9 set 2018

Carta carta e si schianta.

Quando Wizball prese 98%


C'e stato un tempo in cui ero impaziente di spendere 3500 lire, per comprare il nuovo numero della mia Rivista di Videogiochi preferita: Zzap!

[caption id="attachment_10840" align="aligncenter" width="313"] Le cover disegnate era uno spettacolo per gli occhi. Anche se ogni tanto era difficile ricavarne un significato.[/caption]

Erano gli anni in cui non esisteva ancora Internet e se volevi giocare assieme agli amici o li invitavi a casa tua, oppure ti auto-invitavi a casa loro.
I videogame erano molto lontani da diventare un trend. In quegli anni, se stavi a casa a giocare tutto il giorno eri considerato un perdente, oggi invece, sei considerato uno sfigato di merda.
La storia è cambiata.
L'argomento era trattato da pochissime persone e pochi seguivano quel passatempo.
Discutere di videogiochi in una amabile conversazione con parenti poteva costare la perdita dell'eredità della nonna e, per riportare la conversazione verso un decoroso contegno, bisognava bestemmiare.
Le uniche notizie sui videogame si potevano ottenere da riviste come Zzap! o Videogiochi.

Se si rimaneva bloccati in un punto specifico di un gioco e non riuscivate a andare avanti, dovevate sperare di trovare la soluzione nelle riviste in vostro possesso, impilate vicino ai fumetti, libri e le uscite settimanali del corso di sopravvivenza in Amazzonia.
Privi di un giuda, dovevate sperare di trovare la soluzione nel prossimo numero in uscita, che aspettandolo con ansia non usciva mai. Sempre ammesso che avessero pubblicato la soluzione per il gioco in cui eravate fermi.

 

[caption id="attachment_10841" align="aligncenter" width="329"] Parte della soluzione di Head over Heels all'interno della rivista.[/caption]

I videogiochi di quell'epoca potevano essere veramente ostici. Esistevano avventure testuali completamente in inglese, in cui per procedere nel gioco dovevate scrivere comandi specifici, dopo aver letto una descrizione dell'ambiente infinita. Vi faccio un esempio:

Sei in una stanza buia e non vedi niente, vicino a te senti rumori meccanici dal tono acuto, velatamente offuscati dal ronzio delle tue orecchie. A nord senti bisbigliare con parole senza significato una voce femminile, dal tono potrebbe essere una sgarzigliona abbracciata dall'oscurità.
Con i tuoi piedi sfiori un oggetto metallico e le tue mani sudanti toccano un pavimento, al tatto marmoreo e freddo.
Che cosa fai, dunque?

> Prendo oggetto metallico
E' buio
> Accendo la luce
E' buio
> Vado a Nord
E' buio
> Urlo alla sgarzigliona di accendere la luce.
E' buio
> Mi strofino i coglioni per accendere un fuoco.
E' buio.

Capite ora, che per questi giochi un aiuto era sempre necessario.

Ricordo che ho anche acquistato un paio di riviste in inglese e tentato di leggere qualche recensione,  ricavando un significato dal testo solamente dopo aver letto il voto.
C'è stato un periodo che mi sarebbe piaciuto scrivere recensioni per Zzap!. Pensavo che fosse stupefacente venire pagato per giocare; folle e magnifico allo stesso tempo.

Purtroppo però il tempo ha continuato la sua opera di distruzione e costruzione verso il presente.
Oggi i videogame sono quasi una necessità e hanno raggiunto qualsiasi tipo di utenza, in qualsiasi parte del mondo, per qualsiasi tipo di device. (escludo ovviamente gli elettrodomestici, almeno che io sappia)
Parlare delle prossime uscite della Nintendo oggi è normale esattamente come parlare del calcio mercato.
Grazie a internet non è solo possibile conoscere le ultime novità nel campo, si può confrontare con altri giocatori le proprie opinioni, si può insultare una software house per un downgrade, richiedere a gran voce il seguito di un gioco amato che non faranno mai e, ovviamente, comprare e scaricare direttamente il videogioco che intendiamo giocare.
E' possibile creare un videogioco o contenuti per altri videogiochi, usando potentissimi tools che negli anni ottanta erano impensabili, pensate che il massimo si è raggiunto con il S.E.U.C.K.:

[caption id="attachment_10842" align="aligncenter" width="379"] Shoot'em up Construction Kit: Medaglia d'oro Dicembre 1987. Sono momenti indimenticabili.[/caption]

Diventando adulto assieme al mondo videoludico, ho anche smesso di comprare le riviste in edicola.
Dal mio punto di vista di lettore e giocatore stagionato sono diventate per me dispendiose e obsolete.  Faticano a stare dietro a questo mondo schizofrenico, in cui una tendenza nasce e muore in un attimo. Dove il titolo più giocato della prima settimana del mese, diventa quello meno giocato nella seconda e nel mese successivo è diventato un Amarcord.
Inoltre, grazie a portali come Twich e Youtube, puoi renderti conto della bontà di un titolo, guardandolo mentre lo gioca al day one, uno streamer generalmente lento come un Lemure, che muore ogni secondo. Una volta che hai acquisito ogni genere di informazione, leggendo recensioni sia in inglese che in italiano, guardando filmati e "blind run", interpellato anche l'amico in chat mentre ci gioca in diretta, sei finalmente convinto di comprarlo e, una volta provato, ti farà schifo.
Cosi va la vita.
Il  destino di tutte le riviste cartacee non è molto roseo. Di certo lo scenario cambierà repentinamente nei prossimi anni, ed è probabile che Edicole e Giornalai subiscano un drastico cambiamento, per non chiudere i battenti.
Le riviste cartacee moriranno? probabile.
Comprando nuovamente in edicola è possibile salvare questo mercato? probabile

Allora compro rivista di videogiochi in edicola.
E' buio.

 

 

 

 

 

 

 

Fonti usate per questo nostalgico momento:

Tutti i numeri di Zzzap! da leggere direttamente online (all'epoca avrei dato il lobo destro per averle)
La soluzione di Zork I, uno dei capisaldi delle avventure testuali. (Mai giocato per colpa dell'inglese)

 

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