11 ott 2015

Sangue in sala giochi.

sangue in sala giochi
Molti pensano che i videogiochi sono un passatempo innocente che non possa fare male fisicamente alle persone. Purtroppo circondati dall'agio della vita moderna ci siamo completamente dimenticati dei rischi che abbiamo affrontato noi giovani negli anni dove le sale giochi erano piene di Arcade e non di Slot Machine.
In quel periodo ero un bambino tenero e casinista che viveva in una famiglia normale, aveva i suoi amici, una bicicletta scassata e una scarsa attitudine per la scuola. Passavo le mie giornate a guardare la tv o a uscire con la bici, attraversare un viale alberato e entrare nell'unica sala giochi del mio paese. Cambiavo una banconota da mille lire per 5 gettoni e vivevo avventure di un universo fatto a cubetti, assieme a amici, anche loro abitanti dello stesso universo.
Quel giorno incontrai Ludovico, mio coetaneo dal capello biondo angelico. Con lui parlavo di Jet supersonici, belle ragazze e F14 pilotati da belle ragazze, anche se come discorsi non erano molto profondi, avevamo il tempo di cercarci verità, che ancora oggi non abbiamo trovato. Stavamo commentando le tattiche del nemico in:"1942" quando alle nostre spalle comparve Temistocle, un compagno di classe obliquo e dotato di grande predisposizione all'antipatia. A scuola c'erano grandi incomprensioni nel parlare di giochi, film e dei professori però in maniera univoca Temistocle stava a tutti sul cazzo, forse anche per via di quel nome.
Con l'aria di chi ha vinto il Pulitzer si avvicinò con il petto alzato al settimo cielo e poggiando una mano sulla spalla di Ludovico, gracchiò con voce insopportabile:"Sono arrivato alla Germania!" seguì una risata insopportabile:"Muahahahahah!"
Rimaniamo esterrefatti per qualche secondo. L'odiato si stava riferendo a un gioco comparso in sala giochi da poco in cui si controllava una squadra di calcio in competizione per vincere i mondiali. Il suo nome in inglese era impronunciabile per noi ragazzetti allora costretti a imparare il francese a scuola*, cosi era diventato semplicemente:"il gioco del calcio". Un titolo faticoso da giocare, non tanto per l'intelligenza artificiale degli avversari, quanto per la periferica di controllo. Il giocatore a centro schermo si muoveva usando una trackball opaca e una sua rotazione corrispondeva a un movimento del calciatore. Un timido tasto verde serviva per passare la palla, tirare verso la porta o fuori dallo schermo. Il sistema non era il massimo di comodità e molti giocatori, compreso noi, l'avevano abbandonato perché venivano sempre sconfitti dalla Francia, esattamente come a scuola. Quello che rendeva frenetico Il Gioco del Calcio era che, a maggiore velocità di rotazione della trackball, corrispondeva una maggior velocità del giocatore, quindi una partita si traduceva in una perdita di calorie simili, se non superiori, a una partita vera.
Solo recentemente ho saputo che la software house del Gioco del Calcio non ha mai avuto i diritti della Fifa, quindi le squadre avversarie oltre i colori del loro paese, non venivamo mai menzionate ufficialmente e noi chiamavamo Germania, Francia, Spagna quello che il gioco assegnava come una cadenzata progressione dei livelli.
L'annuncio di Temistocle suonava come una provocazione e sapevamo che non era un bugiardo perché nella classifica del gioco, compariva al primo posto il suo nome, abbreviato con tre lettere:"TMC", antipatiche pure quelle. Quelle risate beffarde trasformarono il mondo in un posto sporco, dove i perdenti vivevano nella merda, indegni di entrare nella classifica. Ludovico non era un tipo di tante parole, gli bastò un'occhiata diretta agli occhi marroni dell'antipatico, silenzioso abbandonò l'aeroplano di 1942 dentro una guerra infinita e appena si liberò il Gioco del calcio da ragazzetti incapaci di superare il primo livello, scattò in avanti sfidando il campione.
Temistocle sue spalle cominciò a cantare un odioso motivetto:"Non ce la faaaai!, non ce la faaaai!, non ce la faaaaai!" - Stonato volutamente per essere maggiormente seccante.
Un attimo di concentrazione precedette la pressione del tasto Start, quel silenzio era molto rappresentativo se pensiamo al significato per noi ragazzini, sfidati da un insignificante giocatore diventato improvvisamente più bravo di noi. Come può riuscire un ragazzo a eseguire imprese estreme? a compiere gesta che possono diventare eroiche o disonorevoli? In questo caso bastava un gettone.
Cicalò il fischio di inizio e la sfera piombò in campo, il rumore della trackball era distinguile da qualunque altro Arcade in sala giocih; era come lo scorrere di un rullo compressore sopra un pavimento di marmo, come il suono dell'angelo della morte che rotolava giù dal monte del destino.
Le strategie per vincere alle prime partite erano conosciute da tutti, anche se allora non esisteva un mezzo divulgativo come Internet, le voci giravano di bocca in bocca e persino il fruttivendolo ottantenne del paese le conosceva. Bastava passare al giocatore sulla fascia, raggiungere l'area avversaria, passare in cross al centro e con l'attaccante lanciare una cannonata nella porta. Un tiro che richiedeva una buona spinta sulla sfera. Maggiore la rotazione e più il tiro era potente, almeno cosi a noi sembrava. Risultato della prima partita: 9 - 2
Iniziò la seconda e le cose si fecero più difficili, Ludovico era un ragazzo preparato con una grande concentrazione, non senza qualche errore, portò a casa la vittoria: 8 - 4.
Nella terza partita la strategia conosciuta anche dal fruttivendolo ottantenne iniziò a perdere di efficacia, gli avversari sembravano essere consci della tattica e prevedevano tutte le mosse del mio amico. Vinse di pochissimo con un 6-4.
Nel quarto game l'avversario non si faceva fregare cosi facilmente e nel primo tempo piombarono goal impossibile da evitare, Ludovico non si scoraggiò e mettendo quanta più forza nelle mani, riscaldò la trackball per ottenere un 7-6.
Arrivò la partita più alta raggiunta dal giocatore medio; la Spagna, con tattiche sconosciute all'umanità e fino a quel giorno ritenute imbattibili. L'amico cercò di contenere il risultato, il suo viso sembrava di plastica dal sudore che gli colava dalla fronte, lo schermo diventò opaco dal suo respiro affannoso, una luce misteriosa lo circondò e un vigore rinnovato lo aiutò a ottenere un risultato incredibile: 6-4.
Intanto alcuni curiosi cominciarono a affollarsi attorno a noi e, tra loro, Temistocle osservando l'inaspettata vittoria sgranò gli occhi e portò una mano sulla testa. Lessi i suoi pensieri con la sua voce odiosa:"Mi ha raggiunto, cazzo!"
Di fronte a noi comparve la Germania signori e signori!. Giocatori con la maglietta bianca e privi di volto (colpa della bassa risoluzione video del titolo) ci guardavano in formazione nella schermata di presentazione. Il fischio d'inizio e poi silenzio, si sentiva solo l'inutile musica del gioco e il fruscio costante dei colpi sulla trackball. Niente sconti o colpi di fortuna, la palla schizzava in ogni angolazione, toccò ogni giocatore e volò in ogni direzione, non arrivando dentro in nessuna rete. il tempo scorreva. Ludovico era concentrato oltre ogni sua possibilità, se avesse avuto lo stesso impegno nello studio si sarebbe laureato con lode, a quindici anni. Le sue spalle erano tese e la mano frenetica picchiava diagonalmente la sfera facendola ruotare velocemente, inventandosi qualche tiro d'effetto che il gioco non contemplava. Dopo un principio di crampo penetrò nell'area avversaria e si liberò di un paio di difensori facendo spuntare la rete nemica a qualche metro da lui. Un gesto solo lo separava dal primo goal, un bivio sospeso in un millesimo di secondo. L'istinto lo guidò e dentro di lui sentì una voce:"Usa la forza, Lud!".
La mano cadde sulla trackball con brutalità e scivolò oltre la superficie, la pelle del mignolo rimase pizzicata dalla scanalatura che separava la sfera dal cabinato e si aprì in una ferita. Rivoli di sangue guizzarono fuori macchiando la scritta:"GOAL!" sullo schermo. Concentrato tanto  da non avvertire il dolore, esclamai all'amico:"Stai sanguinando!"
Con gli occhi incollati sul gioco, rispose con una citazione di un film di quell'anno:"Non ho tempo di sanguinare" e continuò a frullare la trackball diventata ormai vermiglia.
I presenti inneggiarono le gesta con grida incredule e persino il gestore della sala giochi, che credevamo inamovibile dal suo posto dietro la cassa, si avvicinò curioso solo per scoprire con disgusto che una delle sue macchine, si stava sporcando di sangue. La gioia pervase la sala giochi quando, in un disperato tentativo, Ludovico insaccò la palla nuovamente con la ferita diventata più larga dalle continue manate e allontanando la propria squadra dalla sconfitta, raggiungendo la schermata finale mai vista prima con un secco 2-0. Una musica inedita arrivò alle nostre orecchie; l'Italia sollevò la coppa sopra le loro teste prive di connotati, mentre Temistocle scompariva laggiù nel viale alberato, lanciando pugni al vuoto.
Era un grande giorno per noi, la sfida era vinta anche se non c'era nulla in palio e il male sconfitto per sempre. Con il mignolo sanguinante in bocca, Ludovico alzò la mano sana per celebrare la vittoria. Furono attimi indelebili di tripudio prima dell'arrivo di suo padre, chiamato dal gestore, che portando il figlio al pronto soccorso lo riempì di sberle sulla testa.
Il giorno dopo tornando in sala giochi incontrai Ludovico con il mignolo fasciato che mi indicò il Gioco del Calcio; qualcuno aveva installato un banale Joystick al posto della mortale Trackball.
Il mondo era diventato un posto più sicuro, grazie al suo sacrificio.
Fin.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
* Nelle Lingue a scuola era possibile scegliere tra Inglese e Francese, ovviamente il 90% degli alunni sceglieva Inglese e purtroppo la percentuale degli studenti veniva comunque bilanciata verso il Francese per motivi di inutile comune senso Europeo.
In ogni caso, i Francesi della lingua Italiana non hanno mai avuto grande considerazione.

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