18 mar 2018

Never Ending Story.

Facciamo un salto indietro nel tempo, tanto per cambiare
Siamo approssimativamente nell'anno millenovecento e ottantaquattro e in Italia esce una pellicola molto attesa per noi giovani di quel periodo:"La Storia Infinita".
Con addosso una curiosità divorante, io e un mio amico (che saluto cordialmente, anche se non ricordo esattamente chi fosse), andiamo al cinema il primo giorno, o forse il secondo, della sua uscita nelle sale.
Il paese di provincia in cui viviamo ha ancora la fortuna di possedere una sala cinematografica che, qualche anno più tardi sparirà per trasformarsi nel solito e banale lotto di micro appartamenti.
Arriviamo con qualche minuto di anticipo sull'inizio della proiezione e entriamo con irruenza, catapultandoci sulla biglietteria. Prima di pagare il biglietto, la donna dietro il bancone ci avverte :"Purtroppo ragazzi, non ci sono più sedie libere...".
Su di noi scende il panico e nei nostri volti si dipingono in un eloquente ritratto della delusione, quindi prosegue con:"...però potete sedevi sopra le scale che portano allo sgabuzzino, tanto li sopra non date fastidio".
Gli anni 80 e le leggi sulla sicurezza.
Titubanti spostiamo la tenda rossa di ghisa che separa la biglietteria dalla sala di proiezione e penetriamo tra la folla. Era incredibile la quantità di persone stipate dentro quella minuscola sala; c'erano adulti perplessi, bambini vivaci, vecchi speranzosi, casalinghe annoiate e ognuno di loro, anche quelli non propensi al genere fantasy, era andato al cinema attirato dalla martellante pubblicità.
Le poltroncine ovviamente non erano posizionate in file inclinate come le moderne multisala ma tutte perfettamente in bolla sullo stesso piano, per permettere al capellone spilungone seduto nel posto di fronte, di coprire il 90% della vostra visuale.
Questo però non era un nostro problema, perché le scomode scale erano nel lato estremo sinistro della sala e avevamo una panoramica ampia e deformata dello schermo.
Con il sedere dolorante e infreddolito dal marmo dei gradini, aspettiamo entusiasti che le luci si spengano per sentire la colonna sonora del film, che in quel periodo era diventata una Hit Mondiale e la fischiettava persino mio nonno settantenne, mentre raccoglieva le Olive.
Riassunto breve della trama, per chi è vissuto in una caverna negli ultimi trentanni: Bastian è un ragazzino amante dei racconti d'avventura e un giorno per scappare a un gesto di bullismo si rifugia in una libreria, dove prende in prestito un libro:"La Storia Infinita". Giunto a scuola decide di nascondersi nella soffitta, dove inizia a leggere.
La storia è ambientata a Fantàsia, che è minacciato dal Nulla. Il giovane Atreyu si propone di sconfiggerlo e parte in groppa al suo cavallo Artax. Durante la lettura Bastian scopre che non sta leggendo un semplice Libro e si ritroverà coinvolto personalmente nelle storia, per aiutare a sconfiggere il Nulla.

Stiamo parlando ovviamente di un Classico, inteso però nella sua forma cartacea.
Cinematograficamente parlando il tempo non ha dato scampo a questo film. Per gli spettatori di oggi potrebbe avere un ritmo esageratamente lento, per non dire soporifero in alcune scene. Peraltro è stato criticato duramente dello stesso autore Micheal Ende, intentando inutilmente una causa legale.
Se per certo La Storia Infinita è una pellicola che ho amato da giovane, rivederla oggi superando il valore nostalgico, rimane una discreta favola che finisce sul più bello.
Come al solito, sono qui per evidenziare i dettagli che non mi sono piaciuti, piuttosto che fare una recensione obbiettiva, perché mi diverto cosi, cosa volete farci?:
Il Bibliotecario Ligure:
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Appena Bastian entra in biblioteca viene aspramente giudicato dal Bibliotecario che lo accusa di essere un ragazzino come tutti gli altri che gioca ai Videogame e aggiungendo:"Qui si vendono piccolo oggetti rettangolari, si chiamano Libri e richiedono un certo impegno e non fanno bip bip bip bip bip".
Poco più avanti evidenzia le peculiarità del libro che sta leggendo: "La Storia Infinita", affermando che è un libro speciale e che ti coinvolge catapultandoti dentro la storia e interagendo con essa, esattamente come fa un videogame moderno.
Senza bip bip bip bip bip.
Gmork Vs Atreiu:
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Se da piccolo guardando Gmork mi ha fatto letteralmente cagare addosso, sono rimasto proporzionalmente deluso per l'epilogo di questa scena. Vedere una creatura cosi grossa minacciosa morire senza un dovuto combattimento, colpita da una pietra affilata trovata accidentalmente, mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Specialmente perché questo scontro è puramente cinematografico, in quanto nel libro non sono presenti combattimenti.
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Credo che questa mancanza sia dovuta principalmente alla limitazione degli effetti speciali dell'epoca che, se permettevano una buona animazione con pupazzi animatronici , come del primo piano di Gmork, difficilmente potevano risultare ugualmente convincenti in uno scontro a campo largo.
In un probabile reboot sarà sicuramente possibile vedere queste due figure che si avvicendano in colpi e schivate, tutto rigorosamente in un computer grafica, mentre attorno a loro detonano esplosioni di mille colori.
E in distanza, un delfino con le ali, saluta.
La porta delle Sfingi:
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Per raggiungere l'Oracolo, Atreyu deve superare alcune prove
Per "La porta delle Sfingi" viene aiutato dallo gnomo Enghivuc che la descrive in questo modo:"Gli occhi delle sfingi rimangono chiusi, fin quando qualcuno che non ha fiducia in se stesso, cerca di varcarne la soglia"
Atreyu prende coraggio e si avvicina alla soglia con cipiglio sicuro, quindi gli occhi delle Sfingi si aprono, perché evidentemente non ha fiducia in se stesso (ti abbiamo scoperto, timidone!) e per evitare lo sguardo fulminante delle Sfingi, al ragazzo basta saltare in avanti.
Prova difficilissima superata.
Comunque voglio lasciarvi l'immagine che mi ha toccato maggiormente in questa scena:

[caption id="attachment_10415" align="aligncenter" width="651"]vlcsnap-2018-03-10-15h43m14s055.png WOW CHE TETTE![/caption]

TUA MADRE!:
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Per salvare Fantàsia dal Nulla bisogna dare un nome alla Principessa, però deve farlo un bambino terrestre, che sarebbe colui che sta leggendo il libro in quel momento, cosi Bastian, dopo aver scoperto di fare parte della storia, apre la finestra nel pieno di una tempesta e urla:"Mia Mamma si chiamavaaaaaaaaaaaaaaaa!" e grazie al doppiaggio farlocco non si capisce quale cazzo sia il suo nome.
Internet oggi ha svelato che nome della madre è Eva.
Mentre in lingua originale è "Moonchild" ed è proprio questo il nome che urla in questa scena.
Un desiderio? VENDETTA!:
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Nel finale (Allarme spoiler per gli abitatori della caverna) di Fantàsia è rimasto solo che un granello luminescente e la principessa Eva confida a Bastian che servono i suoi desideri di bambino per ricostruirlo. Cosi, dopo aver ricostruito Fantàsia e ricreato tutti i suoi coloriti personaggi, Bastian ritorna a New York in groppa a Falkor per vendicarsi con i suoi compagni che lo avevano bullizzato.
E pensare che è proprio grazie a loro se è entrato nella biblioteca dove ha trovato:"La Storia Infinita".
Se Bastian fossi stato io, bambino degli anni ottanta, avrei desiderato:

[caption id="attachment_10421" align="aligncenter" width="614"]bastian GOLDRAAAAAAKEEEEEEE![/caption]

Falkor:

vlcsnap-2018-03-17-13h08m48s529.pngUn ultima nota, questa volta di merito, la dedico al fantastico Falkor Fortuna Drago, che con i suoi teneri occhioni e il suo pelo folto e bianco si merita il titolo di Drago più Pacioccoso della storia cinematografica.
Anche se non soffia fuoco e, sopratutto, non ha le Ali.

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