28 ott 2013

La cosa più bella è dare agli altri, ok. si...però...






Un filmato breve, semplice per pubblicità diversa da molte altre, lontana da quelle trasmesse con grande fretta dalle nostre tv, lontana dal messaggio del subito che stupra lo spettatore imponendogli un'idea, cercando a tutti costi il tormentone, trasformando lo spot in uno spot, diffuso gratis dalle parole.  Questo messaggio è dissonante da qualsiasi motto commerciale che è in contrasto con la stessa essenza della pubblicità. Un bambino ruba delle medicine a una donna che rimprovera il bambino in una violenta lingua composta di sole vocali:"Uoaaaoshaaaaaaaaaaaaaaa! uauiaaaaaaaaaaa!" sarebbe incomprensibile se non per il lavoro di qualche volenteroso conoscitore del Coreano (Thailandese?). Mentre il bambino ascolta sottomesso i rimproveri, arriva un uomo che ferma la donna con:" ioeeeee! aooaaaaaaaaaiiiii oeeaaaaaaaaaa!!" - L'uomo comprende il dramma della situazione e copre personalmente la spesa delle medicine che servono per guarire la madre del piccolo. 30 anni dopo la storia continua e non vi svelo altro;  è doveroso che guardiate completamente il filmato, tanto dura poco. Colpisce la sincerità con cui viene confezionato e trasmesso il messaggio: "Dare è la migliore forma di comunicazione". Una bella lezione di filosofia in grado di rincuorare l'animo e adottare un atteggiamento verso gli altri, almeno per i successivi cinque minuti dalla visione del filmato.
C'è speranza per l'umanità; una ottima immagine per lo sponsor e la divulgazione del filmato su facebook, twitter e chissà in quanti altri social network (ok, Twitter è un microblog non un social network) è assicurata, quindi avrà già fatto il giro del mondo diverse volte. Il messaggio è opportuno divulgarlo al popolo, anche se il concetto di base potrebbe avere altri risvolti.
E' umano compiere azioni buone come donare dei soldi o prestare un aiuto. Un atto che non dovrebbe essere insegnato da qualche filmato commuovente, ma implicito nella società civile. Il semplice gesto di donare andrebbe fatto senza la volontà di voler essere ricambiati a tutti i costi.
Chi opera quotidianamente questo genere di nobili azioni (sono tanti e non fanno notizia) non si aspetta di essere ricambiato, anzi, lo farebbe anche se avesse la matematica certezza di essere ignorato. E' proprio questa La manifestazione pura di bontà; silenziosa e illuminata. Lo slogan tende a far credere allo spettatore che, se oggi dai qualcosa, aiuti uno sconosciuto, nel futuro lui avrò un motivo per aiutarti; purtroppo nella realtà le cose potrebbero andare diversamente e il filmato poteva anche concludersi con la  morte all'ospedale dell'uomo senza avere un minimo aiuto o, chissà, anche ucciso in una rapina dallo stesso bambino, diventato ragazzo, ancora in difficoltà economiche.
Ovviamente il lieto fine è quello più digeribile e più meritevole per chi è buono con gli altri. E' una puntualizzazione che mi è uscita spontanea, molto difficile da comprendere, specialmente a chi è restio a fare buone azioni e pensa che alla fine andrà tutto bene;  abituato ad aspettare e, magari, grattare qualche biglietto colorato dal tabaccaio.
Nella realtà c'è sempre dietro qualcuno, discreto e lontano dai riflettori della mondanità, che fa qualcosa per il prossimo spontaneamente, senza aspettarsi una ricompensa.
Concludo citando una frase d'effetto del filmato:"oahaiaoooooooooooooo oaioaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaao  osokaoaoooooooooooooooooooo!"
Alla prossima.