18 giu 2007

Per chi non ha voglia di leggere...

Riassunto liofilizzato del:

Diario di una Geisha.

Quando Tokyo non viene attaccato da Godzilla, la gente vive per le sue strade con animo allegro e devoto, gli operai camminano veloci per raggiungere il loro posto di lavoro, i commercialisti giocano con i numeri e gli avvocati frustano le arringhe, mentre i vigili regolano il flusso del traffico utilizzando un fischietto e una gestualità da attori di film muto.
La cosa che li accomuna tutti è che, tutte le nottti, vanno a Mignotte.
Solo che in oriente, il putan tour è visto sotto una luce differente e si pratica in maniera del tutto insolita, si entra in una casa da Thè. L'italiano medio entrerebbe urlando:"Chemmefrega del thè, c'ho voglia di vedere du pezzi de figa", ma il Giapponese no.
Si deve fare servire la calda bevanda, in una stanza di 3x3 metri, arredata con un tavolino, senza sedie (si siedono per terra, ricordo), illuminata da una candela mezza consumata. Il thè viene portato da una donna, la Geisha, vestita come una caramella, dai colori sgargianti e truccata come un pupazzo di neve. Il rito è antichissimo, mentre la Geisha versa il thè nel bicchiere del cliente, questo gli guarda il collo nudo (l'unica parte nuda della donna) e si eccita come un camionista di fronte al Calendario della Seredova.
Quindi il Giapponese chiede il conto e se ne va via soddisfatto, di solito, ma ci sono alcuni clienti che pretendono il lieto fine, portandosi la geisha in un luogo appartato per praticare con lei l'antichissima posizione del Fenicottero sul Fiordi loto. Questa usanza costa in base alla bellezza della Geisha che serve la bevanda; con pochi yen arriva uno scarto dei film di Tinto Brass, più il prezzo sale più sale la qualità della seducente donzella, il problema è che, si scopre la reale bellezza della geshia, quando la si porta nell'alloggio privato, perché prima e indistinguibile qualsiasi tratto somatico, per colpa del pesante trucco.
In questo libro si narra le vicende di una di queste "prostitute" d'alto borgo, con un occhio particolare a tutte le usanze, ai riti che sembrano essenziali per la riuscita del Thè, qualcosa di lontanissimo dai nostri stereotipi che possono essere le Veline o il Carabiniere di Lapo.
La storia finisce con una frase esemplare della protagonista, mentre sta praticando un fellatio:"Tutth gusali ksierusi usamini", incomprensibile perché non è stata tradotta dal Giapponese, forse...

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