16 feb 2014

Monuments Men

Questo è il titolo se non si è capito
In un sabato come altri, abbracciato da una debole pioggia, mi sono diretto al cinema con amici a vedere un film casuale. Appena entrati nella sala abbiamo capito subito che il titolo aveva un certo richiamo tra il pubblico, perché mancavano pochi posti liberi in sala. Ci siamo intrufolati alla prima cassa e la donna dietro il vetro di annuncia, con una vocina tipica delle casse automatiche nelle uscite dell'autostrada, che la fila centrale (che scelgo tipicamente per gustarmi il film, credo, assieme a altri milioni di spettatori) è disponibile unicamente in quarta fila, mentre in quinta fila dovevamo stare in posti laterale. Abbiamo scelto la quarta fila con sicurezza, abbiamo pagato e dopo aver speso qualche spicciolo in bibite e leccornie che si dimenticano di aver mangiato durante il film, siamo entrati giusto in tempo per vedere la pubblicità, in quarta fila laterale...
Non sapevo assolutamente niente di questo film, a parte il nome e la presenza di Bill Murray, Giorge Clooney, Matt Demon (anche qui armato con il suo sopracciglio ribelle) e Jhon Goodman. Immerso in questa mia innocente ignoranza, poso la giacca sulle mie gambe e aspetto che lo schermo venga inondato di colori.
La trama viene svelata in pochi secondi dall'inizio della pellicola, vicina a Bastardi senza Gloria e Operazione Valchiria, ma con una punta di ironia e due gocce di arroganza. In breve, catturata direttamente da Wikipedia è questa: "Un plotone dell'esercito americano, composto da critici ed esperti d'arte, direttori di musei, ed elementi simili durante la seconda guerra mondiale, ha il compito di cercare e recuperare ogni opera d'arte rubata dai nazisti, per poterle riportare negli Stati Uniti d'America e salvarle dalla volontà di distruggerle di Adolf Hitler"
Lo scenario è la seconda guerra mondiale, ma verso il suo epilogo, per questo motivo Monuments Men ha molto il sapore di una commedia e anche se non mancano le scene drammatiche, in proporzione non dominano sulla pellicola, cosi come le scene d'azione, praticamente ineesistenti. L'attenzione orbita attorno alla passione per l'arte dei protagonisti, che sono pronti a sacrificare la propria vita per recuperare tutte le opere d'arte trafugate dai tedeschi. Non sono guerrafondai, ma devoti verso un credo superiore che vive dentro quadri e statue e li catapulta nel conflitto, inizialmente come testimoni di una spietata guerra che non risparmia solamente le persone, ma anche libri e opere d'arte, poi inevitabilmente coinvolti in una guerra dai risvolti sempre più inquietanti.
Gli ingredienti per un buon film ci sono tutti e basta miscelarli come si deve, assieme agli attori. Infatti il film non funziona. Oppure fa parzialmente il suo lavoro.
Nelle quasi due ore di proiezioni ho visto un Quasi film; è un film sulla guerra, quasi, perché i tedeschi sono in rotta e fuggono cercando di salvarsi la pelle e bruciare le opere d'arte. E' una commedia quasi ironica, perché molti dialoghi sono noiosi e frammentari. E' quasi un film d'azione, perché i conflitti si vedono poco e se iniziano, sfumano sacrificati per un altra scena. E' un film quasi documentario, ma i riscontri con la vicenda, che sembra essere accaduta veramente, sono pochi e nascosti nei risvolti della trama.
Billy Murray che mi aspettavo di vedere più vivace, in questo film si limita a guadare il pubblico con il suo volto ironico e beffardo, che non ha bisogno di commenti, ma è saldato una figura che, assieme agli altri attori, è ridotto quasi a comparsa. Decisamente più in vista il ruolo di Matt Demon, che si contende la scena assieme a Clooney e a Glen Cloose. Quest'ultima attrice, finalmente, lascia quell'espressione da elfo strafatto, vista nel Signore degli Anelli e in Lo Hobbit, per una parte impegnata che la rende una delle migliori nel suo ruolo, del cast di questo film.
Uno dei maggiori difetti di questo film è che costruisce dei personaggi negativi, li fa odiare al pubblico, promette di renderli antagonisti di eccellenza e poi, con naturalezza, li fa sparire senza fatica, oppure dimenticare, sconfitti e battuti in partenza dalla bandiera Americana. Una vittoria a tutto campo senza sparare mai un colpo d'arma da fuoco.
Clooney voleva ricordare un manipolo di uomini in una caccia al tesoro senza precedenti e ci è riuscito, ma questa storia si dimenticherà presto, perché il suo quasi film non ha quella forza per lasciarla impressa nella nostra memoria.
Quando esco dal cinema, sopravvive alla visione una domanda, che penso sia l'unica si formi in ogni esseri umano dopo aver visto Monuments Men: Valeva la pena il sacrificio di persone e risorse per salvare tutte quelle opere d'arte?
Non sono adeguatamente istruito per rispondere a questo domanda, per questo mi limito a pensare che; se diamo la stessa importanza si alle persone, cosi come alle opere del passato, troveremo un giusto compromesso per non sacrificarli entrambi.
Comunque è più sopportabile la presenza di un vecchio quadro, piuttosto di un vecchio uomo che mangia, beve, dorme e disturba i cantieri sciorinando il suo passato glorioso.

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