6 apr 2014

Il Bambino Pennerello

“C'era una volta, in un paese lontanissimo, un bambino di una stupidità senza confini, non per via della sua innocente età ,ma perché nato proprio cosi: stupido. Si chiamava:”Pennerello” e tutti in città evitavano di nominarlo, per non rischiare di chiamarlo e subire qualche domanda, tra le più stupide al mondo.
Un giorno, giocando nel bosco con una sostanza marrone trovata per caso per terra, incontrò un altro bambino che passeggiava, guardando in alto con sguardo vigile e attento.
“Chi sei?” - chiese Pennerello alzandosi e avvicinandosi al nuovo arrivato.
“Mi chiamo Binietto e sto osservando gli uccelli”
“Ma se gli uccelli volavo, come fai a guardarli?” - domandò, stupito, Pennerello.
“Non volano sempre, a volte si posano sui rami degli alberi e io, con questo cannocchiale, posso guardarli e studiarli” - spiegò mostrando con orgoglio un enorme binocolo appeso al collo.
“Cosa c'è da studiare dagli uccelli?, sai già che volano!”
“Quello lo sanno tutti, a me piace osservarli nel loro ambiente, ammirare le varie specie e i loro comportamenti”
“Mio padre va a caccia, se vuoi posso farmi dare uno dei suoi uccelli, cosi puoi studiarli da vicino.”
“Preferisco osservarli da vivi, piuttosto che bucati dal fucile di tuo padre”
“Posso venire anche io assieme a te? Io con questo Pongo mi sto annoiando”
“Certo, vieni pure, però prima lavati le mani” - Binietto era un bambino intelligente ma non poteva sospettare quali disavventure potessero capitargli in compagnia di quello strano bambino.
“Mi farai usare il binocolo?” - chiese subito Pennerello dopo che i due si erano inoltrati di qualche passo, attraverso il bosco.
“Questo è uno strumento delicatissimo, basta poco per rovinarlo”
“Giuro che non te lo rompo!”
“Mi spiace, ma ci tengo parecchio!” - Sbottò Binietto accarezzando il binocolo con avidità.
“Se me lo fai usare, io ti faccio giocare con il mio Pongo!”
“A parte che non è Pongo, comunque preferisco studiare gli uccelli”.
Dopo aver spostato due rami e attraversato qualche metro di foresta, da sopra un ramo si posò un volatile dai colori favillanti, con una forma regale e minuta, sembrava una creatura svolazzata giù dal paradiso.
“Guarda!”- esclamò nella maniera più discreta possibile, il giovane ornitologo puntando con il dito lo spettacolare animale - “E' stupendo!”
Pennerello, inesperto di uccelli cosi come di ogni altra cosa inclusa nell'universo, guardo l'animale con disinteresse e disse:
"Mi fa schifo.”
Nel sentire quell'apprezzamento poco educato, l'uccello scese dal ramo in forma di sfera luminescente e si tramutò in una donna dal vestito nero lacero e il volto schiaffeggiato da due secoli di vita.
“Ragazzino impertinente! Sono la Strega del bosco!” - Strillò la vecchia stringendo i pugni delle sue mani scheletriche.
I bambini iniziarono a tremare.
“Mi hai offesa! Ero in giro nella foresta per cercare cibo e adesso voglio mangiare te" - Un dito nodoso e affilato indicò Pennerello - "Anche se sei piccolo e magro, il sapore della mia vendetta renderà il piatto ancora più saporito!”
“Non ho fatto nulla!” - affermò Pennerello, divenuto pallido - “Lo giuro sui miei genitori!”
“Hai detto che faccio schifo!” - sbottò la strega prendendo il bambino per la camicia, era anziana ma aveva abbastanza forza per sollevarlo. Quando Pennereello tentò di liberarsi dalla presa, un'odore mefitico salì fino alle narici della strega, disgustata lasciò la presa immediatamente.
“Piccola peste! Puzzi come una landa di fogne! Non mangerò mai un bambino cosi puzzolente! Sciò!, fila via schifosissima creatura!” - cercava inutilmente di tapparsi le narici per tenere lontano l'odore - “Visto che sono già qui, prenderò l'altro bambino, che mi sembra più in carne”
“Ma come?, io con lei son stato tanto gentile, ho apprezzato la sua forma di uccello, cosi regale e stupendo” - Biascicò Binietto tra le lacrime, inginocchiandosi di fronte al suo inevitabile fato.
“Dolci parole che renderanno il mio piatto ancora più appetitoso! E ora su!” - prese il piccolo per il bavero e lo trascinò verso di se.
“Aiutooo! Aiutoooo! Pennerello fai qualcosa te ne prego!” - gridò Binietto con tutto il fiato che aveva in corpo, che in quel momento era ben poco.
Pennerello, guardò la vecchia trasformata in aquila portare via da qualche parte quel povero bambino in lacrime. Sembravano già molto, molto, molto lontani, eppure quella vecchia non sembrava cosi veloce, come uccello.
“L'avevo detto che mi faceva schifo!”. - Disse Pennerello guardando la strega, attraverso il binocolo, tenuto al contrario.
Morale Non Ufficiale:
"Quando un ignorante provoca un casino a rimetterci sono sempre gli altri"

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