi salutò con un bacio, con la promessa che mi avrebbe chiamato una volta a casa. E lo ha fatto, lo faceva sempre, lo fa ancora adesso e sono passati 50 anni. Il mattino dopo vicino al mio letto trovai una piccola busta, al suo interno c’erano un paio di orecchini bellissimi, di quelli che avrei voluto comprare ma non mi potevo permettere. Brillavano… erano la cosa più bella che io avessi mai ricevuto, così lessi il bigliettino che diceva ‘‘Questi orecchini non sono segno del mio amore, ma il sorriso che avrai tu quando li indosserai, si, quello sarà il segno del mio amore.” Probabilmente adesso una cosa del genere sarebbe considerata troppo dolce da parte di un uomo, quando invece non sanno che per rendere felice una donna basta poco… basta amarla ogni giorno, senza dimenticarsi di chiamarla, senza tradirla, senza mentirle, senza lasciarla sola… Lo so che forse ti sembra impossibile che esista ancora un uomo così adesso ma sono quasi sicura che da qualche parte ancora c’è e non smettere di cercarlo, non smettere mai. Perché l’amore non è mai lacrime, tristezza, paura, insicurezza, solitudine, mai. L’amore è amore, e se c’è non smette mai di brillare. Non accontentarti del non amore, abbi coraggio e cerca quello vero. Quello che nessuno ha più il coraggio di provare…”
Leggendolo mi sono chiesto se un racconto simile può essere ripetuto, tramandando la stessa sapienza, da un anziano del futuro anno 2065.
Ad occhio e croce posso indovinare che avrà uno svolgimento simile:
”Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di una donna la amava e la rispettava, almeno sino a che non si infilava in un'altra storia. Un giorno ero al centro commerciale, io e un mio ex ci eravamo appena conosciuti e siamo andati a spasso tenendoci la mano. Ad ogni negozio qualcosa mi meravigliava; abiti,  telefonini, televisori dagli schermi enormi, era tutto bellissimo ma a quei tempi i soldi mancavano e non potevo permettermi nulla, con il mio lavoro da precaria. Quando mi riaccompagnò a casa mi salutò con un bacio, con la promessa che mi avrebbe whazzappato una volta a casa. E lo ha fatto, oggi ogni tanto lo fa quasi ogni Natale, dopo 50 anni e tre matrimoni. Il mattino dopo vicino al mio letto trovai una piccola busta, al suo interno c'era l'Iphone 6, che avrei voluto comprare ma non avevo ancora trovato l'offerta a rate giusta. Era la cosa più bella che io avessi mai ricevuto, così lessi il bigliettino che diceva ‘‘Questo Iphone non è il segno del mio amore, quando mi manderai la foto delle tue tette, si, quello sarà il segno del mio amore.” Probabilmente adesso una cosa del genere sarebbe considerata troppo dolce da parte di un uomo, quando invece non sanno che per rendere felice una donna basta poco… basta considerarla, senza dimenticarsi di portarla all'Ikea, senza fare sesso con altri uomini, senza smettere di lovvarla, senza dimenticarsi gli alimenti… Lo so che forse ti sembra impossibile che esista ancora un uomo così, adesso ma sono quasi sicura che da qualche parte forse c’è e non smettere di cercarlo e non usare Google. Perché l’amore non è mai gangbang, povertà, selfie, cam erotica, discoteca, mai. L’amore è love, e se c'è ogni tanto smette di brillare. Non accontentarti del primo che passa, abbi coraggio e provali tutti…”
Che il love sia con voi.

15 mag 2015

Un uomo che credeva nel prossimo.


Nel paese di Virmaponzo la vita è tranquilla e scorre esattamente come tanti altri posti.
Uno dei suoi abitanti si chiama Miandrea; è un arrogante come ce ne sono pochi e sta a tutti sul cazzo. Con il sigaro sempre acceso in bocca vive per il suo lavoro di responsabilità che implementa ordinare a qualcuno mansioni che dovrebbe fare lui.
Quando si concede un caffè, offerto sempre da qualcuno che viene indicato da lui come volontario, usa il tempo passato a gustarlo per scoprire se c'è qualcuno che sta battendo la fiacca, per punirlo con una ramanzina interminabile condita di insulti e sbuffi di fumo.
Quando Miandrea gira negli uffici il clima è teso e gli impiegati sono nervosi e pronti a bisticciare tra di loro, quando il capo si allontana tornano alle loro mansioni con un ritmo più umano e senza sentirsi sotto pressione.
L'uomo è molto diretto con tutti e non ha peli sulla lingua, non guarda in faccia a nessuno e con lui nessuno deve sbagliare, se lui sbaglia, la colpa è di qualcun altro che non ha fatto un buon lavoro. Un giorno ha scoperto che alcuni suoi lavoratori si stavano preparando a uscire mezzora prima del turno di lavoro, li ha presi da parte e licenziati. In quei giorni in ufficio il clima è salito verso livelli insopportabili di ansia. Pochi hanno dormito quella notte a parte il loro capo, che ha fatto sogni bellissimi.
Il metodo di Miandrea è molto severo, però viene giustificato dalla sua abilità di mantenere gli utili dell'azienda in netto passivo, riuscendo a sopravvivere in un mercato con una concorrenza è agguerrita e dal fatturato sfavillante. Nessuno dei suoi colleghi l'ha mai sentito pronunciare frasi di incoraggiamento o di compassione, nel suo vocabolario non sono mai state scritte. Se potesse, farebbe lavorare le sottoposte, in gravidanza, la domenica di natale dalle 8 alle 24. Purtroppo alcune leggi glielo impediscono.
Nella vita privata comunque è molto permissivo, per questo la moglie è libera di pensare una volta ogni trimestre, il figlio appena raggiunta la maggiore età è scappato liberamente da casa avviandosi in una promettente carriera militare, salendo di grado con facilità in questi ultimi anni. Se potesse tornerebbe con un carro armato a casa a far saltare quella testa di cazzo di suo padre. Purtroppo alcune leggi glielo impediscono.
Nel pieno di una carriera fulgida e di una vita prosperosa di successi lavorativi, Miandrea un giorno muore.
Il medico confermerà che l'ha portato via un infarto durante la notte e nonostante i repentini soccorsi non c'è stato nulla da fare; l'uomo ha esalato l'ultimo colpo di tosse portandosi con se il suo alito mefitico e la sua odiosa voce squillante.
La notizia prende alla provvista i colleghi e tutti i suoi collaboratori, che inizialmente non riescono a credere a quello che è successo, che per loro sembra troppo bello, per essere vero. Solo dopo aver visitato la salma e certi che il loro capo è realmente morto, affrontano il lutto gettando le mani al cielo come un giocatore di calcio, dopo aver fatto goal.
Durante il funerale la cerimonia è sfarzosa, il sermone del prete è toccante e edificante nello stesso tempo, più volte si chiede come sia stato possibile che Dio abbia chiamato una persona cosi retta e cosi virtuosa come Miandrea. La sua anima troverà la grazia del paradiso, chissà, e la pace delle persone che lo hanno amato, anche se veramente poche. Nelle ultime file alcune anziane, presenti solamente per caso, si chiedono perché sono le brave persone che se ne vanno, mentre i criminali continuano a fare disastri.
La messa finisce come è iniziata, nel totale anonimato, mentre la bara viene portata fuori con al seguito un capannello di persone, che poi sono gli addetti delle onoranze funebri.
Passa qualche giorno e il sostituto di Miandrea sembra essere più cordiale e coordina il gruppo con armonia e serenità trascinando l'azienda verso un inaspettato aumento degli utili, però il ricordo di Miandrea è forte e tutti lo sentono ancora vicino.
Alla fine era un bravo uomo ed è un peccato che se ne sia andato cosi, nel pieno delle sua giovinezza.
Il rimpianto di Miandrea arriva fino alle orecchie del sindaco, che conosceva perché suo compagno di banco alle elementari, in grado di copiagli qualsiasi compito in classe. Nel suo cuore occupato della politica entra una briciola di nostalgia e si impegna a farlo ricordare al paese a cui era tanto caro; nel giro di qualche mese, con il contributo di negozianti e dei colleghi di ufficio, fa costruire una statua di bronzo che colloca nell'unica piazza del paese priva di abbellimento.
Una targa lo ricorda con affetto:" Al ricordo di Miandrea; un uomo che credeva nel prossimo" chiunque legge quell'epitaffio non può che immaginarsi una persona giusta impegnata in una causa giusta e portata via da una tragedia.
Invece era un infame che i ricordi hanno trasformato in un eroe, laddove il tempo ha cancellato tutto il male che ha fatto e avrebbe ancora fatto nel corso della sua vita da stronzo.
Fine.

3 mag 2015

Alto's Adventure: Gameplay evocativo.


Titolo: Alto's Adventure.
Piattaforma: Iphone. Ipad
Genere: A Discesa infinita.
Esistono giochi che possono stupire con poco e riuscirlo a farlo nel 2015 non è una cosa da poco. Alto's Adventure è quella App che non si può giudicare da qualche filmato oppure commentando i screenshot:"Eppure a me sembra solo un clone di Ski Safari!".
E' vero dal gioco della Defiant Development eredita la discesa interminabile di una montagna infinita ed è vero che ne prende in prestito i comandi (con lo schermo touch non ci sono molte possibilità in questo contesto), dove serve solo toccare lo schermo per saltare e fare loop. Cosi come è altrettanto vero che dopo le somiglianze finiscono e il gioco scivola via verso una direzione diversa.
Molto diversa.
Non è una gara a tempo oppure una corsa al punteggio più elevato; Alto's Adventure è forse il primo titolo che ho provato dove il giocatore può rilassarsi o provare a diventarlo. La frenesia di Ski Safari è lontanissima, non ci sono valanghe che ci inseguono o yeti da cavalcare; affrontiamo una evocativa discesa in snowbord su ambienti incontaminati e distensivi, scortati da piacevoli note al pianoforte che non raggiungono mai tonalità acute. Persino il testo vuole invitarci alla calma e alla riflessione e quando il personaggio si schianta nella neve, compare una incoraggiante frase:"Sarà per la prossima volta!" senza punirci verbalmente come altri giochi, che fanno del fallimento una provocazione per usufruire dello shop a pagamento.
Ho provato qualcosa di nuovo a immergermi negli ambienti suggestivi di questo titolo, che non sono stati creati con un motore grafico di ultima generazione tipo l'Unreal Engine Raga Quanto Sono Cazzuto!, l'ecosistema del gioco rasenta la perfezione di una composizione di sagome controluce dai semplici profili e figure minimali che scivolano serenamente tra il giorno e la notte, come scorre via un paesaggio alpini dai finestrini di un'auto.
Anche se la giocabilità possiede un significato che rientra comunque nello standard di intrattenimento, giocare e rigiocare Alto's Adventure può scatenare emozioni di ogni tipo, diverse in ognuno di noi; malinconia, armonia, gioia, serenità, spensieratezza, gloria, ludovico.
Volete provare a scoprire la vostra? Il prezzo del biglietto è di due euro.
Buona discesa.