10 giu 2006

Il Giappone, secondo me.

L'oriente è un posto affascinante, esotico e così lontano. Lo abbiamo conosciuto grazie ai cartoni giapponesi, grazie ai manga che abbondano nelle nostre edicole e lo abbiamo conosciuto grazie a:"Mai dire Banzai", un programma televisivo di molti anni fa.
Ma come lo possiamo immaginare noi il giappone, senza esserci mai andati neanche a prendere un caffè e ricavandone un'intuizione dalle informazioni acquisite con i suddetti mezzi?. Ognuno di noi può farsi un'idea, anche se non si potrà avvicinare alla realtà, o si avvinerà troppo.
Per esempio io lo immagino un posto pieno di palazzi, talmente pieno che le bici non riescono a girare nei vicoli, per questo vanno tutti a piedi anche se di profilo, con milioni di persone che passeggiano, corrono e non vanno da nessun'altra parte. Perchè quello che trovi in un quartiere, lo trovi in un altro solo che ha colori un pò diversi e possiede un altro odore, però l'attività è frenetica perchè tutti hanno fretta di andare da qualche parte e, anche il giapponese più calmo e ponderato, deve per forza correre in una direzione a caso. Essendo molto servili, i giapponesi salutano e ringraziano sempre, in ogni occasione e con ogni modalità, anche le più estreme.
Ringraziano il cameriere per avergli servito il caffè, anche se era freddo, lungo, polveroso e sapeva di tabacco.
Ringraziano per il cortese tizio sulla 500, che ha rischiato di inverstirlo non fermandosi in corrispondenza delle strisce pedonali, che in giappone sono gialle.
Ringraziano i passanti per essere stati sfiorati da un pianoforte caduto a pochi passi da loro, per via del cedimento di una carrucola a manella di una ditta di traslochi.
Ringraziano anche i bambini ai loro genitori che li hanno riempiti di botte perchè sono stati tutta la notte e guardare i spettacolini a luci rosse alla televisione.
Ringraziano pure colletti bianchi i loro capoufficio quando li licenziano con motivazioni puerili.
Ringrazia la donna dopo che il suo uomo l'ha trattenuta a letto in un indimenticabile rapporto sessuale, durato 23, 2 secondi netti, escludendo il tempo per ottenere l'erezione.
Sono un popolo strano; lavorano 23 ore al giorno e quando dormono, sognano di lavorare e quando fanno un pausa, si sentono in colpa. Non vanno mai in malattia, perchè i batteri si guardano bene da entrare in corpi così strakanovisti, con la paura di lavorare al terzo turno di notte solo per fargli prendere un pò di febbre.
A parte questo dettaglio minimo, i giapponesi sono persone in grado di godersi la vita, infatti nel Sol levante c'è un paese con il maggior numero di suicidi al mondo. E' stato pubblicato anche un libro inerente al suicidio, intitolato:"Bella di Padella" scritto da Dj Francesco, che i giapponesi hanno apprezzato, solo che non riuscivano a raggiungere il rivenditore da vivi.
I rapporti sociali, secondo me, sono un qualcosa che quì è utopia; la ragazza che gli hai appena detto:"ciao", gli devi domandare dopo il nome, qual'è il suo punto migliore ove fargli raggiungere un corretto orgasmo, perchè sennò si offende. Sono avanti anni luce le ragazze giapponesi, basta che il ragazzo che gli piace si avvicina a loro, anche solo per chiedergli l'ora esatta o un mottarello alla crema, che queste hanno già in mente la lista notte, chi invitare al matrimonio e di quante terrazze fare la torta, non solo. Se iniziate a dargli un pò di confidenza, queste vanno subito a comprare il passeggino. Peccato che, tra noi e loro, c'è un idioma difficile da imparare e ancora più difficile da scrivere, i giapponesi si sono inventati questa lingua, per esternarsi dal resto del mondo, per rimanere unici, per non prendere forme di linguaggio dal latino, dal greco o dal sardo. Quindi si sono inventati una forma di comunicazione, a consonanti, che pare funzionare bene, solo che ci vuole troppo tempo per formulare una frase di senso compiuto, quindi è poco pratica. Ad esempio conosco un mio amico del giappone, che mentre era al supermercato a fare spesa, lo chiama la moglie e gli chiede di comprare 23 etti di burro accorgendosi, di averslo finito. Via, via che spiega al marito la sua richiesta, il supermercato ha chiuso e lui si è trovato nel parcheggio, da solo, al buio e la voce della moglie al cellulare come unica compagnia. Invece è famosa la storia di Tengiki Kamayama, un giorno raccontò una barzelletta a suo figlio di 8 anni, ma mentre stava per concluderla, morì di vecchiaia. Il figlio divenuto un uomo di 43 anni, rimase con un grande interrogativo, per tutta la vita.
Questo è il giappone per me, un paese che possiede come operatori ecologici i ninja, perchè sono più efficenti, fanno sempre un buon lavoro e preferiscono lavorare di notte, un grande vantaggio per il traffico urbano.

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