7 feb 2014

Capitano Harloch, sei tu?

Gli anni 80 sono un esauribile fonte di idee per chi lavora al cinema.
Non sono le idee che mancano e neanche la creatività, alcune pellicole lo dimostrano (Gravity è un esempio), ma quella formula magica che riesce a staccare dalla poltrona di casa i culi del popolo e li  trascina al cinema. Questo sin-sala-bin arcano si può chiamare:"Popolarità" oppure:"Hype" che viene generate da una fama avuta in passato, di una determinata serie. Non impegnarsi troppo nella ricerca di qualcosa di nuovo o cinematograficamente valido, ma sfruttare e riverniciare vecchi eroi. Come sta succedendo in questi giorni con "Robocop", tornato nelle sale dopo qualche decennio di assenza (dopo Robocop 3, poteva anche non tornare) Capitan Harloch è uscito dal limbo degli anni 80 in cui era intrappolato, per una conversione sul grande schermo, in treddì, con un lungometraggio in computer grafica. Un desiderio da anni sognato da molti uomini, cresciuti in quegli anni, tra cartoni animati giapponesi e cartoni animati giapponesi animati male.
Harloch era un personaggio carismatico, affascinava la sua vita ribelle, il suo messaggio di libertà, era oscuro quanto enigmatico e, quello che piaceva tanto ai bambini di quel tempo, aveva un'astronave cazzuta, con la bandiera da pirata che, inspiegabilmente, sventolava nel vuoto siderale. Un uomo dai sani principi, con un amore mai dichiarato verso ogni forma di vita, anche la più insignificante; vinceva tutte le sue battaglie e sapeva scegliere i collaboratori al suo fianco, benchè fossero tutti deformi e con la tendenza ad alzare il gomito. Quando la nave traballava, percossa dai colpi del nemico, tutto il suo equipaggio cadeva urlando, perdendo l'equilibrio, ma lui no.
Lui rimaneva in piedi e osservava l'avversario con il suo unico occhio, pensando la sua prossima strategia.
Immagini e personaggi che non si possono cancellare dalla mente, di chi le ha vissute in quei tempi, davanti uno schermo curvo, tempestato da scariche statiche.
Portare oggi Harloch al cinema vuol dire adattarlo per il  pubblico moderno, i giovani di oggi crescono con altri cartoni, con altri personaggi, molto più eccentrici del Capitano, e non hanno un pugno di eroi con cui trannenersi, come avevo io, ma un centinaio. Navigati e abituati a tutto; ecco il pubblico che entra nelle sale oggi. Serviva quindi un Capitan Harloch moderno, prima di tutto tredimensionale, quindi renderizzato in computer grafica.
Per essere all'altezza con il tempi, il film si difende benissimo, l'Arcadia ha un look molto dark ma lontanissimo dal suo design originale e ogni personaggio è stato completamente rivisto, ogni deformità della ciurma è stata corretta con fichissimi character da videogame.
Purtroppo la trama è stata partorita da un amante della fantascienza e delle battaglia navali, ma non di Capitan Harloch. Ingarbugliata in molti punti, fastidiosa in altri, ridicola in diversi aspetti e un ruolo esagerato viene dato agli ologrammi, forse per coprire i buchi neri lasciati dalla storia. Senza tralasciare il finale (che non svelo) inadeguiato e irrispettoso verso il protagonista.
L'Arcadia è alimentata dalla Dark Matter (doppiarla Materia Oscura era vietato da contratto, forse) ha lo scafo che si autoripara, può viaggiare più veloce di qualsiasi altra astronave e schiva miliardi di proiettili come un ape con la pioggia.
Che gusto c'è a vederla in battaglia, se sai già che è invincibile?
Lo scopo di Harloch non è quello di salvare l'umanità, ma friggere i testicoli dei spettatori con strategie che nessuno riesce a capire e tanto per rimanere sul confuso andante; in una scena il Pirata spaziale sfoggia poteri che fanno invidia a Superman.
Niente riassunto delle puntate precedenti, niente prequel, niente connessione con i cartoni animati, solamente un carosello di azione, dialoghi, tradimenti e amicizia sviluppati da una CGI comunque buona, legati da una trama fragile che destabilizza il metabolismo dei fans della serie.
Il vecchio filibustiere che vagava tra le galassie si è trasformato di un complessato e oscuro personaggio, che risulta più pertinente all'interno di un capitolo del più recente Final Fantasy.
Capitan Harloch, quello vero, è rimasto negli anni 80

1 commento:

wwayne ha detto...

Spero che nel 2014 aumenterà il numero di spettatori al cinema, perché ho l’ impressione che da questo punto di vista il 2013 sia stato molto deludente.
Fino al 2012 mi era capitato soltanto 2 volte di vedere un film al cinema con meno di 10 persone in sala: la prima fu con Ipotesi di reato (eravamo io e mio padre), la seconda con Sin City (eravamo in 4).
Poi é arrivato il 2013, e una situazione del genere mi é capitata ben 3 volte: a vedere Gangster Squad eravamo in 6, a guardare Fire with fire in 5 e per Escape Plan eravamo addirittura in 3. Segno che i cinema si stanno sempre più spopolando, ed é un vero peccato.
A mio parere una delle cause di questo fenomeno, oltre ovviamente alla crisi e al download (che però non sono problemi nati nel 2013), é l’ eccesso di film e la miopia con cui vengono distribuiti.
Ad esempio, il 1 Gennaio si sono sovrapposte le date di uscita di 4 film importanti: The Butler, American Hustle, Un boss in salotto e appunto Capitan Harlock. Se questi film fossero usciti in un arco di tempo più lungo, lo spettatore medio ne avrebbe visti almeno 2 o 3; se invece i distributori non si mettono d' accordo e li fanno uscire tutti lo stesso giorno, è chiaro che gli spettatori ne scelgono uno soltanto, e agli altri 3 restano le briciole.