23 mar 2014

Andava sempre in chiesa.

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La cronaca quotidiana, sventolata con tanto entusiasmo sia dai quotidiani che dai telegiornali, è ricca di notizie drammatiche, tragiche e violente. Storie di gente normale che diventa, di punto in bianco, vittima o carnefice. Una figura da condannare o un altro argomento da discutere dal barbiere. Sono divenute una prassi consolidata, quelle invadenti interviste che, giornalisti di ogni testata diffondono dopo che è avvenuto un delitto. Arrivano sul posto e inizia l'interrogatorio con i passanti, la gente del posto, i vicini di casa, i parenti vicini, i parenti lontani, i parenti finti, i parenti morti. Nessun filtro e nessun buon senso, più opinioni si sentono e più la notizia sembra prendere carattere, diventando importante. Gente comune che si trova sparata una telecamera sulla faccia e un microfono in bocca, improvvisando risposte incerte:
"Conosceva l'omicida? l'uomo che ha ammazzato sua moglie, otto figlie, la suocera e ha lasciato in vita i quattro Labrador?".
Accusa?, semplice curiosità? Un questionario dell'ultimo secondo? La vittima non può saperlo ma le risposte, nella maggior parte dei casi, o almeno quelle che non tagliano nei montaggi del servizio, convergono sempre sulla solita frase. Ripetuta in maniera diversa, ma dal senso pressoché identico:
"Lo conoscevo, era una brav'uomo, andava sempre in chiesa! Non posso credere che abbia fatto una cosa simile!"
Nessuno può crederlo in effetti, difficile buttare giù la notizia che il proprio vicino di casa, sia diventato un omicida. Chissà cosa è accaduto nella testa di quell'uomo. Quel brav'uomo, il padre di famiglia e sempre con il sorriso sulle labbra. Impazzito, forse ha perso il lavoro, forse era depresso, si, sicuramente è stata la depressione.
Forse quel brav'uomo lavorava si alzava sempre presto la mattina, dava sempre  un bacio alla moglie e partiva per il lavoro, l'unico a portare il pane alla sua numerosa famiglia. Tornava sempre la sera stanco, contento di rivedere la famiglia, ma gli unici a mostrargli un pò di affetto erano i suoi cani. Quattro teneri esserini marroncini che scodinzolavano sempre.  Dopo una cena regolamentare, quell'uomo si sedeva sulla sua poltrona, al suo solito posto, mentre sentiva le figlie litigare tra loro, cercava di ascoltare il tiggì. Tra notizie di un tizio che sterminava la famiglia e lo stato che sterminava una nazione, riusciva a capire qualcosa. Seduto sulla poltrona, quel pio uomo cercava lo sguardo di sua moglie, ma era perso nello schermo di un portatile, iniziava a sospettare che avesse qualcun'altro, ma a lui non importava. Comunque la amava. Un faro in un mondo buio, illuminato da lampi. Al brav'uomo piaceva infilare barchette nelle bottiglie, nella sua stanza privata, uno sgabuzzino di pochi metri, silenzioso e scomodo, un angolo di Paradiso conquistato a fatica. Intendo nel suo semplice hobbie, entra la moglie urlando e senza bussare. Lo accusa di qualcosa, di essere irresponsabile, forse di non essere stato quel padre che doveva essere, ma che neanche lei, ha idea di cosa dovrebbe essere. Lei urla, lui ascolta, lei continua a urlare, forse quel brav'uomo smette di ascoltare dopo che lei inizia a confrontare il suo lavoro, il suo ceto sociale, con un altra persona, che probabilmente è l'amante. Il rimprovero diventa accusa, poi condanna, stufo di ascoltare l'uomo, quel brav'uomo, si difende a parole, urlando contro la moglie. Non è più un uomo, ma un animale davanti a una minaccia, il suo spazio conquistato i mesi di lotte è stato invaso e lui lo sta difendendo. La discussione è a senso unico e non ha sbocchi è il brav'uomo non ha più argomentazioni, inizia a parlare con i pugni. L'animale prova collera, forse quel brav'uomo non e abituato a gestirla e non riesce a controllarla, non avendola mai provata cosi intensa. Una furia atavica, utile tanto tempo fa a sopravvivere in un mondo selvaggio, scatenata contro la moglie e poi contro i figli. Via tutti i pensieri razionali, via tutta la normalità quotidiana, una coltre di nebbia rossa lo avvolge. Quando la bestia lo abbandona, lascia l'uomo da solo e spaventato.
Vedovo e assassino reo confesso, un mostro da sbattere in prima pagina.
Eppure, andava sempre in chiesa.

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