9 mar 2014

Il Labirinto.

Non importa perché e non importa dove ma bisogna attraversare Il Labirinto per continuare a vivere. La Prova è semplice; si entra e si cerca l'uscita, percorrendo sentieri delimitato da muri massicci e altissimi. Se si arriva dall'altra parte, fine dei giochi, tornate a casa e riabbracciate la vostra famiglia se ne avete una e continuate a vivere come se niente fosse. Se vi perdete e potrebbe succedere, rimanete dentro finché non trovate l'uscita o finché non passate a miglior vita.
E' una prova tosta, ma non impossibile. Un uomo ci è riuscito e si sta affacciando all'uscita con sorriso radioso, sembra quasi non crederci. La vita per lui può continuare il suo naturale corso, lontano dal quel dedalo. Mentre si spolvera la giacca e si complimenta con se stesso, arriva un ragazzo. Avrà circa diciotto anni, con uno zaino in spalla e l'aria titubante. L'uomo si avvicina e gli butta una mano sulla spalla e lo saluta:"Ragazzo, dove andrai non ti servirà lo zaino, questo Labirinto è una cazzata, impossibile perdersi" - con un dito indica l'ingresso -"Per uscire da li, basta che volti sempre a destra, l'ho scoperto a mie spese".
Il ragazzo lo guarda, l'uomo ha alcuni capelli pennellati di bianco, ma il suo viso è sincero -"Grazie" - dice avviandosi verso la prova.
Una volta dentro il mondo non è più lo stesso, le dimensioni non sono più le stesse, un'unica strada tracciata da un enormi pareti, si dirama in altri passaggi attraverso muraglie infinite. Impossibile salire per dare una sbirciatina, impossibile abbatterli, almeno, senza una adeguata attrezzatura, sembrano quelli di una fortezza medioevale; sassi duri e enormi dormono affogati disordinatamente nel cemento armato. Il giovane si guarda attorno e inizia il suo viaggio. Un primo bivio dopo alcuni minuti di cammino, nella sua mente è ancora chiaro il consiglio di quell'uomo. Sembrava sensato e il ragazzo gira a destra senza pensarci troppo.  Ancora un altro bivio, il labirinto ne è pieno, impossibile contarli. Ancora una volta il giovane gira a destra, un velo di ottimismo inizia a festeggiare nella sua mente. La sua sicurezza, però, si frantuma nel giro di un quarto d'ora. Una famigliarità della conformazione dei muri gli suggerisce che sta girando in tondo. Non ha tracciato neanche una indicazione sul percorso fatto fino a quel momento, attaccandosi fiduciosamente a un consiglio datogli da uno sconosciuto. Perso e spaventato il giovane tira un bel respiro. Non può finire cosi; lui è intelligente e sa come tenere a bada il panico. La paura serve solo a scombussolare i pensieri e troppi se ne creano nella mente del ragazzo. Apre lo zaino, tira fuori un block-notes. Segna ogni dettaglio dei suoi spostamenti, dove gira, quanti passi fa ogni svolta, le impercettibili sfumature dell'intonaco dei muri e altri segni particolari, secondo lui importanti. Passano i giorni e il giovane vaga dentro il Labirinto, ma il suo morale è già sottoterra. La rabbia invade la sua mente analitica.
"Quello stronzo! Lui e i suoi consigli di merda!" - Urla, solo dentro quella trappola. La disperazione lo coglie assieme ad altri sentimenti inopportuni. Non gliene frega nulla di risolvere il dedalo, il suo intento è prendere la strada in cui è entrato. Fanculo il sistema. Potesse, traccerebbe una linea retta verso l'uscita, a testate. Inizia a piangere, prima silenziosamente, poi rumorosamente. Le sue lacrime sgorgano sincere, copiose, interminabili. Sbatte le palpebre buttando gli occhi in basso, rassegnato. Nota qualcosa. Un particolare appena percettibile, un segno. Una striscia di colore verde corre lungo il terreno, perdendosi dietro un angolo. Non può credere ai suoi occhi umidi. Il ragazzo si asciuga le lacrime con il dorso della mano, rimette lo zaino in spalla e segue quella linea. Passo dopo passo, il labirinto sfila attorno al ragazzo, il sentiero gli sembra più chiaro, i bivi meno incerti e il passo successivo sicuro, guidato dalla riga smeraldo. Dietro l'ennesimo svincolo trova qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: L'uscita. Sono passati giorni dalla scoperta, ma per lui sembrano ore.
Una gioia immensa lo abbraccia, il ragazzo attraversa l'ultimo passaggio e il mondo non è più una prigione di cemento. Mentre respira nuovamente l'aria di libertà, sbuca dalla strada una ragazza. La sua bionda chioma spunta da un cappello da baseball inforcato al contrario. Anche lei è li per la prova. Il ragazzo si avvicina e la saluta:"So che può sembrare una prova difficile, ma non lo è! Segui la linea verde, ti porterà all'uscita direttamente, l'ho scoperta per caso!" - dice indicandole il terreno con entusiasmo. Sventolando poi la mano, inizia il suo percorso verso casa.
"Grazie" - fa lei sorridendo e dopo qualche secondo di titubanza, entra nel labirinto.
Una volta dentro e percorso qualche chilometro scoprirà con delusione che, a terra, non c'è nessuna linea verde.

"Ognuno di noi deve affrontare il proprio percorso nella vita, che altri difficilmente conosceranno."

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