22 apr 2014

Una storia.

Voglio raccontarvi una storia.
Non è di quelle strappalacrime o quelle che fanno pensare con la morale alla fine. E' semplicemente una storia del cazzo.
Ho visto un uomo entrare in tabaccheria e, come resto per aver comprato la sua dose di fabbrica-fumo, prendeva un gratta e vinci. Quei biglietti dove gratti, gratti e gratti e non vinci mai. Soldi sprecati. Invece l'uomo, un Egiziano con qualche ora libera, strofina quello strato di vernice argentata, decifra quelle figure enigmatiche con la soluzione dietro il biglietto e scopre di aver perso. Nessuna sorpresa, una sfortuna programmata. I soldi del resto certo, potevano essere spesi meglio, come ad esempio, in una partita alle slot machine. Magari avrebbe vinto, anche se ci credo poco. La storia non si ferma qui. In tabaccheria entra un altro tizio, avrà sessant'anni, chiede un gratta e vinci. A lui non serve il resto delle sigarette per comprarlo. L'uomo strofina il biglietto sul bancone tenendolo con l'indice e il pollice, un'unghia affilata raschia via la pellicola d'oro. Un gesto perfezionato con tanto l'allenamento. La combinazione di figure e numeri che proviene dallo scavo è complessa e l'uomo la risolve senza girare il biglietto. Ha vinto e ha vinto una bella cifra. Una somma che non può riscattare dalla tabaccheria, neanche nelle casse di tutte le tabaccherie d'Italia possiedono un simile numero. L'anziano sorride, poi ride, poi sghignazza, quindi urla:"Ho vinto! Ho vinto!"
Non è più un uomo comune, ma un vincitore. Un volto da mettere vicino a un numero con tanti zeri.
Senza curarsi dei presenti, l'anziano sgambetta verso l'uscita della tabaccheria, più veloce di qualsiasi uomo sulla terra, più agile di qualsiasi altro sessantenne, quando l'egiziano lo ferma:" Tu no vai da nessuna parte!"- Gli dice con la voce invasa da un accento esotico.
"Io ho vinto!" - esclama l'uomo, oramai milionario.
Tu non vinto un casso" - dice l'egiziano -"Quel biglietto era mio". Quindi si avvicina al banco e punta un dito contro l'uomo dietro:"Tu sei uno stronzo, mi hai venduto un biglietto perdente"
Il tabaccaio è esterrefatto, il suo viso un enorme punto interrogativo.
"Io voglio biglietto vincente, comprato prima di te!"- Accusa l'egiziano ai danni del sessantenne, oramai ricco filantropo.
"Cosa? questo l'ho comprato e grattato io, è mio! Diglielo Fausto!" la difesa dell'anziano è inoppugnabile e Fausto sembra essere d'accordo:"Certo, mi ha comprato il biglietto dopo di te, il tuo era perdente, il suo è vincente. Cosi va la vita" - Il tabaccaio svela un animo filosofico.
"Fanculo voi vi conscete!" - l'Egiziano estrae dalla camicia una pistola, non è grande ma fa lo stesso il suo effetto. La punta verso il tabaccaio Fausto  -"Tu mi hai venduto biglietto perdente! Vero?"
Difficile essere sinceri nella vita di tutti i giorni, figuriamoci con una pistola puntata addosso -"No! Metti via quell'arma o chiamo i carabinieri!" - esclama Fausto con le mani alzate, anche se nessuno gli aveva imposto di alzarle. Un tacito comando ordinato dalla pistola.
"Tu no chiami un casso!" e puntando l'arma contro l'anziano, ordina - "Dammi tu biglietto! Damme ora!"
Il sessantenne guarda la pistola, sembrava vera, forse era finta. Perché rischiare? La vita è una sola. Aveva in tasca un biglietto da un fantastiliardo, in grado di donargli energia extra, per questo risponde con coraggio - "Leva quell'arma dalla mia vista o ti ammazzo" - La voce del sessantenne è una ricercata miscela tra quella di Batman, dei film di Nolan e Spongebob. Minacciosa ma divertente.
"Tu amazzi chi? io ho pistola! dammi biglietto!"
Fausto è terrorizzato, nella sua lunga vita da tabaccaio non aveva mai visto una scena simile, persino suo padre e il padre di suo padre. Tutti tabaccai. Il tempo sembrava essersi fermato oppure stava scorrendo più lentamente. Fatto sta che, all'improvviso, l'anziano alza un braccio fulmineo e disarma il marocchino, con l'altro braccio lo spinge via. Mentre l'egiziano cerca di riprendersi l'arma, il sessantenne raccoglie ogni sua forza e lo scaraventa a terra. Con furia, deposita le ginocchia sul suo petto e inizia a scaraventargli una sequenza di pugni.
In quel momento nel negozio entra un cavallo, ha indosso una sella rosa e due paraocchi inclinati verso l'esterno:"Una stecca di Malboro per favore, sono di fretta" - chiede.
L'ho detto io, che era una storia del cazzo.

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