1 apr 2012

Duke Nukem For Never


29 Gennaio 1996.
Come erano diversi i videogiochi allora. Più complessi nello sviluppo, forse più profondi, in alcuni casi addirittura ostici da comprendere e giocare. Erano gli anni del dopo-DooM, con la grafica in due dimensioni e mezzo, in cui il PC usciva vincente dalla sfida commerciale/videoludica contro l'Amiga, da qualche anno travolta dall'inevitabile progresso dell'hardware. Una piattaforma dalle potenzialità videoludiche promettenti grazie ai progressivi miglioramenti hardware, un'evoluzione che in quell'anno ancora non si percepiva come definitiva, ma in continua crescita esponenziale proiettata verso l'infinito. Dopo l'avvento del primo Quake, l'aria di rinnovamento si poteva sentire nell'aria, carica di aspettative e progetti a lungo termine.
Quel giorno, una piccola ma produttiva software house chiamata con il nome di:“Apogee Software” e conosciuta a pochi per i suoi prodotti shareware (un altro termine, oggi, caduto nel dimenticatoio), produce il seguito di una serie di due titoli platform, usciti negli anni precedenti, dove il protagonista era un guerrafondaio biondo, dai modi bruschi incline alla distruzione. Nasce con arroganza Duke Nukem 3D e qualche cosa iniziò a cambiare...
Grazie a una Demo, che circolava mesi prima dell'uscita ufficiale del gioco (tendenza che, negli ultimi tempi, si è invertita) si poteva giocare i primi livelli di questo gioiello della 3d Realms (ex apogee software), creando quel clima di aspettativa che oggi la stampa specializzata chiama Hype, una strategia vincente che ha contribuito anch'essa al successo di questo titolo.
L'epicentro della giocabilità di DN3D, non si trovava certo nella grafica, strutturata attorno al vecchio Build Engine e neanche alla trama che non brillava certo di originalità o colpo di scena, ma alle scene grottesche, splatter da bollino rosso, sessiste, a volte anche un spinte, che rendevano divertenti lo svolgimento delle solite sparatorie senza molta tattica, castrate da quel mondo di tre dimensioni ibride.
Duke era uno dei primi personaggi di pixel dotato di una personalità controversa, un antieroe mosso dai suoi bassi istinti; scontroso, iracondo, volgare e erotomane, tutti elementi che condivano un'azione di gioco con i suoi commenti sprezzanti, di una voce profonda e carismatica. Il Duca era un prodotto genuino, composto da mille colpi di genio, una collana di piccoli dettagli che fecero grande quello che poteva sembrare l'ennesimo clone di DooM. Le orme delle scarpe lasciate sul sangue delle vittime, il recuperare punti ferita bevendo l'acqua di un water dopo averlo scardinato, il night pieno di ragazze mezze nude, pronte a roteare i seni se si allungavano qualche dollaro e il fatto che si facesse poltiglia di maiali, alieni poliformi, solo perché gli avevano distrutto la sua preziosa moto, erano alcuni degli elementi visivi mai apparsi prima in un videogioco.
Era inevitabile per chi ha avuto la fortuna di giocarci all'epoca; amore a prima vista.
Come non potere apprezzare la pipe bomb, il devastator, le tante citazione di film, le vittime degli alieni incapsulate in un tessuto biologico che chiedevano di essere fatte fuori, la musica metal (anche se l'hardware di allora non permetteva strumenti idonei per farla sembrare tale), le ballerine di lap dance che si esibivano se si allungava loro alcuni dollari, e i nemici dal tratto grezzo cosi diversi da loro tanto da far sembrare che provenissero da altri giochi distinti . L'estremo menefreghismo di Duke e il suo mondo fatto di armi grosse e calci in C**o aggiungeva al gioco quello che, la grafica del rivoluzionario e concorrente Quake, uscito lo stesso anno, non è mai riuscita a eguagliare..
Un punto di arrivo per la 3d Realm e di partenza, anche per altre future produzioni che, spudoratamente, si sono ispirate al nerboruto protagonista di questo gioco per inscenare sparatutto sulla stessa falsariga; Blood, Shadow Warrior, Redneck Rampage, ma non c'era nulla da fare. Il duca è sempre stato il duca, tutto il resto erano pallide e vuote imitazioni di calci in c***o.
Tredici anni sono passati dal fatidico annuncio della 3D Realms, di quel lontano aprile del 1997: L'annuncio di Duke Nuke Forever. Un movimentato e tormentato percorso di creazione si è intervallato in tutti questi anni, ogni ciclo generazionale il promesso seguito cambiava motore, aggiornandosi con i tempi e mandando a quel paese il lavoro dei grafici e programmatori fatto fino a quel momento, apparivano quindi in rete, altri video e altre promesse, un altro duca che, fumando il sigaro, mandava a quel paese qualcuno. Duke si è manifestato tante e tante volte, in forme sempre diverse rischiando di finire, più di una volta, nella discarica del vaporware. Fortunatamente le cose stavano cambiando, il mondo videoludico era in continua evoluzione, ogni anno nell'universo informatico, corrisponde a ere geologiche di madre natura. Gli sparatutto, in primis, hanno subito pesantissimi restyling grafici e di giocabilità molto evidenti; sono spariti i punti ferita e i relativi medikit sparsi in giro per i livelli, sparita l'ingombrante interfaccia con armi e punti ferita, le mappe sono diventati talmente semplici da rendere inutile la consultazione della mappa (se presente) sequestrata la santa barbara di armi a disposizioni nell'inventario; limitandola a un numero da due a quattro armi, spariti il quicksave e il quickload e sostituiti da un sistema a checkpoint più di moda e, sinceramente, salutare per la longevità.
Tutto questo mentre Duke latitava, tra proclami della software house che continuava a annunciare:” Uscirà quando è pronto, abbiate pazienza”, lamentele dei fans che oramai non credevano più in nulla. Le notizie divennero molto frammentarie via via che il tempo passava; gli update divennero incerti, nebulosi, spiazzanti come l'intervista di George Broussard and Scott Miller che giustificavano il ritardo del titolo, per il loro vizio di giocare a world of warcraft; scherzo o realtà, non aiutava molto a sopportare l'attesa e l'atmosfera era gravida di incertezze.
Il Duka era diventato una figura religiosa, le sue apparizioni erano meno frequenti di quelle mariane e il suo volto compariva nelle confezioni del latte con la scritta:”Missing”. Anche la Sciarelli lo cercava nella trasmissione:”Chi l'ha visto?”
Qualche mese fa, il miracolo da tanti atteso. L'annuncio della Gearbox con l'iniziativa di completare, finalmente, il progetto incompleto della 3D Realms, inserendolo sul mercato alla velocità della luce. Il pubblico era pronto, i suoi fans annuirono senza molto entusiasmo all'iniziativa; non credevano più a nulla.
I giornalisti del settore rimbalzavano la notizia come una delle tante, ipotizzando il reale destino del titolo. Alcuni si aspettavano un ulteriore ritardo di dieci anni, altri ancora lo davano già pronto e finito . Come da programma iniziarono a proliferare video e screenshot della build finale. Da quel che si poteva vedere, il Duca sembrava in forma, cosi come le ragazze, più o meno vestite; insomma tutto o quasi sembrava pronto per le luci della ribalta.
24 Maggio 2011; l'uscita ufficiale del gioco, finalmente il duca sarebbe tornato in azione, anche per le console in piazza, pronto a competere con i più moderni: Bulletstorm, Serious Sam, Halo, Killzone in diretta concorrenza. Sarebbe stato ancora competitivo dopo ben quattordici anni di assenza e attesa?

No.

A mio parere, Duke Nuke Forever ha tutti gli estremi per una denuncia, da parte di chi l'atteso per cosi tanto tempo. Una spudorata operazione commerciale (riuscita) per far soldi alle spalle di un cosi prolungato e ingiustificato hype mondiale. Questa non è una recensione. La recensione si fa su un titolo in grado di reggere con la concorrenza sul mercato, con una qualità finale che ne giustifichi il prezzo, con dettaglio discutibile, non da tutti condivisi allo stesso modo, che comunque appartengono a un prodotto finito.
DNF non si merita una recensione, ma una lista di difetti, rimproveri come monito per evitare di comprare questa pallida eco del passato, o almeno, aspettare che cali di prezzo, trovarlo usato oppure abbandonato rovistando in qualche cassetto dei rifiuti. E' chiaro che se questo titolo non avesse avuto “Duke Nuke” sul titolo, il suo trattamento sarebbe stato decisamente diverso.
I motivi del perchè sconsiglio l'acquisto li trovate qui sotto:.

  1. I Cop pig e compagni spesso rimangono incastrati dietro a qualche colonna o si mettono a correre contro i muri come i robot giocattolo meccanici a carica, dei primi anni 80.

  2. I caricamenti, rispetto alle dimensioni del livello e le velocità a cui siamo abituati negli altri giochi, sono inspiegabilmente lunghi. Forse per permettere di fumarsi un sigaro nell'attesa.

  3. I livelli sono piccoli a senso unico, noiosi e senza colpi di scena.

  4. I quesiti ambientali alla Half Life 2 stanno bene solo su Half Life 2, Duke dovrebbe masticare chewingun e dare calci nel culo. Non è che con l'età si è rammollito?.

  5. In alcuni punti del gioco, Duke è costretto a rimpicciolirsi usando lo shrink ray fisso, per passare il livello e affrontare altri simpatici trabocchetti che si potranno solamente attraversare spostando tavole, girando manopole, premendo bottoni, lanciando imprecazioni. E dire che sono le sequenze più piacevoli del gioco. Stiamo scherzando?

  6. Gli attacchi nemici avvengono tutti nello stesso modo; i nemici spuntano a grappolo sparsi in più punti nelle prossimità, sparano tutti assieme, senza darsi pena di nascondersi e muovendosi il meno possibile. Vengono massacrati, quindi arriva il momento di pace assoluta, magari conditi con imprecazione e insulti, poi è il turno di un nuovo attacco. Una dinamica che a Serious Sam riesce meglio.

  7. La scena più azzeccata, dove l'ironia di Duke e i suoi atteggiamenti si abbinano perfettamente a quello che un fans si aspetta è presente all'inizio del gioco, Incluso anche nella Demo. Scaricandola avrete modo di godervi il titolo senza i difetti qui illustrati del gioco completo, apprezzandolo senza comprarlo.

  8. Della trama non potevamo aspettarci nulla di elaborato o di intrigante, ma attraversando luoghi anonimi e massacrando maiali non si può non venir travolti dall'enorme vuoto, che tiene assieme il tutto.

  9. La barra dell'Ego di Duke, che rappresenta la sua energia è lenta a ricaricarsi e si rischia spesso di morire per via dei colpi subiti, a volte difficili da evitare, per via di pochi punti di riparo.

  10. Abbiamo un ampio numero di armi a disposizione, ma solo due alla volta possiamo portarci dietro, certo è possibile raccogliere quelle lasciate dai nemici. Ma come ci ricorda una regola universale, non scritta; sono le stesse che avete già nell'inventario.

  11. Poche armi sono degne di note e davvero efficaci. Escludendo il classico fucile a pompa che è sempre utile nelle sparatorie numerose e il resto dell'arsenale o è incredibilmente potente ma con pochi proiettili (Railgun) oppure con un infinità di colpi ma rintracciabile solo nelle prossimità del boss finale (Rpg, Devastator). Una simile restrizione costringe il giocatore a trasportare sempre lo stesso tipo di armi, per la maggior parte dei livelli.

  12. Le sequenze in auto sono dispersive e il mezzo ha una guida difficoltoso, dominato da una fisica ridicola, che fa ribaltare il mezzo più del dovuto. Poi il Duke non girava con una moto cazzuta?

  13. La visuale Duke, in grado di vedere nel buio, si utilizza nelle prime fasi del gioco, e ha un effetto blu fluorescente che martoria gli occhi senza pietà.

  14. Il doppiaggio in italiano non rende al Duca (per fortuna, smanettando un po', si può giocare in lingua originale)

  15. Il livello che tutti si aspettavano, quello del Night a luci rosse (chiamato Titty City) è creata in un contesto onirico inadeguato, forzando una motivazione valida alla troncatura della scena più spinta, che non vedrà mai un epilogo a luci rosse, anche se ce lo fa intuire. Inoltre, gravissima pecca, non è possibile interagire con le spogliarelliste.

  16. I Boss finali sono troppo coriacei, stressanti e con tattiche di attacco banali (con esclusione per la “Queen Bitch”) cosi lunghi da abbattere che, più che impegnare il giocatore a sopravvivere, potrebbe portarlo nei minuti successivi alla disinstallazione completa del titolo e relativa lamentela in forum del gioco.

  17. La fine del titolo è ridicola e lascia il giocatore basito, aspettando un filmato più esaustivo dopo i titoli finali, che risulta poco gratificante.

  18. Personalmente sono uno che crede che la grafica in un game dev'essere funzionale, non importa se le ombre non sono il massimo, se i modelli hanno troppi spigoli o le texture sembrano tappezzeria d'annata, l'importante è che funzioni. Qui però stiamo parlando di un titolo con una gestazione più che decennale, aspettarsi una grafica all'altezza dei tempi è più che opportuno. Non un opzione.
    Tralasciando le texture e i model di livello mediocre, le animazioni sono troppo ridicole.

  19. In DN3D il protagonista era uno qualunque, un duro che si faceva volentieri la strada a pugni e calci in culo, in questo capitolo Duke è ricco, famoso e pieno di donne. Con un palazzo creato tutto per lui di sessantanove piani. Parte del suo fascino sfuma di fronte a tanta tracotanza, lusso e ostentazione.

  20. La grandezza dell'Ego è possibile aumentarla utilizzando la prima volta una serie di oggetti sparsi in giro per i livelli, dal punchball, biliardo, canestro di basket, bilanciere per i pesi. Una gran fatica che sembra inutile, la barra di vita scende ugualmente con rapidità quando il Duca subisce qualche colpo, senza tanti complimenti.

  21. I gadget aggiuntivi, come la Birra, gli steroidi e l'Holoduke sono molto utili, ma se ne possono usare solamente uno per volta e sono anche nascosti bene nei livelli.

  22. Il single Player ha una durata di circa 12 ore circa (caricamenti inclusi). Certo, si avvicina molto allo standard odierno. Per fortuna che c'è il multiplayer..

  23. …nel Multiplayer non si trovano molti giocatori attivi (si vede che è bastato vedere il single per abbandonare il gioco)

  24. La mira è difficoltosa (Su console con il Pad), mentre con il mouse è più agevole anche se non all'altezza di altri titoli analoghi.

  25. Mettere il Jetpack anche nel single player era troppo?

  26. Ogni tanto il motore grafico (un Unreal Engine 2.5 tutt'altro che scadente) ha il coraggio di scattare davanti ai nostri attoniti occhi, anche con il pc da guerra più pompato (e su console).

  27. I personaggi secondari son un continuo esclamare:”Oh Duke!” - “Grande Duke!” - “Mitico Duke!” - “Che onore Duke” - “Che emozione Duke!”. Oltre dotati di questi dialoghi banali, è lontana la possibilità di percepire qualche varietà nelle interazioni con la plebe.

  28. Oltre a usare lo stesso ciclo di nemici dal primo livello all'ultimo livello, Duke offre anche un eguale ripetizione nella scena di umiliazione per i Boss, compreso quello finale.

  29. L'unica motivazione che può muovere un umano senziente a giocare a DNF è il puro fattore nostalgico. Tutti i difetti passeranno in secondo piano se visti dietro una maschera dell'ammirazione viscerale.

  30. Gli interventi doverosi del nerboruto eroe sono spiritosi e giovano al titolo, ma più si va avanti nel gioco, più perdono di fascino e frequenza, come se il doppiatore girandosi verso direttore di produzione, gli avesse raccomandato:”Oh coso, facciamo presto, che ho un appuntamento per le Sei”

  31. Quattordici anni per un titolo incompleto, che sembra riesumato da una time capsule degli anni 90, dove l'unico motivo che spinge a giocarlo è la speranza di sentire qualche parolaccia da Duke, merita di essere commercializzato nei soliti circuiti: XBLA / PSN / STEAM a prezzo non superiore di 10 Euro.
    Un brindisi al passato che, invece di essere celebrato con un buon champagne, è stata usata una bottiglia di sanguinella, scadente, venduta come champagne.


PS:
Ogni singola riga, ogni singolo punti di questa lista nera è stata concepita e idealizzata seguendo una mia personale opinione, condivisibile. Sono pienamente consapevole che, malgrado la qualità scadente di questo gioco, saranno molti i giocatori che giudicheranno questo titolo in maniera diversa. Chi lo apprezzerà perché si diverte a sentire la parola:”Fuck” ogni tanto. Chi lo riterrà uno sparatutto degno di Halo, Cod e un altra valanga di titolo più meritori e distantissimi da qualsiasi paragone. Chi penserà di aver comprato il gioco dell'anno e chi, semplicemente, pensa di giocare a un titolo sufficiente. In ogni caso, qualunque sia la vostra opinione in merito al Duka e questa sua ultima sortita, siete liberi di pensare cosa volete. Nessuno può pretendere di avere la ragione assoluta. La mia è una critica, forse anche troppo feroce, non solo al titolo, ma anche al suo trattamento sul mercato che, spesso, si rileva ricco di sorprese; di come sia possibile immettere un prodotto di questo genere, vendere un numero di copie, penso, più che soddisfacene e successivamente lamentarsi al pubblico, con simili dichiarazioni:”Ci aspettavamo che Duke fosse uno dei giochi più venduti di quest’anno, grazie a un altissimo “hype” e un grande bacino di fan. Invece, le recensioni negative (media del 49% su Metacritic) hanno probabilmente avuto un impatto negativo sulle vendite, costringendoci ad abbassare le nostre stime di vendita per i primi 3 mesi di commercializzazione da 3 milioni a 1,5 milioni di copie» (Fonte CVG) . delegando l'intera responsabilità delle vendite deludenti, non alla reale qualità del prodotto finale, bensì alla media delle recensioni.

Una abitudine veramente fastidiosa e palesando la loro effettiva volontà di aver commercializzato Duke Nuke Forever scommettendo ciecamente sul portafoglio di milioni di fans che si aspettavano un ritorno del Duca, all'altezza del suo smisurato Ego.
Forse era meglio che i programmatori si concentravano sui loro personaggi in world of warcraft.

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