15 gen 2015

Io, ho un amico #2


Io, ho un amico che è sempre nervoso.
Non è cattivo, credo sia una specie di nevrosi, però non ho le adeguate conoscenze per diagnosticarlo, vado a occhio. L'ho conosciuto quando eravamo ragazzini, non a scuola perché eravamo in classi diverse. Un pomeriggio lo vedo in paese che mangia un gelato al cioccolato cosi grosso che riusciva a stento a tenere il cono con due mani. Tra una leccata e l'altra digrignava i denti, come se fosse costretto a masticarlo prima di deglutirlo. Era Agosto e c'erano trecento gradi all'ombra. Mi sono avvicinato a lui e gli ho chiesto:"ma...riesci a mangiarlo tutto?"
Lui mi ha risposto:"Certo, che cazzo!"
Siamo diventati subito amici, come sia stato possibile è un mistero che non riesco a spiegarmi. Il giorno dopo abbiamo iniziato a vederci regolarmente, condividendo conoscenze profonde e filosofiche come i cartoni animati, i videogiochi, i fumetti. Una sera conosciamo delle ragazzine, come sia stato possibile è un mistero anche questo, ricordo che eravamo in una gelateria, tanto per cambiare. Erano simpatiche e gioviali, stavamo intavolando quei discorsi superflui che solo i ragazzini sono in grado di fare, girando in tondo su un argomento fragile, senza mai approfondirlo. Una delle due, quella più carina, si mette a parlare con entusiasmo del suo cantante preferito: Don Pieppolo, diventato famoso negli anni ottanta con canzoni popolari, semplici, dai testi stupidi. Il mio amico scatta in piedi urtando il tavolino, era di ferro, nonostante il dolore per l'impatto grida alla ragazza:"AihaAaA! Che cazzo ne capisci di musica?!"
Le tipe perdono la parola e rimangono con gli occhi spalancati, stupite della reazione del mio amico. Per evitare di farle scappare provo a giustificarlo con una battuta spiritosa, per calmare la situazione.
Quindi mi sorridono, si alzano e le vedo allontanarsi il più velocemente possibile, teleportandosi in un altro posto.
La sera dopo andiamo al cinema a vedere un film rumorosi e spettacolari, che fanno spostare gli organi interni per le esplosioni. Prendiamo il posto ottimale per godere al massimo lo spettacolo e quando cala il buio sulla sala, compare la pubblicità. Davanti ai nostri occhi scorrono pannoloni, macchine lucide come palle da bowling, assicurazioni sulla vita che sembrano regalare l'immortalità e il nuovo disco di Don Pieppolo.
A quel punto il mio amico si contorce, come preso da un dolore allo stomaco si alza come una molla, sbraccia forsennatamente con i pugni chiusi e si mette a urlare:"Ma che cazzo di pubblicità fanno sentire in questo cazzo di cinema? Fateci vedere il film di merda!".
Io affondo nella poltrona il più possibile e poi mi allontano strisciando tipo soldato in trincea, senza farmi vedere dalle file posteriori, con la paura della figura di merda. Dalla corsia centrale arriva un uomo con i baffi e un vestito elegante, si avvicina al mio amico e gli intima, gentilmente, di uscire dalla sala.
Dietro di noi una serie di dita indica anche me, come complice ed esco anche io scortato dall'uomo e una vergogna addosso che mi sono scrostato dopo una ventina di docce. Il film non l'abbiamo più visto, comunque avevo letto qualche recensione negativa, quindi non è andata cosi male.
Più o meno.
Imputavo la rabbia al caldo di quell'estate più feroce del solito, però passavano gli anni e al mio amico non sembrava passare il nervoso. Eppure in famiglia stava bene economicamente e non gli facevano mancare niente, tra i miei amici era quello con più cazzate tecnologiche in cameretta.
Un giorno gli arriva l'auto nuova comprata dal babbo; un piccolo e veloce bolide rosso.Lo vedo guidare sorridente e contento come un bambino sopra un pony. Mentre pensavo:"Guardalo com'è contento finalmente!", rallenta all'altezza di un parcheggio e frena per fare manovra, un auto dietro di lui lo sperona, piegandogli il parafango lucido, come il resto della carrozzeria.
Lo vedo scendere lentamente con il viso rosso fuoco e le mani ghermire l'aria con isteria. Si avvicina all'auto dietro e questa scappa via senza possibilità di prendergli la targa. Il suo sfogo è stato sentito negli angoli più remoti del pianeta. Alcuni popoli Tribali dall'Africa del sud l'hanno scambiato per un messaggio del loro Dio e sono rimasti un mese genuflessi.
Un giorno ho provato a dirglielo:"Perché sei cosi nervoso?"
Lui non l'ha presa bene:"Cosa cazzo dici? Chi cazzo è nervoso?!"
L'ho lasciato sfogare con pazienza, quindi ho cercato di evitarlo nei periodi dove sembrava più nero.
Tuttavia mi capita l'altra sera di andare a una festa assieme a lui, niente di trasgressivo, solamente una riunione incasinata di conoscenti fancazzisti. Entriamo in casa di questo nostro amico comune, salutiamo tutti e ci mettiamo comodi. Iniziamo a scambiarci battute e convenevoli in una atmosfera scherzosa e spensierata che il padrone di casa, affabile e gentile, arricchisce accendendo il suo impianto da svariati Gigawatt, con le casse sparpagliate per la casa e un Subwoofer in grado di levarti l'aria dai polmoni, fortunatamente tenuto al minimo. Ci rilassiamo con delle dolce note in sottofondo che lievitano dolcemente attorno a noi, circondandoci con gradevolezza. C'è qualche ragazza nel gruppo, qualcuna è sposata o fidanzata, qualcun'altra e single e non è la serata adatta per cercare una compagna, però era quella giusta per divertirsi.
Le ore scorrono come minuti e sono seduto sul divano a mangiare schifezze e bere anidride carbonica quando dalle casse sgorga la voce di Don Pieppolo.
Sento un grido di una persona che sembra travolto da una carica di elefanti, riconosco la voce e anche la reazione. Mi alzo e vedo il mio amico al centro della saletta che si tappa le orecchie, sofferente e tira un calcio all'amplificatore, che si spegne sfrigolando e catapultandoci nel silenzio. Mentre ogni occhio in sala lo guarda stupefatto, si allontana urlando:"Infilatevi il vostro impianto audio su per il culoOoOOo!". Da buon amico, faccio finta di non conoscerlo.
C'è un momento di incredulità, poi di ilarità, quindi siamo tornati a chiacchierare e cazzeggiare, senza il mio amico e senza musica. A me non è andata male, ho conosciuto una ragazza che si ricordava di me, mi aveva visto qualche anno fa. Gli ero rimasto impresso perché era la prima volta che aveva visto qualcuno cacciato fuori dal cinema.
L'ho rivisto una settimana dopo, era in piazza che stava bevendo una granita da un bicchiere grande quanto un secchio, mi sono avvicinato e l'ho salutato.
Lui ha digrignato i denti e mi detto:"Quegli stronzi di merda hanno finito il cioccolato!"
Nonostante tutto siamo ancora amici.
 

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