26 gen 2015

Nonno Vs Nipote

man writing a contract
Caro nipote.
Sei diventato maggiorenne da poco e mi è dispiaciuto essere li vicino per farti gli auguri. Pensa che Il mio diciottesimo compleanno l'ho vissuto in prima persona al fronte e lascia che ti scriva cosa è successo:
Quel giorno sono in missione in un posto sperduto tra i monti, rintanato e tremolante dentro una trincea di fango e sacchi di ghiaia, al buio e con un freddo cane .Sono assieme a tre camerati, i loro nomi non li dimenticherò mai; Mario, un ragazzo alto e con i capelli rossi, fuma una sigaretta accanto a me; il suo nome lo ricordo meglio, appartiene a un grande Pilota italiano; Mario Visintini, che tu nipote, sicuramente non conoscerai. Alfonso è il più simpatico del gruppo ed è solito raccontarti delle sue avventure piccanti con delle fanciulle che ha conosciuto quando era al liceo. Di vedetta c'è Michele, con un braccio rotto ancorato al collo con un fazzoletto di fortuna, sopravvissuto a un'imboscata qualche giorno prima.
Il tempo è scandito da una pioggia leggera che inzuppa le nostre divise e non finisce mai.
Improvvisamente da dietro gli alberi guizza una raffica di colpi nella nostra direzione, è il mio primo conflitto a fuoco, in quel momento ho una paura del diavolo e non riesco a fare nulla. Rannicchiato con le mani nelle orecchie mi metto a tremare come un bambino. Mario arriva e mi scrolla urlandomi sopra il rumore degli spari:"Alzati e combatti camerata! qui ci ammazzano!".
Striscio nel fango e mi avvicino agli altri compagni, anche loro riparati dietro i sacchi di sabbia, mentre le pallottole sfrecciano attorno. Rispondiamo al fuoco sparando contro dei fantasmi che non riusciamo a vedere, stiamo esaurendo le munizioni quando Michele striscia verso di me, tenendo il fucile in equilibrio tra il braccio sano e quello fasciato e mi ordina:"Nello zaino ho le granate, prendile!". Qualche secondo dopo lo vedo accasciarsi a terra con un buco nello stomaco e la faccia contratta dal dolore, povero diavolo!.
Mentre Mario ci copre sparando all'impazzata alla cieca, cerco nello zaino mentre una pallottola trapassa l'elmetto di Alfonso, spappolandogli il cervello, non ho il tempo per piangerlo, agguanto una granata e la scaglio lontano, anche se ho le mani che mi tremano. L'esplosione mi spacca le orecchie. Il fuoco del nemico si ferma, devo aver colpito qualcosa o qualcuno. Ripreso coraggio, prendo un'altra granata e la lancio dall'altro lato, poi ne passo una a Mario, però si sporge troppo dai sacchi e cade centrato sulla schiena, con il suo ultimo respiro lo sento bisbigliare un'ultima frase di amore verso la fidanzata. Mi avvicino per soccorrerlo e sento un dolore al braccio, sento un liquido caldo che cola dentro la divisa; non posso dargliela vinta al nemico, capisci nipote? sono diventato maggiorenne!. Con un ultimo e doloroso gesto lancio una granata dove spero si trovi il cecchino e mi accascio a terra mentre questa esplode, lontano. Non so quanto tempo passa, cerco di tamponarmi la ferita con un pezzo di stoffa sporco e mentre il cielo inizia a schiarire, collasso a terra. Vedo il sole salire lentamente, steso in trincea sporco di fango e sangue, assieme ai cadaveri dei miei compagni.
"Sacripante, sto per morire!" - E' il mio pensiero, prima di svenire.
Mi risveglio qualche ora dopo all'ospedale militare, ancora sotto shock e dolorante, unico sopravvissuto alla mia brigata, sacrificata per la patria e per una guerra brutale e inutile, che non auguro a nessuno.
Sono felice, caro nipote, che possa condividere con te il mio passato, tormentato da un conflitto che non abbandonerà mai i miei ricordi.
Spero solo che tu hai festeggiato il tuo compleanno, meglio di come l'ho passato io.
Con affetto, tuo Nonno.


 
Ciao Nonno!
Mi spiace una cifra per sta cosa della guerra, è veramente una storia brutta. Purtroppo anche io non ho passato un bel compleanno, senti un po cosa mi è successo:
Sono a casa che mi annoio, senza i genitori che mi cagano il cazzo, quando arriva la mia solita triade di amici fancazzisti per farmi gli auguri: C'è Fabrizio che noi lo chiamiamo Mario, perché gioca tutto il giorno a Super Mario con la Wii U, che tu nonno sicuramente non conoscerai, cazzotene. Arriva anche Alfonso il più bravo a ingigantire con photoshop le tette sulle foto delle nostre compagne di classe. Poi entra Michele con una mano ingessata; il giorno prima, a scuola, ha tirato un colpo di karate a una pila di libri scommettendo che li avrebbe divisi in due. Ha perso 3 Euro, però con la mano rotta riesce lo stesso a usare il pad. Ovviamente i miei amici figa non ne portano, quando mai. E' il mio compleanno e non abbiamo idee di come festeggiarlo, quindi giochiamo con la Playstation. A un certo punto si avvicina a me Mario e mi urla oltre gli spari di Call of Duty:"Non hai della birra? Dai che ci ammazziamo!" Sono andato in cucina e ho preso qualche lattina di Dreher. Le abbiamo svuotate in poco tempo tra un discorso di merda e un altro. Cosi torno in cucina e prendo le rimanenti, che vanno giù a bomba. Iniziano a tremarmi le gambe, è la prima volta che bevo cosi tanto.
Stiamo finendo le lattine, tutti alticci, quando vedo Michele rantolare verso di me e dirmi:"Nel mio zaino ho le bombe!, prendetele!" qualche secondo dopo lo vedo vomitare e si accasciarsi a terra con la faccia contratta dalla sbronza, povero stronzo!.
Mentre Mario mi aiuta a aprire lo zaino, tiro fuori le bombe; due bottiglie di Vodka!. Una la prendo e cerco di aprirla, comincio ad avere qualche problema di coordinazione mano/occhio. Riesco a svitare il tappo anche se ho le mani che mi tremano. Inizia a berla Alfonso e dopo averla consumata tutta, collassa con il cervello spappolato dall'alcool. Non abbiamo il tempo di perculeggiarlo.
Apro la seconda e ne beve qualche sorso Mario che inizia a grondare sudore, diventa pallido e cade di schiena delirando sul fatto che, con la sua tipa, non ha ancora fatto sesso anale. Rimango da solo con la bottiglia ancora piena per metà, non posso dargliela vinta, lo capisci nonno?, sono diventato maggiorenne!
Mi infilo in bocca il collo della bottiglia e succhio via l'ultimo liquido. Perdo la cognizione del tempo, mi gira la testa e poi cado sopra i miei amici svenuti. Steso nel pavimento della mia cameretta, sudato e sporco di vomito, vedo dalla finestra il sole tramontare dietro le case del mio paese del cazzo.
"Porco$%&!, Sto per morire!" - è il mio ultimo pensiero, prima di venire.
Mi risveglio qualche ora dopo all'ospedale, messo merda con i miei che mi strillano contro, rompendomi coglioni su quello che ho fatto.
Sono sopravvissuto a un coma etilico di una sbronza colossale, che non auguro a nessuno.
Comunque sono felice, nonno, che possa condividere con te il fatto che, qualche giorno dopo, Mario è riuscito a farsi dare il culo dalla tipa.
Bella nonno!, tuo nipote.

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