19 lug 2015

Tutti i volti del Terminator.

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Una volta ho letto su una rivista, che mi pare sia stata:"Cose di Casa" che il primo pensiero istintivo e latente dell'uomo, quando incontra uno sconosciuto, è quello di fuggire. Un impulso naturale per la sopravvivenza non ancora bene sopraffatto dalle comodità della vita moderna, come lo sbucchia mela a rotella.
[caption id="attachment_1933" align="aligncenter" width="432"]Sbuccia mela a rotella, il primo passo di Skynet per conquistare il mondo. Sbuccia mela a rotella, il primo passo di Skynet per conquistare il mondo.[/caption]
Chissà se è proprio lo stesso stimolo che muovere gli spettatori al cinema; appena vedono una pellicola dal nome anonimo è probabile che stiano a casa, rannicchiati e tremolanti dentro la vasca da bagno, timorosi di vedere qualcosa di inedito. Questo spiega perché escono tanti seguiti e prequel; lo spettatore affezionato a un determinato brand, trova più facile sedersi sulla poltronetta del cinema senza rischiare di incontrare l'oblio.
E' inevitabile però che alcuni personaggi riproposti ancor a ancora, sbiadiscano in versioni differenti e si allontanino dall'idea iniziale.
Terminator è uno di questi. Se ricordate bene il film numero 1, prima ancora che di diventare un brand, possiede un DNA a doppia elica del fantascientifico e dell'horror. Senza indugiare sulla trama del primo episodio, sappiate solo che non c'è un lieto fine e lo svolgimento è drammatico; la salvezza di Sarah Connor era una lotta spietata che lascia una scia di cadaveri e morte.
Un giorno però Swarzenegger non si trova bene nel ruolo di cattivo; rivedendosi non si è proprio piaciuto e metti mai che un giorno dovesse andare in politica, che figura ci fa a interpretare un robot che ammazza civili e poliziotti?.
Da questo cambiamento, azzeccato o meno decidete voi, Terminator inizia a deragliare dalla sua origine angosciosa e cruenta per diventare una sci-fi covo di mille effetti speciali e ringraziamo pure James Cameron se sono iniziati a scorrere fiumi di metallo liquido. Dopo la parentesi di Salvation che ho gradito per il coraggio di mostrare qualcosa di nuovo del solito robot dalla mascella di acciaio che prende a schiaffi una marionetta di argento, compare nei multisala il quinto episodio del Terminatore con un swarzy post-politico e una rivoluzione della trama originale che detona le fondamenta dei primi due episodi.
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Terminator Genysis è il film su viaggi spazio-temporali con il numero maggiore di paradossi disponibile per i vostri occhi ed è l'ennesimo passo in avanti che porta il brand ancora più distante dalla sua genesi, tagliandolo con un colpo lama d'acciaio fuso dal suo passato. Oltre che ricolmo di effetti speciali il film è pieno di un fastidioso buonismo che risulta intollerabile specialmente nell'atmosfera apocalittica rivolta verso Skynet a cui viene dato un volto e la volontà precisa di incasinare lo spazio-tempo per salvare la sua creazione, nata dopo l'ennesimo paradosso temporale in cui non bastano quintali di pastiglie contro il mal di testa per dargli una collocazione accettabile.
Risvolti e alcuni dettagli vengono svelati ma solo menzionati per dare voce agli interrogativi del pubblico che silenziosamente si chiede. Menomazioni della trama che nella programmazione futura verranno sparpagliate nell'inevitabile seguito (teorizzato) e nell'inevitabile serie televisiva (annunciata), in cui Genysis sembra già esserne parte.
Il mio solo rammarico è che, nonostante si sia voluto svecchiare Terminator, la storia gira sempre sui soliti personaggi e nei soliti contesti; c'è un T800 vecchio ma non obsoleto, un T1000 a cui continuano a sparare pallottole di cui è immune e qualche ibrido di metallo liquido e metallo rigido, che si cambia a piacimento come i Doodle di Google. Tra i protagonisti una inedita Sarah Connor con un volto da bambina di Emilia Clarke, consapevole di far parte di un gioco temporale, con nodi, attorcigliamenti, incongruenze, controsensi e viaggi nel tempo più facili da eseguire che pilotando una DeLorean.
Il tempo e le nuove tendenze hanno ridimensionato il mondo di Terminator e la figura di Skynet, il mondo controllato delle macchine non è più un incubo, perchè noi stessi ne siamo dipendenti e involontariamente ne siamo diventati schiavi. Un'esplosione atomica globale è esagerata,  per fare fuori l'umanità basta far cadere i server di Facebook per creare panico e disperazione. E quando un incubo non funziona più, bisogna trovarne uno nuovo e Terminator Genysis ne ha pronto uno dei più terribili; il sorriso robotico di Swarzenegger:TerminatorGenisys-770x385
Sfido io a dormire dopo aver visto una cosa simile.
Fortunatamente i primi due episodi (quelli che preferisco) esistono ancora e si possono rivedere quando si vuole, i paradossi temporali non ce li hanno ancora portati via.

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