4 mag 2014

Pura Ignoranza.

Se la forza dell'amore è cosi potente da poter cambiare il finale dei film e la vita di alcune persone, è meglio non sottovalutare la paura. Non c'è amore o soldi che tengano, la paura si prende tutto, ed è strano, se pensiamo che la paura è solo una delle forme che ha l'ignoranza. Un individuo può avere una fobia terribile dei ragni, anche se si trova sul letto un piccolo aracnide che impiega, più o meno, una giornata a uccidere una mosca, figuriamoci per fare male a un uomo. Dovrebbe invece preoccuparsi di una tarantola che gli zampetta sui pantaloni, in quel caso la sua fobia sarebbe giustificata. Se analizziamo nel dettaglio possiamo notare, quanto l'utilità della paura non duri che una manciata di secondi. L'uomo si accorge di avere una tarantola sui pantaloni e si spaventa, magari urla, forse inizia a tremare a sudare ma è comunque paralizzato dal terrore. La tarantola; che schifoso animale, con tutte quelle zampette, quei milioni di occhi che ti guardano, il mostro più terribile di tutto il pianeta. La paura dovrebbe terminare dal momento in cui vediamo la bestia, dopo la ragione dovrebbe prevalere a far pensare che, se quel bestione peloso e zampettoso potrebbe darci un morso letale, comunque non è al corrente di stare camminando su un gigante 100 volte più grande di lui, in grado di prenderla enormi dita nei suoi "fianchi" e portarla via. Pericolo risolto e adesso si può tornare a interagire con altre persone, che possono potenzialmente essere più letali dell'enorme aracnide. Una volta che conosci il pericolo, non ha più senso avere paura. Non dico di bendarsi e affrontarlo correndogli incontro sorridendo. La paura serve per essere superata e a guadagnare qualche grammo di consapevolezza.
Guardacaso in questa società viene usata per fare leva sull'attenzione e guadagnare qualche milione di spettatore, lucrando avidamente sui loro soldi, grazie ai principali organi di informazione. Un conto dare una notizia, un conto annunciarla come se fosse la fine del mondo.
Un conto è fare una cronaca di un omicio, un altro discorso è elevare l'assassino a protagonista, ma parlerò di questo fenomeno un'altra volta. Forse.
In questi tempi una cosa normale come la morte, viene presentata come il male assoluto, in cui nessuno può far nulla se non rispettare silenziosamente il morto che, da stronzo in vita qual'era, diventa un angelo perduto per sempre.
Quante persone si allontanano della nostra vita, magari per sempre, per scelta loro o per una banale litigata, non le rivedremo mai più? Eppure sono da qualche parte la fuori. Il giorno in cui muoiono, un pò ci dispiace, dite la verità, in fondo erano buone persone, in fondo erano onesti, in fondo, in fondo.
Eppure non è cambiato nulla, sparite dalla nostra vita e sapere che sono in vita, ma distanti da noi, è più piacevole che saperle decedute. Sono lontane e mai ci sogneremo di chiamarle e ce le dimentichiamo, fino a che non vediamo i loro nomi scritti nel necrologio.
La paura della morire è una sorta di ignoranza. Ci fa paura quell'oblio che incontriamo dopo, non la morte stessa. Non sappiamo cosa c'è dopo, non sappiamo cosa diventiamo dopo, non sappiamo perché succede. Perchè non possiamo essere immortali come gli dei e il Cartone animato di Heidi?
Ammesso e concesso che il Dalai Lama avesse ragione, cioè, che dopo la morte possiamo risorgere in un nuovo corpo. La reincarnazione è molto affascinante e avvicina molto questa religione al gaming. Dove in una partita, se muoio, ritorno in vita in un altro punto. L'unica differenza è che il nostro inventario sparisce, come la nostra memoria. Se è vero che ci reincarniamo in altri corpi, non ricordiamo nulla della nostra vita precedente. Logico, la nostra memoria è allocata all'interno del nostro cervello, in un'area delimitata, cervello che cambia in un nuovo corpo. Si evolve ugualmente ma con altre esperienze, siamo il prodotto di una formattazione continua, certo è un punto di vista di un nerd. Quindi, ammettendo che ci reincarniamo e ne fossimo tutti sicuri, certo cambierebbe l'atteggiamento verso la vita stessa, non vi sembra?. Un mondo di 100% buddisti non dico che sarebbe migliore, sarebbe decisamente diverso. I suicidi sarebbero tutti giustificati, se ne vanno per iniziare una nuova vita. Una volta che il cittadino viene a conoscenza di questa verità, qualche povero lascerebbe spontaneamente questo mondo, con la speranza di rinascere in una famiglia più ricca e non patire più la fame. Si vivrebbe con più rispetto per gli altri, perché saranno gli stessi che incontreremo nella altre vite. Affascinante come dicevo, ma con troppi interrogativi.
Volete dire che, in tutto questo sconfinato universo, che qualche scienziato è convinto sia infinito, non sono presenti altre forme di vita su altri pianeti? Vuoi dirmi che se io muoio qui sulla terra, ho sempre la stessa possibilità di reincarnarmi sempre qui, sulla terra? Perchè non iniziare una folgorante vita si qualche altro pianeta? Chessò, Alpha Centauri sembra un bel posto dalle foto.
Nella mia vita precedente ero microorganismo, bradipo o pesce e mi sono evoluto, di morte in morte sino a diventare uomo. Pensare che ci sia una gerarchia universale, una sorta di aumento di grado come in carriera militare è spiazzante, vuole dire che, prima o poi, diventerò qualche entità superiore, tipo il Ceo di Google, un Pornodivo, un Dio? Io tu, milioni, miliardi di individui che, un giorno, diventeranno Dei? Daltronde l'universo è infinito, lo spazio non manca.
Interrogativi senza risposta che non riescono a fare luce sulla paura più comune.
C'è ancora una domanda: Quale scelta della natura si è mai dimostrata sbagliata? Se siamo qui è grazie anche a madre natura, se io ho un cervello per pormi interrogativi è grazie anche a una evoluzione che è stata permessa dalla natura stessa, senza chiedere copyright. Nulla di malvagio, nulla di buono, semplicemente naturale. Ogni giorno è gestito dalla stessa forza e senza che nessuno possa accorgersene, l'universo trova sempre il suo percorso e senza farsi troppe domande, senza andare in tv, senza fare Tweet, senza entrare in un bar, senza chiedere il permesso di politici, naturalisti, ben pensanti, scettici, critici e radicali. Lo fa e basta.
La morte, sotto questo punto di vista è illuminata da un'altra luce, decisamente più convincente. Un prodotto della natura perfetto. Non possiamo evitarla e parlarne non ci rende migliori ne immortali, eppure in questo meccanismo in cui siamo tutti coinvolti.
Ora però devo lasciarvi, un ragnetto è salito sulla mia scrivania e devo andare a prendere il lanciafiamme per liberarmene.

Al prossimo blog.

Nessun commento: