23 set 2006

L'importante è iniziare...

Diciamoci la verità, ho provato a scrivere molti libri di successo (se devi scrivere un libro, anche se non lo pubblichertai, assicurati che sia di successo almeno) e mi sono sempre fermato alla pagina duemila per mancanza di idee. Quello che mi frega, è il mio disfattismo, in un giallo non arrivo a pagina 87 senza prima aver fatto secchi tutti i protagonisti della storia, non lasciando nessun superstite per continuare a raccontarla, e soprattutto, non rimane in vita nessun detectve o presunto tale, in grado di catturare il colpevole, che tra l'altro, muore pure lui. Mentre, se scrivo un fantasy, il drago assume un ruolo dominante nella trama, tanto da fargli conquistare il mondo, massacrare tutta l'umanità e vincere all'enalotto.
Al contrario, non ho nessuna difficoltà a cominciare un racconto, come ad alcuni scrittori può capitare, la cosa che mi riesce meglio è dare il La a una trama, mi riesce cosi bene, che oltre non riesco ad andare, ecco alcuni inizzi dei libri che non ho mai scritto e, forse un giorno, non scriverò mai:

Era un ragazzo estremamente educato, posato e dotato di forbito linguaggio, ma quando disse alla sua ragazza: "Spostati Troia, che non riesco a guardare la partita!", tutti iniziarono ad avere qualche dubbio...

L'uomo entrò nell'arena con un coltello, fiero e lo sguardo assente, gli si parò di fronte il suo primo avversario, due colpi e baciò la terra, il terzo caddè prima di sapere cosa lo aveva colpito, il quarto non doveva nascere, il quinto nessuno ebbe il tempo di guardarlo in faccia, il sesto gli chiese la mano, si sposarono in una solitaria chiesetta di montagna. A volte basta chiedere le cose.

Patty era una ragazza giovane, aitante, longilinea e con una passione smisurata verso i cimiteri, per questo in paese la guardavano con sinistro sospetto, daltronde non era bello vederla fare Pic Nic, con il suo ragazzo sopra le tombe.

L'astronave uscì dall'iperspazio nel tempo di un battito di ciglia, milioni di chilometri aveva percorso nell'arco di pochi minuti, anni luce erano alle spalle del pilota: Jack Figghut, mentre manovrava con abilità i comandi del suo bolide stellare, un asteroide decise di schiantarsi sul suo scafo, deformandolo. Jack imprecò sottovoce, doveva ancora finire di pagare il leasing.

Il nano usci dal suo nascondiglio nella montagna, era sporco di terra e barbuto, non si capiva dove iniziava lo sporco e dove finiva il suo pelo ispido. Caminò alla volta della vicina città e si inoltrò nel mercato locale. Doveva vendere i suoi denti di drago a tutti i costi, gli servivano monete d'oro per comprare la cameretta alla piccola. Ad un certo punto, scoppiò una rissa e due elfi ubriachi iniziarono a seminare il panico nel mercato, il nano torno alla sua dimona nella montagna con un nuovo portachiavi.

Il cadavere era riverso a terra in una posizione anomala, sembrava morto al seguito di una caduta, ma non c'erano traccie di sangue sul pavimento, neanche sul muro e neanche sul cadavere, il Dottore cominciò a sospettare di non stare di fronte a un cadavere, un vero peccato perchè non smetteva mai di parlare.

Una giornata stupenda, ottima, solare, calda come non si è mai vista a Agosto, la spiaggia era gremita di turisti, gente bisognosa di relax e una ventina di bambini che giocavano a biglie. Il mare si ritirò di qualche chilometri, improvvisamente, e la spiaggia acquistò molto spazio. I bagnini di allarmarono: Non avevano abbastanza ombrelloni e sdraio per riempire quello spazio.

Un personaggio misterioso entrò nella taverna, aveva sulle spalle un mantello di colore infido, sulla testa un cappello mai visto in tutta Nintralon, aveva pantaloni scuri e stracciati, quasi il suo petto villoso usciva fuori dagli strappi della sua camicia. Il classico tizio che non gli darei neanche 3 monete di rame. Mi chiese 3 monete di rame, gliele donai, non volevo storie.

Sul tetto c'era un gatto, marrone, che zampettava di qua e di la, era felice e giulivo poichè nessun cane poteva arrivare cosi in alto, non aveva pensieri perchè la sua padrona gli data quotidianamente da mangiare ed era grasso da fare spavento. Il gatto salto da un tetto all'altro e in quel'istante gli venne un coccolone al suo cuore oberato, aveva finito tutte le vite.

Hai poche possibilità di competere in una gara di formula 1, se ti anca la grinta, la voglia di vincere, dei meccanici in gamba e un pizzico di fortuna, poi se non hai neanche una formula 1, non ne hai nessuna.

La terra si era rotta le balle di girare su se stessa, quindi aveva donato un giorno eterno a un 40% della popolazione mondiale e una notte eterna a un altro 40%, la rimanente percentuale di umanità poteva continuare a baciarsi in eterni tramonti e in eterne albe.

Il computer si impallò del tutto, non funzionava più nulla, non sarebbe stato un problema se non solo per il fatto che era un elaboratore della Nasa e i suoi dati, assieme a quelli di altri computer, dovevano tenere in vita tutti gli uomini della navicella spaziale:"Zeus 12". Chiamarono quindi un esperto di informatica, era domenica, pioveva e tutti i negozzi erano chiusi, il direttore delle operazioni decise di riavviare il sistema sperando in qualche miglioramento. L'intero equipaggio del Zeus 12, rimase in pericolo di vita per circa un ora, per colpa di alcune Dll.

Musica, celestiale e sinfonica, forse è questo che ascoltano quelli in paradiso tutto il giorno, forse non c'è paradiso e neanche l'inferno, allora perchè ho fatto il bravo fino adesso? forse perchè sono bravo, forse perchè mi sento bravo, lo faccio perchè mi fa sentire meglio e non per sperare in una ricompensa, inventata dagli uomini, dopo che sono morto. Io sono buono e non h bisogno di giustificarmi, è la mia natura e per questo ne sono fiero. Faccio del bene, perchè credo di essere nato per farlo e mi è impossibile pensarla diversamente. Ora, sto lasciando il mondo terreno, una pallottola ha diviso in due il mio piccolo cuore, addio vita. Niente paradiso e niente inferno, solo la pace sperata dopo una vita di tribulazioni...ma cazzo se lo sapevo prima, mi trombavo la fidanzata del mio amico quando era ubriaca, invece di farmi delle seghe mentali!

Una voce chiamò nel buio, non posso credere che sto sentendo la voce dei soccorritori, qui non mi può trovare nessuno e a nessuno ho lasciato detto di trovarmi qui. L'oscurità mi circonda da giorni e forse non ho mai avuto cosi tanta tranquillità da me stesso, mi serviva un periodo di riposo e non voglio pensare a come sarà il domani, immerso nella confusione del mio ufficio, nell'inutile vociare del mio caporedattore, nell'odore di fumo dentro l'ascensore. Non ci voglio pensare. Meglio bere un tamarindo.

La ragazza mi baciò, appassionatamente, alzando le sue labbra contro le mie, i suoi occhi si chiusero assaporando quel momento intimo, piacevole e unico. Volevo che durasse per sempre, fino all''alba dell'ultimo giorno del mondo, sino a che il sole non si fosse consumato, sino al termine di tutto quello che siamo, invece è durato un cazzo e poi la accompagnata a casa il suo ragazzo.

Tommy leggeva tutto il giorno i fumetti, cosa che non faceva sentire tranquilla sua madre, maestra d'asilo e, a tempo perso, tuttologa. Non era umano consumare tutta la sua gioventù attaccata su quelle pagine pregne di violenza, storie assurde, mondi impossibili e ridicoli eroi in calzamaglia. Tommy era inqualificabile e, nonostante i continui rimproveri, continuava a leggere ogni tipo di fumetto. La madre non sapeva più che fare, era disperata.
CAZZO LEGGE I FUMETTI, MICA SI DROGA! NON SARA MICA UNA TRAGEDIA, CAZZO!...ehm scusate mi sono lasciato trasportare dalla trama...

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