11 feb 2014

Batti il ferro finchè è Ironman.

cinecomics-a2_img2012
In genere si inizia con una storia. Un personaggio fa la sua apparizione al pubblico, si fa conoscere con lo svilupparsi della trama, si scoprono alcuni suoi segreti, il suo modo di comportarsi, le sue origini, quindi la storia si evolve verso eventi inaspettati, forse crudi, forse moderati, forse noiosi e nelle nostre menti il personaggio inizia a intrufolarsi, prendendo posto nel nostro reparto immaginazione. Passano gli anni e noi cresciamo, il personaggio no. Continua a prosperare nel nostro mondo rimanendo con lo stesso aspetto in cui lo abbiamo conosciuto. Oramai fa parte della famiglia, non quella di sangue con cui conviviamo o interagiamo nella nostra vita, ma quella provocata da un affetto nato da semplice simpatia. Il personaggio continua a vivere, non solo nella nostra mente, ma anche sulle pagine del libro in cui lo abbiamo letto, magari sul grande schermo, forse in televisione, continua con le sue avventure a impressionarci, o a tentare di impressionarci nuovamente. E, la curiosità, che ci ha spinto a seguirlo sino a epiloghi inaspettati, muta in un attaccamento, che in alcuni casi diventa morboso, in altri semplice amicizia, in altri diventa odio.
E' il destino di quei protagonisti che affollano il quotidiano immaginario, divenuto collettivo. Non sono più una motivazione a creare un brand per fare altri soldi, ma un dovere verso i produttori, di film, cinema e quant'altro a dare al pubblico la compagnia di eroi divenuti immortali. Ricordo i film di Nightmare, dove il protagonista iniziava come serial-killer con uno specifico scopo e proseguiva nei film successivi diventando un assassino del sonno. Piaceva ai giovani e portavano il suo volto scarnificato sulle magliette (Ho visto anche T-Shirt di Freddy Krueger artigliare il volto giovane di Jovannotti, gli anni del suo esordio con "Gimme Five") era un cattivo eroe che funzionava, la sua carriera era cosi fulgida che, un giorno, senza che il pubblico potesse accorgersene è diventato un simpatico pupazzetto, che non faceva ne paura e neanche ridere, un pagliaccio che si sventolava davanti al pubblico, che era contento solamente nel rivederlo. Altro destino è successo a Jason di Venerdi 13 (la punta di ridicolo l'ha toccata con Jason X, a mio avviso), Chucky La Bambola Assassina, Indiana Jones (prima o poi scriverò anche il perchè) e chissà quanti altri personaggi.
E' normale sfruttare un brand finché funziona, è sempre stato fatto e si continuerà a fare, non per niente si dice ancora oggi:"Squadra che vince, non si cambia" anche i giapponesi con i loro Manga, si stanno avvicinando alla filosofia del Comics americano. Eroi che si innestano nelle menti dei giovani, e non, prendono residenza sul mercato e non lasciano mai la scena, sopravvivendo alla morte del loro creatore, alle crisi, ai presidenti, ai cambi di moda, ai saldi.  Un mondo di immaginazione con confini delineati meglio dei nostri. Provvisto di regioni, galassie, città, continenti, Gotham City, mondi inter-dimensionali accuratamente accatastati e con il marchio registrato. Paradosso nel paradosso, la fantasia infinita deve avere una buona squadra di avvocati per inventare qualcosa di nuovo; somiglierà sicuramente a qualcosa di già visto.
Incredibile a dirsi, ma questo mondo fantastico sta diventando noioso, quanto il nostro quartiere.

Nessun commento: