8 dic 2014

GdR: Gioco di Religione.

[caption id="" align="aligncenter" width="300"] Scegli il tuo Destino![/caption]
 
Vagabondando sulla rete mi sono imbattuto in questo articolo che mi ha incuriosito particolarmente. Leggendolo, ho più volte provato l'impulso di chiedermi se gli autori avessero mai provato a giocare a un gioco di ruolo con amici o se avessero mai testato l'argomento approfondito con poca obiettività e un po troppa fantasia. Essendo una pagina pubblicata in un sito cattolico, qui mi diverto a cambiare la parola Giochi di Ruolo, tanto abusata nel testo, con la parola:"Religione". L'effetto non stona con il resto della frase e sembra quasi più pertinente delle informazioni sciorinate per screditare un passatempo divertente, che nel peggior dei casi può consumare qualche matita e far perdere qualche dado sotto i mobili.
Non riporto articolo l'esteso per via della lunghezza, ricopio solamente alcuni passaggi tra i più interessanti:

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L’ambientazione delle religioni include, nella migliore delle ipotesi, il mondo magico, del mistero, pieno di incantesimi, maghi, fate, elfi, guerrieri mitici; tematica classica lo scontro tra il guerriero buono e il potente malvagio: l’adolescente respira una mentalità fatta di destini ineluttabili e di insormontabili maledizioni, si immedesima in una cornice piena di ultra-poteri e di mitologie che pongono ristretti limiti alla libertà della persona...
...“La Religione migliore – ci ha detto con entusiasmo uno dei giovani coinvolti – è quella che non finisce mai, che dura tutta la vita” : un immedesimarsi che sostituisce irreversibilmente il ruolo fittizio e condizionato alla persona e alle sue scelte...
La Religione è tutta mentale, non fisica, non agita: le paure o l’impatto con la concretezza, con la vita misurabile, con “l’alterità” degli altri senza mediazioni sono rimandati a un futuro senza definizione; il virtuale fa da ricettacolo per la sensazione di inadeguatezza a relazioni interpersonali “vere”‘, fatte anche di accettazione dei propri limiti e dei problemi degli altri.
Le conseguenze di quest’immersione nel virtuale, che si estendono alla vita di tutti i giorni, hanno proporzioni non valutabili. I rapporti sessuali al di fuori della coppia stabile sono liberati da “fastidiosi sensi di colpa” se avvengono in conseguenza dell’assunzione di una religione : la violenza o i comportamenti autodistruttivi non sei tu che li agisci, ma il tuo Dio che ti è rimasto “appiccicato” addosso, quindi sono resi più giustificabili...
..Il leader naturale di un gruppo dl fedeli verrà dotato, attraverso la religione, di approfonditi elementi metodologici per indurre altri nei ruoli previsti dal dogma stesso: un testo sacro gli suggerisce tutti i fattori necessari, gli atteggiamenti, i comportamenti, il modo di sentire e di pensare: le sue capacità carismatiche verranno ampliate da questa “dotazione” senza che alcun riferimento etico sia garantito: si vede con facilità il rischio dell’ instaurarsi di dipendenze e sudditanze, di prevaricazioni e strumentalizzazioni che esulano dalle normali dinamiche di un gruppo adolescenziale...
...I soggetti alla ricerca di identità, più attratti da prospettive ideali, che trovano disattese nella società reale, con caratteri di fondo non lontani dal pattern depressivo, o con personalità passivo-dipendente, si adattano alla Religione e ricevono punto per punto dal libro di culto le informazioni necessarie alla definizione di se: come devono essere “fisicamente”, come sentirsi psicologicamente, quali atteggiamenti assumere: un vero e proprio stato di dipendenza può instaurarsi nei confronti del prete: “Tutto dipende dalla bravura dell'Autorità religiosa– ammette un fedele di diciotto anni – se ci sa fare La religione diventa straordinaria” ; il ritorno ad una realtà senza ruoli predefiniti e senza guida può essere disorientante...
...“Ah, certo” – dice il venditore di santini – “Se poi qualcuno ha difficoltà personali, e interpreta le cose in modo autodistruttivo, non dipende certo dalla religione” : anche in questo caso la società adulta abdica alla responsabilità di tutelare proprio le persone più fragili… Un mondo di gente “‘solida” e sicura che prevede di generare per certo figli stabili e incondizionati: un mondo di “vincitori” che non hanno tempo per i perdenti e i falliti!

..."

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