17 ago 2014

Miao nel Paradiso Terrestre.

Paradiso Terrestre: la prima Graphic Novel
Si fa tanto parlare del peccato originale, di come Dio abbia creato l'uomo a sua immagine e somiglianza e poi l'abbia punito per avergli disobbedito. "Tale padre, tale figlio" mi verrebbe da pensare, quindi se l'uomo è stato cacciato dal Paradiso Terrestre per aver preso una mela, non riesco proprio a immaginare i casini che ha fatto in gioventù Dio.
Molto probabilmente, laggiù da qualche parte dell'universo, se ne parla ancora.
Non ho mai capito perchè accanirsi tanto con l'uomo, come se fosse l'unica creatura sulla terra che non può sbagliare. Anche gli animali peccano, in misura minore, ma con la stessa costanza e intensità. E non si sentono obbligati ad andarsi a confessare, perché non parlano. Proprio per questo motivo che non hanno la parola.
In ogni caso, prima dell'uomo Dio aveva nel paradiso terrestre un piccolo gatto. Era tenero e pacioccone e dormiva tutto il giorno, si faceva le unghie sugli alberi e faceva la cacchina nella sabbia finissima di un deserto, creato appositamente per lui dal Creatore. Era una creatura affascinante che sapeva incutere timore e tenerezza in momenti diversi della giornata.
Arrivò il momento in cui questo piccolo gattino, divenne un maschio adulto scattante e energico. Aveva delle strani pulsioni che non riusciva a sfogare e non gli bastavano le incursioni notturne contro i topi, che non mangiava perché già sazio. Dio, che aveva già capito tutto e oramai gli erano chiari quei meccanismi di un mondo che aveva creato lui, creò una bellissima micetta, dagli occhi grandi e dal pelo candido come la neve. Quella coppia di gatti divenne motivo d'orgoglio per il creatore, che non vedeva l'ora di accarezzarli e accudirli ogni giorno, dando a loro tutto quello che avevano bisogno.
Il tempo scorreva placidamente, in quel dolce fluire di eternità che solo nel Paradiso e nel Centro Massaggi si può sentire.
Venne il giorno in cui Dio si costruì una casa; voleva stare da solo e riposare in quel periodo molto difficile della sua infinita esistenza, lontano dalle sue creature. Solamente la coppia di gatti poteva entrare, anche se solo in cucina, giusto per nutrirli.
Il creatore era molto fiero di un'altra sua creazione; un divano immenso e comodissimo che prendeva posto nel suo salotto. Una volta sedutovi sopra, Dio si sentiva comodo e rilassato, si insomma si sentiva da Dio.
Era talmente geloso e orgoglioso di quel divano che vietò dai gatti di salirci sopra.
"Se vi becco qui sopra" - tuono il creatore con una voce dal tono inequivocabile, anche gli Acari lo compresero - "Vi butto fuori dal Paradiso a calci in culo!".
Appena finita di dire quella minaccia e aver sbattuto le palpebre degli occhi, entrambi i gatti erano raggomitolati nelle profondità del divano, in perfetta simbiosi con il mobile. Peli microscopici seminati ovunque.
Inutile dire cosa avvenne.
I gatti volarono fuori dalla casa di Dio e dal Paradiso con una parabola ascendente e un spaventato:"MIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooooooooooooo!", ritrovandosi dove stanno oggi, diventando selvaggi, cacciandosi il cibo da soli ma attratti dai divani, specialmente quelli grandi e soffici.
Qualche tempo dopo, Adamo e Eva subirono la stessa sorte, per aver preso una semplice mela, niente di che paragonato al danno del divano di Dio. Quando la coppia si ritrovò sulla Terra, soli e impauriti, senza cibo, vestiti e soprattutto senza il Natale, il gatto era li che li guardava da sopra un albero.
Li guardo incuriosito e poi sbadigliò e riprese a dormire.
 

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