17 ott 2007

Blade Runner: Speranza nel Final Cut...



Quando si parla di fantascienza è
doveroso nominare anche :”Blade Runner”, diretto nel 1982 da
Ridley Scott, tratto dal libro dello scrittore americano Philip
p. Dick;”Il Cacciatore di Androidi”. Ambientato in una Los
Angeles nell'anno 2019, opprimente
, avvolta da
un'atmosfera crepuscolare, continuamente battuta da una pioggia
regolare, cadenzata e interminabile, le strade logore vengono
percorse da numerosi abitanti anonimi in uno scenario che, invece di
avvilire lo spettatore, lo incuriosisce, introducendolo in
un'atmosfera dark unica e coinvolgente:


Deckard (interpretato da Harrison Ford)
è un poliziotto dell'unità Blade Runner, incaricato dal
suo capo di eliminare alcuni “replicanti” (modello Nexus 6),
fuggiti dalle mansioni loro affidate sulle colonie spaziali e
rifugiati sulla terra con lo scopo di risolvere ad un inconveniente
della loro creazione artificiale: i quattro anni di vita concessi dal
loro ideatore. Sono molto simili all'uomo, a tal punto che per
riconoscerli è necessario sottoporli a un complesso test sulle
reazioni emotive (chiamato Test:”Voigt – Kampff”). Le indagini
di Deckard lo portano come primo passo, alla sede della Tyrell
Corporation, principale responsabile della fabbricazione dei
replicanti, dove viene a conoscenza del perché siano limitati
a soli 4 anni di vita; grazie a un dispositivo auto limitante per
evitare che, nel tempo, i Nexus6 possano sviluppare emozioni proprie
e quindi ribellarsi all'uomo, capisce anche come la psiche di questi
replicanti, sia arricchita da ricordi di un'infanzia innestata,
prelevata da altri soggetti umani, con il fine di consegnargli un
orientamento psicologico stabile.


Deckard è mosso da intuizioni
che lo dirigono sulla pista giusta, indagando dentro squallidi
locali, fabbriche di componenti umani sintetiche, quartieri
malfamati. Conosce personaggi insoliti come J.F. Sebastian,
progettista Genetico della Tyrell e Rachel; un modello femminile,
sperimentale, di Nexus 6, porta a termine alcuni dei suoi “lavori
in Pelle” assegnati, dopodiché, trova il replicante, più
evoluto, a capo del gruppo di fuggitivi:”Roy Batty” (Rutger
Hauer), combattendo e perdendo contro di lui, impara quanto di umano
ci possa essere in un replicante; dalle sue esperienze, dalla sua
vita scandita di soli quattro anni, tenuto in vita da un passato
falso e trapiantato artificialmente e dell'inevitabilità di
una fine stabilita, oramai prossima. Le sue ultime parole del film,
recitate sotto l'incessante battere della pioggia, sono rimaste nella
memoria di chi ha visto il film e di chi, non ne ha mai sentito
parlare. Vengono citate occasionalmente in televisione e su altri
mezzi di comunicazione:


«Io
ho viste cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da
combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto
i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti
quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire
»



Dopo che la sua missione è
terminata, Deckard e Rachel fuggono assieme verso una meta non ancora
stabilita, in un finale che concede un po' di speranza sul futuro e
lascia comunque aperti molti interrogativi esistenziali che, forse,
non troveranno mai una concreta risposta.



É una fantascienza lontana
“anni luce” da titoli più osannati a cui era abituato il
pubblico di quegli anni, come:”Guerre Stellari” oppure:”Star
Trek” (descritti nei precedenti numeri), più tetra, senza
eccedere in eccessivi effetti speciali, Blade Runner si consegna al
pubblico come un'interessante viaggio su temi storici della
filosofia, mascherati con dialoghi raffinati e concetti visuali
evocativi, arricchiti da un sottofondo musicale a opera di Vangelis,
di tutto rispetto. L'influenza del romanzo di Philip p. Dick (i suoi
libri hanno ispirato altre pellicole quali:”Minority Report” -
“Atto di Forza” e ”Paycheck”) sul film è marginale;
rimangono inalterati, su una trama leggermente diversa, i
protagonisti e si evidenzia la continua difficoltà del
protagonista, a riconoscere una persona autentica da un replicante,
la voglia di qualcosa di genuino, che nel libro scaturisce sino a
diventare un'ossessione.



Negli anni successivi sono uscite
ulteriori versioni di questa pellicola, oltre a quella originale del
1982, Ridley Scott, dopo 10 anni, edita l'intera pellicola
consegnando al pubblico la versione:”Director Cut” (in DVD e VHS)
priva di alcune scene violente, senza il finale a lieto fine e
introducendo un ultimo particolare a sorpresa sul finale, molto
discusso dai fans del film; Deckard anche lui, Replicante.



Dopo ben 25 anni di distanza, la
Warner Bross, ha comunicato che dal 5 ottobre 2007 , (data ancora da
destinarsi, per il mercato italiano) sarà disponibile per il
mercato dell'home video e al cinema a Dicembre (per il solo mercato
americano):”The Final Cut”, nuovissima versione del film, dotata
di un nuovo montaggio e arricchita dell'immancabile restyling grafico
digitale, per l'alta risoluzione. Una nuova occasione per conoscere,
chi non l'ha mai visto, questo immortale capolavoro di fantascienza
che, nonostante i 25 anni dalla sua prima uscita, lascia il tempo di
immedesimarsi dentro le sue esotiche atmosfere, figlie di un
immaginario futuro non cosi lontano dal nostro.


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