31 mag 2014

Gaming Mobile Clichè

Il mercato dei videogame sta avendo una seconda vita (forse una terza) grazie al mercato dei Mobile. I nuovi smartphone, oltre a offrire una vastissima scelta di programmi per la comunicazione la condivisione di foto e esperienze, tipicamente superficiali, intrattengono con videogiochi di ogni tipo, diffusi grazie ai market di Google e Apple. Due colossi che hanno stanno cambiando lo scenario del gioco portatile. Comprare un videogame su uno di questi market è conveniente sia a chi li vende, sia a chi li programma (non so in quale percentuale) e gli introiti sono considerevoli, se contiamo che in giro per il mondo oramai ci sono milioni di smartphone collegati in rete, potenziali consumatori. Cash subito, immediato, download e giochi. Il mercato è aperto i titoli a disposizione sono veramente tanti, anche se la maggior parte è merda in pixel, alcuni sono capolavori, giochi mediocri, titoli giocabili, altri spudorati mangiasoldi, oppure capolavori mangiasoldi.
Un mercato con il coraggio di proporre:
Il gioco "Gratis":
Caricate il titolo e notate, con una linea di disappunto, che assieme al solito menù della schermata principale, appaiono dei minuscoli manifesti pubblicitari. Roba poco invasiva, sono semplici pubblicità: Annunciano con entusiasmo la presenza di una zoccola nelle vostre vicinanze, l'uscita di una nuova automobile che non comprerete, una assicurazione che non farete mai, un cellulare nuovo che per altro, avete già.  Banner pubblicitari posti tatticamente vicino alle opzioni di giochi o sul pulsante START che, per distrazione o se avete delle dita giganti, premete per sbaglio. Quindi si sottoscriverà un'abbonamento indesiderato sul vostro piano tariffario, di una ditta dal nome italiano con gli uffici in Tanzania, che vi costa 4 euro a settimana e vi da la possibilità di vedere tutti i film di Lino Banfi e sentire le canzoni di Nino D'Angelo in streaming 24 su 24. Per disdirlo bisogna andare in groppa di un elefante, sino alla sede fiscale, invaderla con un commando di nativi locali e dargli fuoco con due bacchette di legno.
La skill si può comprare:
Se per giocare a un videogame classico serve prima di tutto un'abilità occhio/mano che può essere migliorata con la pratica, nella maggior parte dei titoli gratuiti servo solamente del vile denaro e nient'altro. Molti obiettivi sono legati all'acquisto di oggetti per ottenerli.
E' anche possibile ottenere gli stessi risultati giocando senza spendere un euro, anche se serve molto più tempo, in linea di massima sul centinaio di anni. Niente di cosi difficile da ottenere se contate che il vostro smartphone il prossimo mese è obsoleto.
Run Run game.
In questa categoria sfruttatissima e in continua proliferazione, il personaggio che può essere un avventuriero, un pupazzo giallo, Sonic (anche lui travolto da questa moda), un agente segreto corre, inseguito da qualcosa, qualcuno. Corre senza fermarsi su una strada infinita di un mondo. Sul percorso infinito ci sono degli ostacoli che bisogna evitare, sditalinando lo schermo del cellulare o inclinandolo tipo pendolo.  Lo scopo sarebbe quello di arrivare primi in una classifica online dove tipicamente al primo posto c'è un giocatore con un risultato di 8 zeri. Un Punteggio impossibile da leggere, tipo: 123819911991010110101010010. Al secondo posto c'è un altro giocatore che ha totalizzato lo stesso identico punteggio, che coincidenza. Avviene cosi anche per il terzo posto, quanta gente brava al mondo. Un rudimentale ragionamento porta a pensare che, per totalizzare quei numeri, questi fenomeni devono aver giocato continuativamente per 4 anni, senza aver mai spento il cellulare.
E io ci credo. Certo
Il Clone del Clone:
Le regole market sono molto severe e seguite con molta attenzione, forse quelle dell'Appple Store, perché nel Google Play sembra che tutto sia regolamentato alla Cazzo di Cane. Sono troppi i titoli gratuiti siano, coppie sputate di altri giochi nello stesso Store, magari con il nome storpiato, qualche dettaglio della grafica diverso. Sono prodotti spesso incompleti, discutibili, che girano per miracolo, costruiti su una programmazione amatoriale e disordinata. Come fanno a esistere simili rifiuti digitali?
Forse perché c'è qualcuno che li scarica e clikka spensierato sulle loro belle pubblicità integrate
 

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